Ho
passato due anni nei pressi del mar morto … no, non fraintendere,
non quello che si trova in Israele ma quello che riceve gli
scarichi di venti milioni di lavatrici di buona parte della
penisola, le cui spiagge sono variopinte da un tremendo immondezziaio
di buste di plastica, scatolette, piatti e bicchieri di carta
e che qualche gruppo di benemeriti volontari ogni tanto si incarica
di ripulire in vista della stagione delle ferie e in un certo
senso ipotecandole perchè lui l'ha ripulite e lui dovrà godersele
… tanto l'anno seguente andrà in ferie altrove e sarà qualche
altro a ripulirsele nuovamente … chi più ne ha più ne metta,
ovviamente di tutto, c'è sempre qualche benemerito .... Sto
parlando del mare nei pressi di Brindisi, acque che avevo scelto
dopo aver sperimentato le paludi di Caorle.
L'inospitabilità
dei mari delle zone temperate per chi è abituato ai mari tropicali
o equatoriali per via della temperatura dell'acqua è ben poca
cosa dato che i grassi e l'unto che si accumulano sulla pelle
nuotando nell'Adriatico presto formano una specie di efficiente,
se non formidabile, muta naturale che in breve risolve il problema
della bassa temperatura dell'acqua - quello che fa impressione
è che, almeno sottocosta, all'occhio dell'esploratore casuale
ci si ritrova in un mare senza vita; ogni tanto un riccio striminzito
e in occasioni eccezzionali un pesciotto che a malapena supera
i dieci centimetri che si trascina faticosamente sotto una variopinta
pellicola di petrolio. Mi chiedo fin dove diavolo si spingono
i nostri pescherecci per acquistare il pesce che poi rivenderanno
a quei commercianti che poi lo rivenderanno a noi ad un prezzo
terrificante … ma si sa, sul prezzo incide notevolmente il fatto
che il più piccolo dei pesci oggidì pesa molto di più del suo
naturale peso specifico per via dell'alto contenuto di piombo
e ossidi vari che si possono estrarre solo ed unicamente grazie
al processo della digestione per poi assimilarli all'organismo
ed eventualmente renderli ricuperabili per riciclarli solo rimuovendo
un determinato tumore ben localizzato … ognuno di noi ( chi
ha mai dimenticato Wakiro? ) sa cos'è un mare ricco e pulito,
ogni giorno alla televisione vediamo questo o quel mare, ma
pochi lo esperimentano in realtà, solo pochi privilegiati riescono
ad evitare la muta naturale, l'immondezzaio, la bassa temperatura
dell'acqua, il piombo e gli ossidi.
Favorito
dalla sorte - ma non abbastanza dall'aver vinto l'ultimo premio
della Lotteria Italia - la maggior parte della mia vita è trascorsa
su un altopiano dal quale nelle notti senza luna e con buona
visibilità da un grande piazzale steso sull'orlo di altissimi
burroni a pochi chilometri dalla città, usato come discarica
comunale e frequentato da una moltitudine di iene e sciacalli
per i quali quella discarica significa un importante centro
di sostentamento, si scorgevano le luci di una città una volta
importante e piena di vita, affacciata su quel mare che nella
notte dei tempi si chiamava Mare Eritreo e dal quale , secondo
un'antichissima leggenda uno strano essere metà pesce e metà
uomo chiamato Oannes emergeva, giorno per giorno, per dare agli
uomini i primi elementi della civilizzazione. 1
Quella
piccola città sul Mar Rosso, completamente ricostruita mantenendo
lo stile architettonico turco che le era proprio dopo il violento
terremoto del 1921 e con quartieri spazzati via dalle bombe
dopo il violento terremoto politico del 1974, era la meta di
tutti gli abitanti stranieri dell'altopiano - ricca di alberghi,
negozi, caratteristici mercati arabi, genti ospitali e,
a nord e a sud della medesima, sopratutto spiagge, decine
di chilometri di spiagge dalla finissima sabbia dorata incontaminata
e con un mare invariabilmente accogliente dal primo dell'anno
al capodanno seguente e d'una ricchezza, varietà e bellezza
incomparabile.
Lontano
nella notte dei tempi un'arditissima teleferica, come opera
d'ingegneria la prima al mondo nel campo specifico, si stendeva
per sessantacinque chilometri lungo un dislivello di duemilaquattrocento
metri tra l'altopiano e le rive di quel mare ma anni fa è stata
smontata e venduta visto che i possenti motori che l'azionavano
erano stati comunque rubati dagli inglesi durante l'amministrazione
britannica; forse quei possenti travi e cavi d'acciaio esistono
ancor oggi ma probabilmente hanno assunto la forma di canne
da fucile.
Un
tempo la littorina, un
carro ferroviario con un motore ad ogni estremità che facevano
si che detto mezzo di locomozione non avesse un fronte o un
retro oppure che lo avesse solo infunzione della direzione di
marcia - mezzo che giustamente ci tengo a dirlo, gli inglesi
non rubarono - percorreva una strada ferrata, una ferrovia che
per pendenza era la seconda al mondo, mi portava a passare le
vacanze scolastiche presso quel mare, dai nonni o in colonia
o con un gruppo di boy scouts ma anche quella sembra che ormai
tra una mina e l'altra non funzioni più, 2 forse
un giorno - ma prego che la stupidità umana non arrivi a tanto
- una nuova metamorfosi la tramuterà in mezzi cingolati con
possenti cannoni rivolti verso chi intende progredire piuttosto
che cedere a determinate ideologie ed è così che quella perla
al sole, la bianca città di Massawa
- conosciuta anche come la Perla
del Mar Rosso - ormai è diventata un approdo di morte
anzichè di vita3 ma il mare circostante in tutta
probabilità è ancora quello che è sempre stato ma non per coloro
con i quali per lunghi anni è stato sempre così ricco, accogliente
e meraviglioso.
Altrove
dico che non esiste il mal d'africa ma che il mal d'Africa
non è altro che l'Africa che ci si porta dentro ma provate a
parlare con chi ha vissuto presso quel mare e vi renderete conto
che il mal d'africa non è altro che il mare che uno si porta
dentro.
Le
avventure di pesca e di caccia subacquea naturalmente sono sempre
numerose per tutti e su qualsiasi mare ma generalmente dipinte
sullo stesso sfondo e banali, non conviene parlarne, ma cosa
faresti tu che così ben attrezzato e il più delle volte infreddolito,
unto dal petrolio e bagnato dalla pioggia torni a casa da una
lunga, spossante giornata di pesca dopo aver comprato in pescheria
un paio di pesciotti da far friggere alla gentile consorte se
ti capitase un mare ove con una rudimentale lenza in pochi minuti
ti si riempie una ghiacciaia di ogni varietà di pesce, se dopo
un'immersione in apnea con un antiquato fuciletto ad elastici
torni in barca spossato dalla fatica di tirartela su con una
cernia da un quintale o se non riesci mai a portarti un pesce
in barca perchè quel maledetto squalo continua imperterrito
a strappartelo dall'asta del fucile subacqueo o se la tua sacca
si riempie in breve tempo di belle cipree e di magnifici scogli
corallini color vermiglio e bianchi come la neve o se sedendoti
per rilassarti su un basso fondale di accorgi con gran ed ovvio
disappunto di esserti seduto su un riccio con aculei lunghi
ventun centimetri?
Non
tutti i mari sono uguali così come non tutti i mal di mare sono
uguali, da noi c'era un mare diverso e pertanto noi ci portiamo
dentro un mare diverso - per noi il mal di mare non è altro
che il mare che ci portiamo dentro - qualcuno lo chiama mal
d'Africa ma che differenza fa? L'importante è di non piangere
per averlo perduto ma di ringraziare il cielo per averlo avuto.