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Diversamente dai loro compatrioti in altre regioni dell'Etiopia,
le masse della Regione Eritrea non hanno saputo trarre vantaggio
dalle favorevoli condizioni create dalla rivoluzione e pertanto
costruire pacificamente un ordine nuovo e giusto. Questo perchè
quei traditori che sono una disgrazia per i nostri valorosi
compatrioti credono nella legge del fucile e hanno posto ostacoli
sulla loro strada.
I
lavoratori di questa regione in precedenza sono stati separati
dai loro compatrioti dall'agressione colonialista. Pure essi
sono stati assoggettati, in seguito, alle ingiustizie socio-economiche
perpretate dal sistema feudo-borghese contro tutti gli etiopici
oppressi. Come se questo non bastasse, essi sono anche stati
molestati da separatisti che sono i ragazzi erranti di forse
reazionarie imperialiste ed altre. Offese molteplici e crudeli
sono state commesse contro di loro. Dato che era questa regione
a nord del nostro paese che è servita come fronte principale
lungo il quale i nostri nemici ci hanno confrontato sin dall'inizio
della nostra Rivoluzione nel 1974 mirando a stroncarne il germoglio
e mettendo in pericolo la nostra unità, le masse han dovuto
pagare enormi sacrifici pure in questo contesto.
Nel
corso di quella disastrosa situazione, in particolare la classe
operaia della regione ha dovuto sostenere inutili sacrifici
mentre tanto gli anziani quanto le donne si trovavano ad alimentare
le fiamme e della guerra. Le masse Etiopiche non confrontarono
il loro dramma con indiferrenza. Ne avrebbero verosimilmente
potuto farlo.
Le
masse, la cui storia è repleta di gloriose battaglie per la
libertà, non si sono chinate in umiliazione neanche durante
il periodo critico di quella febbrile attività quando ogni momento
era colmo di prove e tribolazioni. Anche se nemici confermati
e traditori si sono uniti ed hanno assalito le masse da tutte
le direzioni, la popolazione non ha ceduto a loro. Avendo scelto
di sostenere qualsiasi sacrificio resosi necessario piuttosto
che separarsi dal loro onore e vivere in pace sotto il giogo
della schiavitù, le popolazioni hanno affrontato con determinazione
i propri nemici.
La
maggior parte delle guerre combattute onde proteggere l'indipendenza
e l'unità dell'Etiopia hanno avuto svolgimento nei dintorni
della Regione Amministrativa dell'Eritrea. Tali essendo le cose,
è stato destino delle popolazioni di quella regione sopportare
il peso delle varie sfide alle quali sono state sottoposte nel
corso dei tempi.
Questa
regione nel nord del nostro paese è innegabilmente il centro
e la culla della nostra civilizzazione, ove le eredià - unicamente
etiopiche - culturali, religiose, gli alfabeti e così via si
sono originati. É pure innegabile che i ripetuti atti di aggressione
nei nostri confronti sono stati a noi diretti precisamente attraverso
questa medesima regione.
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Ingaggiare una battaglia che richiede i supremi sacrifici della
vita in difesa della nostra indipendenza, unità, diritti e onore,
non giunge a noi Etiopici ne strano ne nuovo. Anche nella presente
contingenza storica, non scorgiamo la nostra unità in isolamento
dalla nostra Rivoluzione e neanche la nostra Rivoluzione in
isolamento dalla nostra indipendenza. La nostra rivoluzione
è una garanzia per la nostra libertà. É la nostra rivoluzione
che rende completa la nostra indipendenza. La battaglia nella
quale ci siamo attualmente imbarcati, è pertanto la battaglia
per la libertà e l'indipendenza totale.
Quello
che estensivamente la nostra storia testimonia e che estensivamente
è citato e quotato in Etiopia dimostra chiaramente che sempre
siamo stati gelosi della nostra indipendenza, un'indipendenza
che è stata saggiata e purificata nel crogiolo della guerra.
Questa storia gloriosa della masse e di tutti gli autentici
Etiopici è una e la medesima con nostra entità. Questa realtà
è fin troppo ovvia per i cittadini patriottici per essere menzionata.
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La storia dell'umiliazione apportata dagli autentici figli e
figlie dell'Etiopia alle ben organizzate ed equipaggiate forze
Italiane sono testimonianza del nostro valore ed eroismo. Il
sangue di quei incomparabili patrioti dell'Etiopia caduti sui
campi di battaglia di Koatit, Senafe, Keren, Massawa e altrove
galantemente combattendo il nemico corpo a corpo non è stato
sparso invano. É il prezzo, in sangue, pagato per il diritto,
l'onore, la dignità e la libertà di tutti gli Etiopici.
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Dato che l'Etiopia pre-rivoluzionaria era un paese dove l'oppressione
basata sulla classe, nazionalità e sesso regnavano, appare evidente
che pure le masse della Regione Amministrativa dell'Eritrea
han dovuto condividere quell'amaro calice. Pertanto: la lunga
lotta delle genti della Regione Amministrativa dell'Eritrea
contro atroci regnanti all'unisono con i loro compatrioti nelle
altre regioni del paese.
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Essendosi eretti a piena sconfitta degli sfruttatori e oppressori,
la classe operaia non solo li ha confrontati con una vasta gamma
di domande concernenti i loro diritti, ma unitamente ha anche
somministrato un colpo al loro nemico comune eradicando completamente
il sistema feudo-borghese. La rivoluzione ha ora raggiunto uno
stato invincibile e continua ad avanzare.
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Sin dall'insurrezione della classe operaia in difesa della loro
genuina libertà, numerosi gruppi anti-popolo sono emersi sulla
scena mirando a soffocare la battaglia. I cosidetti "Jehba"
e sua progenie che chiamano se stessi "Shabia" e "Al-Wada",
si son trovati nella prima linea delle controrivoluzioni particolarmente
in questa regione del nord.
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Il danno materiale che i secessionisti hanno apportato e la
miseria e la destituzione alle quali hanno assoggettato le popolazioni
per la causa che essi ipocritamente dicono di servire, è semplicemente
incomputabile in termini tangibili.
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Sadicamente i secessionisti hanno rovinato tutte le moderne
fattorie su larga scala che sono state trasformate in proprietà
pubblica mentre non le hanno neanche toccate fintanto che erano
in mani capitaliste aliene. Considerando il fatto che essi generalmente
hanno distrutto proprietà pubbliche di considerevole grandezza
non verrebbe difficile stimare le spese incorse dallo sforzo
per la guerra.
Oltre
a sostenere il danno da loro inflitto alle maggiori infrastrutture,
ci siamo ritrovati forzati a spendere miliardi di Birr [
4 ]
in difesa dalla nostra unità e della rivoluzione. Se avessimo
diretto queste risorse allo sviluppo nazionale, quanti ospedali,
scuole, nidi d'infanzia, impianti industriali, fattorie moderne
e facilitazioni sociali per gli anziani sarebbero state costruite?
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Per via dell'indicibile distruzione apportata dai secessionisti,
molte genti hanno sofferto e si son trovate sull'orlo della
morte per mancanza di cibo e acqua. In verità, è inutile dire
che necessità di base quali carburante, acqua, elettricità,
facilitazioni mediche e affini erano si rare da essere considerate
lussuose. Durante questo periodo di tribolazione e miseria,
il Governo rivoluzionario non ha risparmiato sforzi per migliorare
le dure condizioni della popolazione.
I
banditi non si sono semplicemente limitati alla distruzione
di vita e beni. Essi si son spinti sino a cercare di coprire
la nostra storia con uno sporco manto che hanno ricucito assieme
riunendo i logori fili dei loro sogni come se l'Etiopia non
fosse un paese rispettato e temuto che è esistito a lungo salvaguardando
la propria nazionalità sovrana in questo continente e in questa
regione; un paese che ha ripetutamente umiliato gli aggressori
espansionisti che avevano gettato occhi avidi su di esso; un
paese che ha fornito rifugio a espatriati maltrattati e sfruttati,
in breve un paese con un passato glorioso impeccabile.
Anche
se essi possono aver agito nel nome del popolo e seminato i
semi della discordia e confusione, sin da quando sono emersi
sulla scena della storia questi rifiuti non hanno ottenuto guadagni
tangibili per se stessi o realizzato i loro sogni selvaggi,
tantomeno apportato benefici alle masse.
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Non abbiamo mai agognato la guerra. Il Nostro Esercito Rivoluzionario
è stato forzato a scendere in guerra non in quanto lo desiderasse
ma perchè questa era l'unica alternativa alla quale poteva ricorrere
onde evitare una guerra ancor più sanguinosa.
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Oggi non è più possibile commerciare nel nome delle masse avendo
queste propriamente già riconosciuto il loro ruolo come fautrici
della loro stessa storia. Un ulteriore motivo di mal celata
presa di posizione è evidente di fronte alle masse. La scelta
ora è tra rivoluzione e controrivoluzione. Non vi può essere
altra scelta.
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Quando l'Etiopia, dopo un lungo e doloroso travaglio, dette
alla luce la Rivoluzione che l'avrebbe liberata dalla sua tragica
ed umiliante situazione, il suo sentiero divenne ricolmo di
ostacoli, barriere e spine.
Compatrioti,
date il vostro verdetto!
Dobbiamo
combattere contro l'ignoranza, la disoccupazione e la prostituzione
o contro i sleali banditi secessionisti?
Dobbiamo
combattere contro la fame, le malattie e la deprivazione o contro
gli elementi sovversivi interni e i sabotatori?
Dobbiamo
combattere contro la povertà e il sottosviluppo o contro gli
invasori esterni?
Come
è che, in un periodo mentre il mondo intero esercita il massimo
sforzo e procede a grandi passi nel sentiero della civilizzazione,
noi, che siamo stati fortunati ad avere un così bel paese, riccamente
dotato dalla natura, stiamo ancor giocando a devastare le nostre
vite?
L'uomo
è superiore a tutte le cose viventi. Lui è dotato del potere
di pensare, creare, discernere e adeguatamente formare, ordinare
e plasmare la propria vita. Egli deve pensare e deve prendere
decisioni. Deve cimentarsi nel dialogo e nel criticismo. Invece
di distruggere egli deve costruire. Come altrimenti si può sostenere
che le genti hanno espletato il loro ruolo storico?
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Lavoratori, contadini, giovani, donne, anziani e patrioti della
Regione Amministrativa dell'Eritrea, erede della fiera storia
della Madre Etiopia!
Tutti
questi genuini cittadini d'Etiopia, fieri del fatto che questa
Regione Amministrativa è la sorgente della loro civilizzazione
e le fondamenta della loro Madrepatria hanno mandato i loro
amati figli e figlie al tuo fianco e a lungo hanno pagato pesanti
e preziosi sacrifici perchè non vi può essere tregua fintanto
che questa Regione Amministrativa non è liberata dagli stivali
violenti dei nostri nemici e ricostruita a nuovo. Ora come nel
futuro essi continueranno ad essere al tuo fianco. Siamo confidenti,
pertanto, che non è lontano il tempo quando testimonieremo la
realizzazione delle mire della campagna della "Stella Rossa";
obiettivi che sono necessari per la ristorazione della pace
e l'accellerazione dello sviluppo tramite il vostro sforzo unito
e quello dei vostri alleati.
Mi
appello a tutti i cittadini che sono devoti al pieno successo
di questa emancipante, luminosa e totale campagna, all'unità
e integrità territoriale della Madrepatria per i quali i nostri
padri si sono sacrificati in tutte le epoche per promuovere
la pace, l'eguaglianza e la prosperità comune; di sfoderare
lo stendardo della verità e accellerare la loro marcia verso
il giorno luminoso che lo attende.
Tutti
quelli che affermano di essere vostri figli e figlie e partecipano
per il vostro bene e progresso saranno messi alla prova in questo
momento decisivo. Pertanto, le vostre famiglie spezzate devono
essere riunite. Le vostre capanne dilapidate devono essere riparate.
Pertanto, le classi lavoratrici di tutta l'Etiopia devono essere
degne del loro traguardo storico accellerando il loro passo
e ritmo lungo il nuovo sentiero del progresso e dello sviluppo
sul quale ci siamo imbarcati. Per far questo esse devono lavorare
con un cuore unico e in cooperazione totale.
1
- " … from the Record of the Congress of the Red Star Multifaceted
Revolutionary Campaign" - Government Printing Press - 1982 - Asmara.
Traduzione
in lingua italiana dell'autore che si assume la completa responsabilità
per qualsiasi errore di traduzione o interpretazione cercando
di mantenere quanto più possibile fede al testo originale inglese,
di per se già una traduzione dall'originale in lingua amarica.
2
- Il Presidente Mengistu Hailemariam è il fautore della Rivoluzione
Socialista Etiopica e l'attuale Capodi Stato del paese.
3
- Al momento di riscrivere queste righe, 13 anni dopo, aggiungo
questa nota:
Con
la mediazione dell'ex presidente J. Carter degli Stati Uniti aveva
termine la guerra separatista e il regime totalitario Marxista
- Leninista in Etiopia e Mengistù Hailemariam riparava nello Zimbabwe
ove, con i propri familiari e i suoi più stretti collaboratori,
è ancora sotto la protezione del governo di detto stato. L'Etiopia
ne ha fin'ora inutilmente chiesto l'estradizione per processarlo
per crimini di guerra e contro l'umanità. Il suo regime ha causato
la morte di oltre mezzo milione di persone.
4
- La valuta corrente in Etiopia. All'epoca U.S.$ 1.00 = 2.07 Birr.
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