Capitolo 12

Epilogo
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"Dicono che esiste il mal d'Africa - non lo so - personalmente non tornerei in Africa a meno che il tempo non iniziasse a scorrere a ritroso. Quello che esiste non è il mal d'Africa ma l'Africa che ci si porta dentro, è un'altra vita, era un altro pianeta …" con queste parole concludevo il primo capitolo!

Son passati ormai molti anni, l'Eritrea è uno stato indipendente e nel 1993, in coincidenza col referendum per l'indipendenza rientravo in Eritrea con un passaporto in più come cittadino naturalizzato.

Cos'era cambiato in tutti quegli anni? In pratica niente, le stesse case, gli stessi fabbricati, il solito sole. In pratica Asmara non portava i segni violenti della guerra, si notava solo una certa decadenza dovuta alla mancanza di manuntenzione dei fabbricati, per il resto l'unico effettivo cambiamento era la mancanza della Seconda Divisione e di soldati etiopici armati in ogni angolo delle città, in ogni paese della regione.

E sopratutto qualcosa di molto tangibile mancava: la paura! Si respirava aria di libertà, non più l'oppressione, il terrore di essersi lasciati sfuggire una parola in più del necessario che poteva significare un risveglio all'ombra della palma della Piazzetta della Palma … la possibilità di una passeggiata indisturbato, ovunque, a qualsiasi ora del giorno e della notte nel paese con il più basso tasso di criminalità del globo. Sotto i lampioni accesi, non più coprifuoco, non più esplosioni, non più esecuzioni sommarie.

Altri due cassoni con alcune cosette utili e un sacco di cianfrusaglie, ferri vecchi, rottami elettronici e le mie pietre della Dancalia ritrovavano la strada di casa e il posto che avevano abbandonato quasi quindici anni prima - niente era cambiato: il cortile col vecchio tornio, la casa appicicata al monte, i pali con l'altalena delle bambine … tutto la, tutto come prima. Come se nulla fosse mutato durante uno strano sogno durato tre lustri.

Ritrovavo visi che non mi erano nuovi e che mi abbracciavano, vecchie conoscenze, vecchi amici, il mare di Massawa ma … orrore … mi rendevo conto che la Dancalia, la mia Dancalia, si ritrovava oltre confine in un altro stato che esisteva da millenni ma che prima non esisteva, non per me o per Nico, noi non conoscevamo confini.

Inizia una nuova vita. Lavoro un pò come traduttore per la Cooperazione Italliana e poi metto sù un'attività in proprio, energie alternative. Sono nel paese del sole, niente di meglio e in effetti le prospettive sono molto buone, il lavoro si estende anche in Etiopia, finalmente ho raggiunto qualcosa di veramente valido e le soddisfazioni non mancheranno ma qualcosa improvvisamente cambia, l'Eritrea e l'Etiopia si ritrovano nuovamente in guerra, una guerra di trincea che costerà la vita a ben oltre centomila giovani e che terminerà due anni dopo. Gli etiopici nel frattempo hanno invaso diverse zone del paese lasciandosi dietro morte, distruzione ed ovunque campi minati. Una esile pace tiene sino al 13 aprile 2003 quando la Corte Internazionale dell'Aja emette il verdetto che dovrà definire una volta per tutte la questione dei confini tra i due stati e che è stata la miccia che ha fatto esplodere il conflitto. La pace - o forse tregua - tiene ancora. Si prospetta la demobilitazione, si hanno nuovamente tenui segni di ripresa e molte speranze … è una storia antica, una storia forse antica quanto l'Eritrea. Dall'altra parte del Mareb, il fiume che segna il confine, le popolazioni sono nuovamente fomentate, a molti non va a genio il verdetto sopra menzionato, l'Etiopia è tagliata fuori dal mare e urla che lo rivuole … ma non sono i confini e le distribuzioni delle terre che bisogna cambiare, bisogna cambiare il cuore dell'uomo. Solo quel giorno avremo una pace duratura e non in Eritrea o in Etiopia ma in tutto il globo.
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  1- Kagnew Station 2 - Il camioncino Balilla 3 - Il Corben 4 - Il pianeta degli Afar [1]
5 - Il pianeta degli Afar [2] 6 - Zaad Amba 7 - Il mare 8 - Il giorno più lungo
9 - Il professore 10 - Guerra e pace 11 - Il giorno dopo
 
 
Rivedo questo scritto, maggio 2017... (!)