Luigi Pirandello

Così è (se vi pare)
edizione 1918

Atto secondo

Studio in casa del Consigliere Agazzi. - Mobili antichi; vecchi quadri alle pareti; uscio in fondo, con tenda; uscio laterale a sinistra, che dà nel salotto, anch'esso con tenda; a destra, un ampio camino, su la cui mensola poggia un grande specchio; su la scrivania, apparecchio telefonico; canapè, poltrone, seggiole, ecc.

SCENA PRIMA

AGAZZI, LAUDISI, SIRELLI

Agazzi è in piedi presso la scrivania, col ricevitore dell'apparecchio telefonico all'orecchio. Laudisi e Sirelli, seduti, guardano verso di lui, in attesa.

AGAZZI Pronto!... - Sì.... Parlo con Centuri?... Ebbene?... Sì, bravo....

Ascolta a lungo, poi.

Ma come, scusi? è possibile?

Ascolta di nuovo a lungo, poi.

Lo capisco, ma mettendocisi con un po' d'impegno!...

Altra pausa lunga, poi.

È proprio strano, scusi, che non si possa....

Pausa.

Capisco, sì.... capisco....

Pausa.

Basta, veda un po'.... A rivederla....

Posa il ricevitore, e viene avanti.

SIRELLI (ansioso) Ebbene?

AGAZZI Niente.

SIRELLI Non si trova niente?

AGAZZI Tutto disperso, tutto distrutto.... Municipio.... archivio.... stato civile....

SIRELLI Ma la testimonianza almeno di qualche superstite?...

AGAZZI Niente.... Dice che non si ha notizia di superstiti, se pure ce ne sono.... Ricerche difficilissime!

SIRELLI Cosicché non ci resta che o da credere all'uno o da credere all'altra - senza prove?

AGAZZI Purtroppo!

LAUDISI (alzandosi) Volete seguire il mio consiglio? Credete a tutti e due!

AGAZZI Ma come! che dici?

SIRELLI Se una dice una cosa e l'altro ne dice un'altra!

LAUDISI E allora, non credete a nessuno dei due!

SIRELLI Tu vuoi scherzare. Mancano le prove, i dati di fatto; ma la verità, perdio, sarà da una parte o dall'altra!

LAUDISI I dati di fatto.... già! Che vorresti desumerne?

AGAZZI Ma scusa! Purtroppo non c'è più - ma c'era - se la signora Frola è lei la pazza - c'era, doveva esserci, si potrà trovare domani l'atto di morte della figliuola. - Oppure, non c'è e non si potrà trovare perché non c'è stato mai - e allora il pazzo è lui, il signor Ponza suo genero!

SIRELLI Potresti negar l'evidenza, se domani quest'atto ti venisse presentato?

LAUDISI Io? Ma non nego nulla io! Me ne guardo bene! Siete voi che avete bisogno dei dati di fatto, dei documenti, per affermare o per negare! Io non so che farmene, perché per me la realtà non consiste in essi, ma nell'animo di quei due, in cui non posso entrare, se non per quel tanto che essi me ne dicono.

SIRELLI Benissimo! E non dicono appunto che uno dei due è pazzo? - O pazza lei, o pazzo lui - di qui non si scappa! Quale dei due?

AGAZZI È qui la questione!

LAUDISI Prima di tutto, non è vero che lo dicano entrambi. Lo dice lui, il signor Ponza, di sua suocera. La signora Frola lo nega, non soltanto per sé, ma anche per lui. Se mai, lui - dice - fu un po' alterato di mente per soverchio amore. Ma ora, sano, sanissimo....

SIRELLI Ah dunque tu propendi, come me, verso ciò che dice lei, la suocera?

AGAZZI Certo che, stando a ciò che dice lei, si può spiegar tutto.... LAUDISI Ma si può spiegar tutto ugualmente, stando a ciò che dice lui, il genero!...

SIRELLI E allora - pazzo - nessuno dei due? Ma uno dev'essere, perdio!

LAUDISI E quale? Non potete dirlo voi, né può dirlo nessuno! E non già perché codesti dati di fatto, che andate cercando, siano stati annullati da un accidente qualsiasi - un incendio, un terremoto -; ma perché li hanno annullati essi in sé, nell'animo loro, volete capirlo? - creando lei a lui, o lui a lei, un fantasma che ha la stessa consistenza della realtà, dov'essi vivono perfettamente, di pieno accordo! E non potrà essere distrutta, quella loro realtà, da nessun documento, poiché essi ci respirano dentro, la vedono, la sentono, la toccano! - Al più, per voi potrebbe servire il documento, per togliervi voi una sciocca curiosità. Vi manca, ed eccovi dannati al meraviglioso supplizio d'aver davanti, accanto, qua il fantasma e qua la realtà, e di non poter distinguere l'uno dall'altra!

AGAZZI Filosofia, caro, filosofia! - Lo vedremo, lo vedremo adesso se non sarà possibile!

SIRELLI Abbiamo inteso prima l'uno, poi l'altra; mettendoli insieme, ora, di fronte, vuoi che non si scopra dove sia il fantasma, dove la realtà?

LAUDISI Io vi chiedo licenza di seguitare a ridere alla fine.

AGAZZI Va bene, va bene; vedremo chi riderà meglio alla fine. Non perdiamo tempo!

Si fa all'uscio a sinistra e chiama.

Amalia! Signora! Venite, venite qua!

SCENA SECONDA

SIGNORA AMALIA, SIGNORA SIRELLI, DINA, DETTI.

SIGNORA SIRELLI (a Laudisi, minacciandolo con un dito) Ancora? ancora, lei?

SIRELLI È incorreggibile !

SIGNORA SIRELLI Ma come non si lascia prendere dalla smania, dall'ossessione che è in tutti ormai, di strappare questo mistero che rischia di fare impazzire tutti quanti? - Io non ci ho dormito stanotte!

AGAZZI Per carità, signora, lo lasci stare!

LAUDISI Dia retta a mio cognato piuttosto, che le prepara il sonno per questa notte.

AGAZZI Dunque. Stabiliamo. Ecco. Voi andate dalla signora Frola....

AMALIA E saremo ricevute?

AGAZZI Oh Dio, direi....

DINA Restituiamo la visita....

AMALIA Ma se lui non vuol permettere che la signora ne faccia e ne riceva?

SIRELLI Prima sì.... perché ancora non si sapeva niente. Ma ormai che la signora, costretta, ha parlato, spiegando a modo suo la ragione del suo ritegno....

SIGNORA SIRELLI Forse avrà piacere, anzi, di parlarci della figliuola....

DINA È così affabile! - Ah, per me non c è dubbio, sapete : il pazzo è lui !

AGAZZI Non precipitiamo il giudizio. - Dunque, statemi a sentire.

Guarda l'orologio.

Vi tratterrete poco, un quarto d'ora, non più.

SIRELLI (alla moglie) Per carità, sta' attenta!

SIGNORA SIRELLI E perché dici a me?

SIRELLI Se ti metti a parlare....

DINA (per prevenire una lite fra i due) Un quarto d'ora, un quarto d'ora; starò attenta io.

AGAZZI Io arrivo alla Prefettura, e sarò qui di ritorno alle undici. Fra una ventina di minuti.

SIRELLI E io?

AGAZZI Aspetta.

Alle donne.

Con una scusa, un poco prima, voi indurrete la signora Frola a venire qua.

AMALIA E che.... che scusa?

AGAZZI Una scusa qualunque! La troverete conversando.... Manca a voi? C'è Dina, c'è la signora.... - Entrerete, s intende, nel salotto.

Si reca all'uscio a sinistra e lo apre bene, scostando la tenda .

Quest'uscio deve restare così - bene aperto - così! per modo che di qua vi si senta parlare. - Io lascio sulla scrivania queste carte, che dovrei portare con me. È una pratica d'ufficio preparata apposta per il signor Ponza. Fingo di scordarmela, e con questo pretesto me lo conduco qua. Allora...

SIRELLI Scusa, ma io quando devo venire?

AGAZZI Qualche minuto dopo le undici, tu - quando già le signore saranno nel salotto, e io qua con lui. Vieni per prendere la tua signora. Ti fai introdurre da me. Io allora le inviterò tutte a favorire qua da noi ....

LAUDISI (subito) E la verità sarà scoperta!

DINA Ma scusa, zietto, quando saranno tutt'e due di fronte....

AGAZZI Non gli date retta! Andate, andate.... Non c'è tempo da perdere!

SIGNORA SIRELLI Andiamo, sì, andiamo. Io neanche lo saluto!

LAUDISI Ecco, mi saluto per lei, signora!

Si stringe una mano con l'altra.

Buona fortuna!

Via Amalia, Dina e la Signora Sirelli.

AGAZZI (a Sirelli) Andiamo anche noi, eh? Subito....

SIRELLI Sì, andiamo. Addio, Lamberto.

LAUDISI Addio, addio....

Agazzi e Sirelli, via.

SCENA TERZA

LAUDISI solo, poi il CAMERIERE

LAUDISI (Va un po' in giro per lo studio, sogghignando tra sé e tentennando il capo; poi si ferma davanti al grande specchio su la mensola del camino, guarda la propria immagine e parla con essa) Eccoti qua....

La saluta con due dita, strizzando furbescamente un occhio, e sghigna.

Eh caro.... Chi è il pazzo di noi due?

Alza una mano con l'indice appuntato contro la sua immagine che, a sua volta, appunta l'indice contro di lui. Sghigna ancora, poi.

Eh, lo so: io dico: tu - e tu dici: io! - Tu! tu! - E già, io...- Va' là, che così a tu per tu, ci conosciamo bene noi due! - Il guajo è che come ti vedo io, non ti vedono gli altri! E allora, caro mio, che diventi tu? Dico per me che, qua di fronte a te, mi vedo e mi tocco - tu, per come ti vedono gli altri - che diventi? - Un fantasma, caro, un fantasma! - Eppure, vedi questi pazzi? Senza badare al fantasma che portano con sé, in sé stessi, vanno correndo, pieni di curiosità, dietro il fantasma altrui! E credono che sia una cosa diversa....

Il cameriere, entrato, resta sbalordito a sentir le ultime parole del Laudisi allo specchio. Poi chiama

CAMERIERE Signor Lamberto....

LAUDISI Eh?

CAMERIERE Ci sono due signore. La signora Cini e un'altra....

LAUDISI Vogliono me?

CAMERIERE Hanno chiesto della signora. Ho detto che si trovava a visita dalla signora qua accanto, e allora....

LAUDISI Ebbene?

CAMERIERE Si sono guardate negli occhi, poi hanno detto: - "Ah sì? ah sì?" - e m'hanno domandato, se non c'era proprio nessuno in casa.

LAUDISI Tu avrai risposto che non c'era nessuno....

CAMERIERE Ho risposto che c'era lei.

LAUDISI Io? No. - Quello che conoscono loro, se mai!

CAMERIERE Come dice?

LAUDISI Ma scusa, ti pare lo stesso?

CAMERIERE Non capisco.

LAUDISI Con chi stai parlando tu?

CAMERIERE Come.... con chi sto parlando ?.... Con lei....

LAUDISI E sei proprio sicuro che io sia lo stesso di quello che chiedono codeste signore?

CAMERIERE Ma.... non saprei.... Hanno detto il fratello della signora....

LAUDISI Caro! Ah.... - Eh sì, allora sono io, va bene....- Falle entrare, falle entrare....

II cameriere si ritira

SCENA QUARTA

DETTO la SIGNORA CINI, la SIGNORA NENNI.

SIGNORA CINI Permesso?

LAUDISI Avanti, avanti, signora....

SIGNORA CINI M'hanno detto che la signora non c'è. Io avevo portato con me la mia amica signora Nenni

La presenta: è una vecchia più goffa e smorfiosa di lei, piena anch'essa di cupida curiosità, ma guardinga, sgomenta:

che aveva tanto desiderio di conoscere la signora....

LAUDISI (subito) Frola?

SIGNORA CINI No, sua sorella!

LAUDISI Oh, verrà, sarà qui tra poco. Anche la signora Frola. S'accomodino, prego. C'è anche la signora Sirelli.

SIGNORA CINI Già lo sapevamo....

LAUDISI Tutto concertato. Sarà una scena interessantissima. Tra poco, alle undici. Sì.

SIGNORA CINI Hanno concertato.... che cosa?

LAUDISI (misterioso, prima con un gesto delle dita, poi, con la voce) L'incontro.

Gesto d'ammirazione, poi:

Un'idea grande!

SIGNORA CINI Che... che incontro?

LAUDISI Dei due. Prima, lui qua.

SIGNORA CINI Il signor Ponza?

LAUDISI E lei là....

Indica il salotto.

SIGNORA CINI La signora Frola?

LAUDISI Sissignora.

Daccapo, prima con un gesto espressivo della mano, poi con la voce.

Ma poi, tutti qua. Un'idea grande!

SIGNORA CINI Per venire a scoprire....

LAUDISI (subito) La verità! Ma già s'è scoperta, sa? Si tratta adesso di smascherarla.

SIGNORA CINI (con sorpresa e vivissima ansia) Ah! s'è scoperta? E chi è? Chi è dei due? chi è?

LAUDISI Vediamo un po'. Indovini. Lei chi dice?

SIGNORA CINI (gongolante, esitante). Ma.... io.... ecco....

LAUDISI Lei o lui? Non saprebbe? Vediamo.... Coraggio!

SIGNORA CINI Io... io lui dico....

LAUDISI (la guarda un po'. Poi:) È lui!

SIGNORA CINI Sì? Ah! Ecco! ecco! Ma sì! Era evidente!

SIGNORA NENNI Tutte, tutte lo dicevamo, noi donne!

SIGNORA CINI E come, come s'è scoperto? Son venute fuori prove, è vero? atti....

SIGNORA NENNI Per mezzo della Prefettura, eh? Lo dicevamo! Non era possibile che non si scoprisse!

LAUDISI (fa segno con le mani d'accostarsi di più a lui: poi dice loro piano, con tono di mistero, quasi pesando le sillabe) L'atto del secondo matrimonio.

SIGNORA CINI (stordita, interdetta) Del secondo?

SIGNORA NENNI (stordita, interdetta) Come, come? Del secondo matrimonio?

SIGNORA CINI Ma allora.... allora ha ragione lui?

LAUDISI Eh.... i dati di fatto, signore mie! L'atto del secondo matrimonio - a quanto pare - parla chiaro.

SIGNORA NENNI Ma allora la pazza è lei!

LAUDISI E già! Parrebbe lei....

SIGNORA CINI Ma come? Aveva detto lui!

LAUDISI Sì. Ma perché l'atto, signora mia, può essere benissimo - come ha assicurato la signora Frola - un atto simulato, messo su con l'ajuto degli amici per secondare in lui la fissazione che la moglie non fosse più quella, ma un'altra.

SIGNORA CINI Ah, ma allora un atto.... così, senza valore?...

LAUDISI Cioè, cioè.... Con quel valore, signora, con quel valore che ognuno gli vuol dare! Non ci sono, scusi, anche le letterine che la signora Frola dice di ricevere ogni giorno dalla figliuola per mezzo del panierino, là, nel cortile? Ci sono queste letterine, è vero?

SIGNORA CINI Sì, ebbene?

LAUDISI Ebbene: documenti, signora! Documenti, anche queste letterine! Ma secondo il valore che lei vuol dar loro! Viene il signor Ponza e dice che sono finte, fatte per secondare la fissazione della signora Frola.

SIGNORA CINI Ma, allora, oh Dio! di certo non si sa niente....

LAUDISI Come niente, come niente, scusi.... non esageriamo! I giorni della settimana, quanti sono? Sette: lunedì, martedì, mercoledì.... E i mesi dell'anno? Dodici: gennajo, febbrajo, marzo....

SIGNORA CINI Ah, abbiamo capito! Lei vuole scherzare....

SCENA QUINTA

DETTI e DINA

DINA (sopravviene di corsa dall'uscio in fondo) Zietto, per favore....

Si arresta vedendo la signora Cini.

Oh, signora, lei qui?...

SIGNORA CINI Sì, ero venuta....

LAUDISI Con la signora Cenni....

SIGNORA NENNI No, Nenni, prego....

LAUDISI Nenni, già.... Che ha tanto desiderio di conoscere la signora Frola.

SIGNORA NENNI Ma, no.... scusi....

SIGNORA CINI Seguita a burlarsi di noi!... Se sapesse, signorina, come ci ha burlate....

DINA È tanto cattivo, in questo momento, anche con tutti noi, sa? Abbiano pazienza un pochino.... Non ho più bisogno di niente. Vado a dire alla mamma che ci sono qua loro e questo basterà.... Ah zio, se la sentissi.... È un tesorino di vecchietta.... come parla!... che bontà!... Ci ha mostrate tutte le letterine della figliuola.

SIGNORA CINI Già.... ma.... se, come ci stava dicendo il signor Laudisi....

DINA E che ne sa lui? Non le ha mica lette lui!

SIGNORA NENNI Non possono esser finte?

DINA Ma che finte! Sono così chiare, evidenti! Può mai ingannarsi una madre su le espressioni della propria figliuola! L'ultima letterina, di jeri....

S'interrompe, udendo nel salotto accanto, attraverso l'uscio rimasto aperto, rumor di voci.

Ah, eccole.... sono qua, sono qua senz'altro!

Va a l'uscio e guarda.

SIGNORA CINI (correndole appresso) Con lei? con lei?

DINA Sì, vengano, vengano.... Bisogna che stiamo tutte nel salotto.... Sono già le undici, zio?

SCENA SESTA

DETTI, la signora AMALIA

AMALIA (sopravvenendo agitata dall'uscio a sinistra) Se se ne potesse fare a meno! Non c'è più assolutamente bisogno di prove!

DINA Ma già! Ci pensavo, sì, è inutile!

AMALIA (salutando in fretta, costernata, la signora Cini) Cara signora....

SIGNORA CINI (presentando la signora Nenni) La signora Nenni, ch'era venuta con me ....

AMALIA (salutando in fretta, costernata, la signora Nenni) Piacere, signora....

Poi:

Non c'è più dubbio! È lui!

SIGNORA CINI È lui, è vero? è lui?

DINA Perché quest'inganno, alla povera signora?

AMALIA Un tradimento!

LAUDISI Ma sì! È indegno, è indegno, avete ragione! Tanto più che comincia a parermi evidente che dev'esser lei!

AMALIA Lei? Come! Che dici?

LAUDISI Lei, lei, lei....

AMALIA Ma va' là! Se tu la sentissi parlare!

DINA Ne siamo ormai così sicure noi!

SIGNORA CINI e SIGNORA NENNI (gongolanti) Sì? sì, eh?

LAUDISI Ma appunto perché ne siete così sicure vojaltre: dev'esser lei!

DINA Andiamo, via, andiamo di là; non lo vedete che lo fa apposta?

AMALIA Andiamo, sì, andiamo, signore....

Davanti all'uscio a sinistra.

Favoriscano, prego....

Via la signora Cini, la signora Nenni, Amalia. Dina fa per uscire anche lei.

LAUDISI (chiamandola a sé) Dina!

DINA Non ti voglio dare ascolto! No! no!

LAUDISI Richiudi codesto uscio, se, ormai, la prova è inutile.

DINA E il babbo? L'ha lasciato lui così aperto.... Sta per venire con quell'altro. Se lo trova chiuso.... Sai com'è, il babbo....

LAUDISI Ma lo persuaderete voi.... tu, specialmente....che non ce n'era più bisogno. Non ne sei convinta tu?

DINA Convintissima!

LAUDISI (con sorriso di sfida) E chiudi allora!

DINA Tu vorresti pigliarti il piacere di vedermi dubitare ancora. Non chiudo. Ma solo per il babbo.

LAUDISI (con sorriso di sfida) Vuoi che chiuda io?

DINA Su la tua responsabilità!

LAUDISI Ma io non ho acquistato come te la certezza che il pazzo sia lui.

DINA E tu vieni; sentila parlare! Vedrai che l'acquisterai anche tu, senza dubbio. Vieni?

LAUDISI Sì, vengo. E posso chiudere, sai? Su la mia responsabilità.

DINA Ah, vedi? Anche prima di sentirla!

LAUDISI No, cara. Perché son sicuro che tuo padre, a quest'ora, pensa anche lui, come vojaltre, che questa prova è inutile.

DINA Ne sei sicuro?

LAUDISI Ma sì! Sta parlando con lui! Avrà acquistato senza dubbio la certezza che la pazza è lei.

S'appressa all'uscio risolutamente.

Chiudo.

DINA (subito trattenendolo) No.

Poi, interdetta:

Scusa.... se pensi così.... lasciamolo aperto....

LAUDISI (ride al suo solito) Ah ah ah.... vedi?

DINA Io dico per il babbo!

LAUDISI E il babbo dirà per voi.... Lasciamolo aperto....

Si sente sonare nel salotto accanto, sul pianoforte, un'antica aria piena di dolce e mesta grazia, della Povera Nina del Pergolesi.

DINA Ah, è lei.... senti? suona! suona lei!

LAUDISI La vecchietta?

DINA Sì, ci ha detto che la figliuola, prima, la sonava sempre, questa vecchia aria... Senti con quanta dolcezza la suona?... Andiamo, andiamo....

Escono tutt'e due per l'uscio a sinistra.

SCENA SETTIMA

AGAZZI, il SIGNOR PONZA, poi SIRELLI

La scena, appena usciti Laudisi e Dina, resta vuota per un pezzo. Seguita dall'interno il suono del pianoforte. Il signor Ponza, entrando per l'uscio in fondo col consigliere Agazzi, udendo le note, si turba profondamente, e il suo turbamento andrà a mano a mano crescendo durante la scena.

AGAZZI (davanti all'uscio in fondo) Passi, passi, prego....

Fa entrare il signor Ponza, poi entra lui e si dirige alla scrivania per prendere le carte che ha finto di dimenticarsi lassù.

Ecco, devo averle lasciate qua.... S'accomodi, prego....

Il signor Ponza resta in piedi, guardando con agitazione verso il salotto, donde viene il suono del pianoforte.

Eccole qua....

Prende le carte e s'appressa al signor Ponza sfogliandole.

È una vecchia pratica.... una contesa, come le dicevo, aggrovigliata, aggrovigliata e molto seria, che si trascina da anni....

Si volta anche lui a guardare verso il salotto, urtato dal suono del pianoforte.

Ma questa musica.... Giusto ora!...

Fa un gesto di dispetto, nel voltarsi, come per dire tra sé: Che stupide!

Chi suona?

Si fa a guardare, attraverso l'uscio, nel salotto, scorge al pianoforte la signora Frola, fa un atto di meraviglia.

Ah!...

PONZA (appressandoglisi, convulso) In nome di Dio, è lei? suona lei?...

AGAZZI Sì... È sua suocera... Come suona bene!...

PONZA Ma come? Se la sono portata qua, di nuovo? E la fanno sonare ?...

AGAZZI Perché no, scusi?... che male?

PONZA Ma no, per carità!... Questa musica!... È quella della sua figliuola!

AGAZZI Ah.... forse fa male a lei?

PONZA Non a me! non a me! Fa male a lei.... un male incalcolabile!... Ma scusi, signor consigliere, io ho pur detto a lei, alle signore, le condizioni di quella povera disgraziata!...

AGAZZI (procurando di calmarlo nell'agitazione sempre crescente) Sì, sì... ma veda....

PONZA (seguitando) Che dev'essere lasciata in pace! Che non può ricever visite, né farne! So io solo come si deve trattare con lei! La rovinano! la rovinano!

AGAZZI Ma no, creda.... Le mie donne sapranno bene anche loro....

S'interrompe improvvisamente al cessare della musica nel salotto, da cui viene ora un coro d'approvazioni.

Ecco, guardi.... può ascoltare....

Dall'interno giungono, spiccatamente, queste battute di dialogo:

DINA Ma lei suona ancora meravigliosamente, signora!

SIGNORA FROLA Io? Eh.... la mia Lina! dovrebbe sentire la mia Lina, come la suona!...

PONZA (fremendo, strizzandosi le mani) La sua Lina!... la sua Lina!

AGAZZI La figliuola.

PONZA Ma sente? dice suona! dice suona!

Di nuovo, dall'interno, spiccatamente:

SIGNORA FROLA Eh, no, non può, non può più sonare, da allora! E forse è questo il suo maggior dolore, poverina !

AGAZZI Mi sembra naturale.... La crede ancora viva....

PONZA Ma non le si deve far dire così! Non deve.... non deve dirlo.... Ha sentito? Da allora.... Ha detto, da allora.... Per quel pianoforte.... certo!... Lei non sa.... Per il pianoforte della povera morta... Ma Dio mio, Dio mio.... loro mi vogliono daccapo rovinare....

Sopravviene a questo punto Sirelli, il quale, udendo le ultime parole del Ponza e notandone l'estrema esasperazione, resta come basito. Agazzi, anche lui sbigottito, gli fa cenno di appressarsi.

AGAZZI Ma no.... ma perché, scusi....

A Sirelli.

Ti prego, fa' venire qua le signore....

Sirelli, tenendosi al largo, si fa all'uscio a sinistra e chiama le signore.

PONZA Le signore? Qua.... No, no.... Piuttosto....

SCENA OTTAVA

La SIGNORA FROLA, la SIGNORA AMALIA, la SIGNORA SIRELLI, DINA, la SIGNORA CINI la SIGNORA NENNI, LAUDISI, DETTI.

Le signore, al cenno di Sirelli pieno di sbigottimento, entrano, sgomente. La signora Frola, scorgendo il genero in quello stato d'orgasmo, se n'atterrisce. Investita da lui con estrema violenza durante la scena seguente, farà, di tratto in tratto, con gli occhi, alle signore cenni espressivi d'intelligenza. La scena si svolgerà rapida, concitata e violentissima.

PONZA Lei, qua? Come qua? Che è venuta a fare qua?

SIGNORA FROLA Ero venuta, abbi pazienza....

PONZA È venuta qua a dire... - Che ha detto? che ha detto a queste signore?

SIGNORA FROLA Niente.... ti giuro.... Niente....

PONZA Niente? Come niente? Ho sentito io!... Ha sentito qua con me questo signore! Lei ha detto suona! Chi suona! Lina suona? Lei lo sa bene che è morta da quattro anni la sua figliuola!

SIGNORA FROLA Ma sì!... caro, calmati.... sì.... sì....

PONZA "E non può più sonare da allora!" Sicuro che non può più sonare da allora! Come vuole che suoni, se è morta?

SIGNORA FROLA Ma certo, sì! E non l'ho detto, signore mie? L'ho detto, che non può più, da allora.... Certo! se è morta....

PONZA E perché pensa ancora a quel pianoforte, dunque?

SIGNORA FROLA No, no, non ci penso più!

PONZA L'ho sfasciato io! Lei lo sa! Quando la sua figliuola è morta! Per non farlo toccare a quest'altra, che del resto non sa sonare! Lei lo sa che non suona quest'altra....

SIGNORA FROLA Ma se non sa sonare!... certo!

PONZA E scusi; si chiamava Lina, è vero? la sua figliuola. Ora dica, dica qua come si chiama la mia seconda moglie! Lo dica qua a tutti, perché lei lo sa bene! - Come si chiama?

SIGNORA FROLA Giulia.... Giulia si chiama!.... - Sì, sì, è vero, signori; si chiama Giulia!

PONZA Giulia si chiama! Non si chiama mica Lina!! E non cerchi di ammiccare lei intanto, dicendo che si chiama Giulia!

SIGNORA FROLA Io? no! Non ho ammiccato.... Ma no!

PONZA Me ne sono accorto! Me ne sono accorto bene! Lei vuole rovinarmi! Vuole dare a intendere a questi signori che io voglia tenermi ancora tutta per me la sua figliuola, come se non fosse morta....

Rompe in spaventosi singhiozzi.

Come se non fosse morta!

SIGNORA FROLA (subito con infinita dolcezza e umiltà, accorrendo a lui) Io.... no, no.... figliuolo mio caro, càlmati per carità.... Io non ho detto mai questo.... - È vero? è vero, signore?

AMALIA, SIGNORA SIRELLI, DINA Ma sì.... sì.... - Non lo ha detto mai! - Ha detto che è morta!

SIGNORA FROLA È vero? -Che è morta, ho detto!... - Come no? E che tu sei tanto buono per me.... è vero? è vero?.... Io, rovinarti? - Io, comprometterti?

PONZA E va cercando nelle case il pianoforte degli altri? per farci le sonatine della sua figliuola, e andar dicendo che Lina le suona così, e meglio di così?

SIGNORA FROLA No.... è stato.... è stato così.... tanto.... tanto per provare...

PONZA Lei non può! Lei non deve! Come le può venire in mente di sonare ancora ciò che sonava la sua figliuola morta?

SIGNORA FROLA Hai ragione.... sì, ah poverino.... poverino!

Intenerita, si mette a piangere.

Non lo farò più!... non lo farò più!

PONZA (investendola davvicino) Vada! vada via! vada via!

SIGNORA FROLA Sì.... sì.... vado, vado.... Oh Dio!...

Fa cenni supplichevoli a tutti, arretrando, di aver riguardo al genero, e si ritira piangendo.

SCENA NONA

DETTI, meno la SIGNORA FROLA

Restano tutti compresi di pietà e terrore a mirare il signor Ponza. Ma subito, questi, appena uscita la suocera, riprende la sua aria normale, di cupa affannata tristezza e dice con profonda commozione:

PONZA Chiedo scusa a lor signori di questo triste spettacolo che ho dovuto dar loro per rimediare al male che, senza volerlo, senza saperlo, con la loro pietà, fanno a questa infelice....

AGAZZI (stupito) Ma come.... lei ha finto?

PONZA Per forza, signori! E non intendono che l'unico mezzo è questo, per tenerla nella sua illusione, che io le gridi così la verità, come se fosse una mia pazzia? - Mi perdonino, e mi permettano: bisogna che io corra ora da lei....

Via di fretta per l'uscio comune. Restano tutti, di nuovo, sbalorditi. Un silenzio.

LAUDISI (facendosi in mezzo) Ed ecco, signori, scoperta la verità!

Scoppia a ridere.

Ah! ah! ah! ah!

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