XXXIX Io temo sì de' begli occhi l'assalto

Io temo sì de' begli occhi l'assalto
ne' quali Amore et la mia morte alberga,
ch'i' fuggo lor come fanciul la verga,
et gran tempo è ch'i' presi il primier salto.
Da ora inanzi faticoso od alto
loco non fia, dove 'l voler non s'erga
per no scontrar chi miei sensi disperga
lassando come suol me freddo smalto.
Dunque s'a veder voi tardo mi volsi
per non ravvicinarmi a chi mi strugge,
fallir forse non fu di scusa indegno.
Più dico, che 'l tornare a quel ch'uom fugge,
e 'l cor che di paura tanta sciolsi,
fur de la fede mia non leggier pegno.