. Guerra in Iraq: un'emergenza umanitaria insostenibile . |
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Le Nazioni Unite hanno dichiarato che, vista la situazione attuale della società irachena, un conflitto a lungo termine causerebbe un’emergenza umanitaria di gran lunga superiore alle capacità delle agenzie ONU e di ogni altra organizzazione umanitaria internazionale ( fonte: UN Contingency Plan). Si prevedono, sempre da parte dell’ONU, almeno un milione di bambini al di sotto dei 5 anni morti per denutrizione, almeno 600.000 rifugiati e una mortalità fra i civili superiore a quella riscontrata nella guerra del ’91 ( che causò 47.000 decessi di bambini in soli 8 mesi). Le cause di un tale disastro sarebbero essenzialmente due. La prima è rappresentata dagli attacchi militari, che in poco tempo metterebbero fuori uso le già fragili strutture civili: trasporti, comunicazioni, depuratori d’acqua, ospedali, centrali elettriche, centri di distribuzione del cibo. Questi ultimi, in particolare, costituiscono una rete di 46000 punti, dai quali dipende la sopravvivenza del 60% della popolazione irachena, quasi 20 milioni di persone. Quello eseguito del governo iracheno dal 1991 è infatti il più grande sistema di distribuzione del cibo mai esistito nella storia, ed è finanziato dai proventi della vendita del petrolio gestiti dall’OFFP (Oil- for- Food Program), programma di cui tra l’altro la Commissione delle Sanzioni ha deciso la sospensione in caso di guerra. La seconda causa della catastrofe irachena è più subdola, poiché consiste nella straordinaria segretezza con cui sia il Governo americano che le Nazioni Unite stanno organizzando il piano di aiuti umanitari in Iraq, badando bene di escludere dai loro progetti molte ong americane e internazionali. Secondo il Center for Economic and Social Right –CESR- di New York (un’organizzazione non governativa che collabora con l’ONU per promuovere la giustizia sociale sul piano internazionale) il Governo americano, se da un lato rilascia dichiarazioni dettagliate sull’intervento militare in Iraq, dall’altro lato non rende pubblici i piani d’intervento umanitario, impedendo così un’efficace coordinazione tra le varie organizzazioni di aiuto. Non solo: un consorzio di ong americane, cui il governo Usa ha negato la licenza operativa in Iraq, ha accusato l’America di politicizzare gli aiuti umanitari, offrendo i fondi e l’accesso nel territorio iracheno soltanto a quelle organizzazioni che si mostrano favorevoli agli obiettivi americani. E’ probabile quindi, che mentre nascerà un’emergenza umanitaria senza precedenti per le stesse Nazioni Unite, l’esercito americano impedirà l’accesso indipendente in Iraq a molte organizzazioni umanitarie internazionali, generando così l’ennesimo paradosso di questa guerra. FONTI CESR, Inchiesta sulle conseguenze umanitarie della guerra in Iraq, Gennaio 2003 UN Contingency Plan Ascherio , Chase , Cote, "Effect of the Gulf War on Infant and Child Mortality in Iraq" New England Journal of Medicine, 1992 Gazdar, Haris, "Pre-Modern, Modern and Postmodern Famine in Iraq", Institute of Development Studies Bulletin, ottobre 2002 UN Portrait; UN , "Likely Humanitarian Report Scenarios", dicembre 2002 |
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