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Vicenza

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bussola Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Vicenza (disambigua).
Vicenza
comune
Vicenza – Stemma Vicenza – Bandiera
Vicenza – Veduta
Localizzazione
Stato Italia Italia
Regione Veneto-Stemma.png Veneto
Provincia Provincia di Vicenza-Stemma.png Vicenza
Amministrazione
Sindaco Achille Variati (PD) dal 27-5-2013 (2º mandato)
Territorio
Coordinate 45°33′00″N 11°33′00″E / 45.55°N 11.55°E45.55; 11.55 (Vicenza)Coordinate: 45°33′00″N 11°33′00″E / 45.55°N 11.55°E45.55; 11.55 (Vicenza) (Mappa)
Altitudine 39 m s.l.m.
Superficie 80,57 km²
Abitanti 113 639[1] (31-12-2012)
Densità 1 410,44 ab./km²
Frazioni Vedi elenco
Comuni confinanti Altavilla Vicentina, Arcugnano, Bolzano Vicentino, Caldogno, Costabissara, Creazzo, Dueville, Longare, Monteviale, Monticello Conte Otto, Quinto Vicentino, Torri di Quartesolo
Altre informazioni
Cod. postale 36100
Prefisso 0444
Fuso orario UTC+1
Codice ISTAT 024116
Cod. catastale L840
Targa VI
Cl. sismica zona 3 (sismicità bassa)
Cl. climatica zona E, 2 371 GG[2]
Nome abitanti vicentini o berici
Patrono Madonna di Monte Berico (patrono principale),
san Vincenzo di Saragozza (patrono secondario)
Giorno festivo 8 settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Vicenza
Vicenza
Posizione del comune di Vicenza all'interno dell'omonima provincia
Posizione del comune di Vicenza all'interno dell'omonima provincia
Sito istituzionale

Vicenza[3] (Vicensa[4] in veneto locale[5][6]) è un comune italiano di 113.639 abitanti[7], capoluogo dell'omonima provincia in Veneto.

È il quarto[8] comune della regione per popolazione e il quinto più densamente popolato[9].

Il capoluogo berico è meta di turismo culturale con flussi da ogni parte d'Italia ed internazionali[10], in virtù del suo essere soprannominata "la città del Palladio" - dal nome dell'architetto che qui realizzò numerosi edifici nel tardo rinascimento. Proprio perché la città costituisce una realizzazione artistica eccezionale per i numerosi contributi architettonici di Andrea Palladio, Vicenza è stata dichiarata Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.

La città è, inoltre, tra i più importanti centri industriali ed economici italiani, cuore di una provincia costellata di piccole e medie imprese il cui tessuto produttivo registra da anni il terzo posto in Italia per fatturato nelle esportazioni, trainate soprattutto dal settore metalmeccanico, tessile e orafo: quest'ultimo raggiunge nel capoluogo berico oltre un terzo del totale delle esportazioni di oreficeria[11], facendo di Vicenza la capitale italiana della lavorazione dell'oro.

Indice

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Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Vicenza - Panorama.jpg
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Veduta panoramica di Vicenza dal Piazzale della Vittoria di Monte Berico

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio comunale di Vicenza si estende per circa 80 km², tra la parte settentrionale dei Colli Berici e la parte orientale dei Lessini.

La città presenta una parte meridionale pianeggiante posta ad una quota di 26 m s.l m. (zona di Borgo Casale), la parte del centro storico che si sviluppa tra i 33–40 m s.l.m., tra le anse dei principali fiumi Bacchiglione, Retrone ed Astichello ed infine una parte collinare (appartenente al Sistema delle dorsali Settentrionali dei Colli Berici) con un'altezza massima di 183 m s.l.m. (corrispondente al Monte Bella Guardia).

Il territorio comunale comprende non solo il nucleo urbano, che si è notevolmente espanso nel corso del Novecento, ma anche delle zone di campagna in periferia e la zona di Monte Berico, che domina la città dall'alto.

Sismologia[modifica | modifica wikitesto]

Per quanto riguarda la sismicità, il capoluogo berico è stato classificato con rischio sismico di grado 3 su 4 ovvero a rischio sismico basso (Ordinanza PCM 3274 del 20/03/2003).[12]

Idrografia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Storia dei fiumi di Vicenza e Alluvione del Veneto del 2010.
L'alluvione del novembre 2010 in una strada del centro storico

Il nucleo storico della città sorge alla confluenza del fiume Bacchiglione con il suo affluente Retrone. Altri corsi d'acqua toccano Vicenza: il fiume Astichello (che provenendo da nord-est si getta nel Bacchiglione), il fiume Tesina (che lambisce la città ad est) e il torrente Orolo (che discende da nord e si getta anch'esso nel Bacchiglione).

Durante il Medioevo questi corsi d'acqua hanno avuto un'influenza decisiva sulla storia, la difesa e lo sviluppo della città.

Oltre ai fiumi, Vicenza e la zona a nord della città è molto ricca anche di acqua di falda e di risorgiva, tant'è che, da secoli, la città di Padova e parte della sua provincia prelevano l'acqua dal vicentino e, attraverso l'acquedotto sito nella zona di Novoledo di Villaverla, la portano nel territorio patavino.

Purtroppo, a causa della notevole urbanizzazione del dopoguerra, molti fossati e canali di scolo sono stati chiusi o tombinati e larghe aree di terreni una volta agricoli si sono trasformate in zone industriali, finendo per convogliare il deflusso delle acque che dalle montagne vicentine giungono in pianura, solo sui fiumi principali.

Proprio perché si trova nel punto d'incontro di fiumi (Bacchiglione e Retrone in primis) la città di Vicenza viene considerata una zona a rischio idrogeologico; nel passato è stata infatti colpita da diverse alluvioni: particolarmente rilevanti quelle del settembre 1882 e del 4 novembre 1966. Tra il primo e il 2 novembre 2010 la città è stata colpita da una nuova alluvione che ha sommerso il 20% della superficie comunale provocando gravi danni e due vittime.

In data 11 novembre 2012 Vicenza ha rischiato una seconda alluvione, a distanza di soli due anni da quella del 2010. Il livello del Bacchiglione al Ponte degli Angeli ha toccato i 6,05 metri, andando quindi ben oltre il livello di guardia (tanto che, per la prima volta, sono state attivate le sirene di allarme esondazione installate dal comune su alcuni campanili della città), poi l'ondata di piena è diminuita. I danni sono comunque stati ingenti in alcune zone della città, ampiamente allagate (2,3 km² di territorio allagato su 80,54 km² di territorio comunale)[13] dall'acqua esondata in alcuni punti e da quella uscita a forte pressione dalle condutture fognarie. L’unica struttura in grado di evitare in un futuro ulteriori danni da alluvione ai Comuni di Vicenza e Caldogno - Comune che si è trovato in una situazione analoga - è la realizzazione del bacino di laminazione, previsto da due anni.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Vicenza.

Vicenza ha un clima semicontinentale con inverni piuttosto freddi e umidi, le estati sono invece calde e afose. Effetti positivi hanno le colline e le montagne che, molto spesso, riescono a bloccare le perturbazioni. Mediamente la durata del giorno è di dodici ore e sedici minuti, con punta minima a dicembre (otto ore e quarantanove minuti) e massima a giugno (quindici ore e quaranta minuti).

Le precipitazioni medie annue si attestano a 1.060 mm, mediamente distribuite in 88 giorni di pioggia, con minimo relativo in inverno, picco massimo in autunno e massimo secondario in primavera per gli accumuli. L'umidità relativa media annua fa registrare il valore di 74,6 % con minimi di 70 % a luglio e ad agosto e massimo di 81 % a dicembre; mediamente si contano 59 giorni di nebbia all'anno.

VICENZA
(1951-2008)
Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv Pri Est Aut
T. max. mediaC) 7,0 9,3 13,5 17,3 22,8 26,2 29,1 28,7 24,3 18,4 11,8 7,5 7,9 17,9 28,0 18,2 18,0
T. min. mediaC) -1,0 -0,1 3,3 7,0 11,9 15,5 17,7 17,2 13,5 8,5 3,1 -0,4 -0,5 7,4 16,8 8,4 8,0
T. max. assolutaC) 15,9
(1992)
21,7
(1990)
26,8
(1997)
30,0
(2000)
34,8
(2001)
37,4
(2003)
37,4
(1952)
39,1
(2012)
33,2
(1997)
29,4
(1956)
24,4
(2004)
17,8
(1983)
21,7 34,8 39,1 33,2 39,1
T. min. assolutaC) -20,0
(1985)
-18,6
(1956)
-10,0
(2005)
-3,2
(2003)
-0,8
(1957)
2,6
(1953)
8,6
(1991)
8,0
(1995)
3,8
(2004)
-3,6
(1997)
-8,0
(1965)
-13,0
(2005)
-20,0 -10,0 2,6 -8,0 -20,0
Giorni di calura (Tmax ≥ 30 °C) 0 0 0 0 0 5 13 12 1 0 0 0 0 0 30 1 31
Giorni di gelo (Tmin ≤ 0 °C) 19 16 6 0 0 0 0 0 0 0 8 19 54 6 0 8 68
Precipitazioni (mm) 76,5 67,9 76,9 97,3 100,0 104,3 74,0 79,5 92,7 115,5 93,7 81,5 225,9 274,2 257,8 301,9 1 059,8
Giorni di pioggia 7 5 6 10 10 9 7 7 6 8 7 6 18 26 23 21 88
Giorni di nebbia 13 8 6 2 1 0 0 0 3 7 9 10 31 9 0 19 59
Umidità relativa media (%) 80 75 72 73 71 72 70 70 73 78 80 81 78,7 72 70,7 77 74,6

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Vicenza.
« Un luogo benedetto dal cielo, uno di quei nidi preparati dalla natura per la nascita dell'arte italiana. »
(Louis Courajod, storico dell'arte francese, fondatore dell'École du Louvre)

Dalle origini all'epoca medievale[modifica | modifica wikitesto]

Toponimo

Pare che il primo nome dato dai Veneti alla città sia stato Berga, nome ricordato anche nel primo teatro romano costruito in città che si chiamava appunto Teatro Berga. Certa è, invece, la denominazione assunta in epoca romana: Vicetia[15] o Vincentia o ancora Vicentia. Il nome è attestato dapprima nella forma dell'etnico Veicetinos in un'iscrizione del 135 a. C.[16], poi come Vicetia in Plinio il Vecchio (Naturalis Historia III, 130; III, 132) e in Tacito (Historiae, III, 8). Nel Secolo XI si arriva a Vicencia fino all'odierna Vicenza. L'origine del nome può essere fatta risalire al latino vincens (vincente) o al greco Oniketia (terra dei Veneti). Strabone la chiama anche Ucetia mentre Claudio Eliano la cita col nome di Bitetia.[17] Il toponimo è certamente una formazione venetica, derivata dall'indoeuropeo weik- (da cui il greco οἶkος e il latino vicus) con il suffisso -et attestato anche nel nome dei Veneti. La base weik- designa l'unità sociale superiore alla famiglia ed il villaggio.[18]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Vicenza § Epoca antica.

Gli studiosi sono concordi nel ritenere che il primo insediamento, alla confluenza dei fiumi Astico (poi Bacchiglione) e Retrone, sia originato da popolazioni paleovenete che in precedenza vivevano sui Colli Berici e nella valle del Lago di Fimon, almeno a partire dal VI secolo a.C.[19]. Mai asserviti dai popoli circostanti, di cui pure subirono l'influenza culturale, nel II secolo a.C. entrarono nell'orbita di Roma e ottennero la cittadinanza romana nel 49 a.C.

Completamente ridisegnata in quegli anni nel suo impianto urbanistico, ancora molto evidente, e dotata delle prime mura, durante il primo periodo imperiale, la città prosperò: lo attestano i resti del Teatro Berga, dei ponti (demoliti ma documentati a fine Ottocento), dell'acquedotto in frazione Lobbia, del Foro sotto Palazzo Trissino e di domus patrizie sotto la piazza del Duomo, con un criptoportico romano ben conservato, scoperto dopo i bombardamenti avvenuti nella città durante la Seconda guerra mondiale.

Il cristianesimo si è diffuso in Vicenza probabilmente verso la fine del III secolo[19]. Alla fine del IV o agli inizi del V secolo risale la costruzione sia di una basilica fuori dalle mura, dedicata ai santi Felice e Fortunato, sia di una chiesa cittadina che diverrà poi la cattedrale.

Non sembra che in epoca tardo-antica la città sia stata devastata da invasioni barbariche (da Paolo Diacono viene citato solo un saccheggio da parte degli Unni).

Il Museo naturalistico e archeologico di Santa Corona e il Museo diocesano di Vicenza conservano importanti reperti risalenti alle origini della città.

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Ducato di Vicenza e Storia di Vicenza § Medioevo.

Nel 568 fu occupata dai Longobardi (secondo Paolo Diacono fu occupata dallo stesso Alboino) e subito eretta a sede ducale. Durante i circa tre secoli del periodo longobardo e del successivo periodo carolingio Vicenza rivestì un ruolo regionale di un certo rilievo e nel 589 ebbe il suo primo vescovo, Oronzio.

Durante il Medioevo a Vicenza trovarono sede molti benedettini che si occuparono, tra l'altro, della bonifica del territorio. La città in origine sorgeva infatti su un terreno acquitrinoso e subito a nord confinava con un lago che andò progressivamente prosciugandosi durante l'epoca medievale. La presenza di due corsi d'acqua (gli attuali Bacchiglione e Retrone) e la scarsa elevazione del terreno favorirono il verificarsi di frequenti alluvioni fino ad epoche recenti.

Nel 1184 dei sicari al soldo dei grandi feudatari assassinarono sulla piazza del Duomo il vescovo Giovanni Cacciafronte, che venne poi beatificato da papa Gregorio XVI. Dopo essere stata sotto il controllo di Ezzelino II il Monaco nel 1211, la città finì sotto l'egida degli scaligeri, cui si deve la costruzione delle mura trecentesche, la trasformazione in torre del campanile della basilica dei SS. Felice e Fortunato e il conio dell'unica moneta cittadina, l'aquilino d'argento.

La città di Vicenza agli inizi del XVII secolo

La sudditanza alla Serenissima ed il Rinascimento vicentino[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Vicenza § Età moderna.

Dal 1404 al 1797, donando nel 1414 le chiavi della città a Venezia (come fecero altre città venete e lombarde) entrò a far parte della Repubblica Serenissima Veneta con la sua capitale o dominante Venezia. Seguirono quattro secoli di pace e benessere, in cui le arti raggiunsero livelli eccelsi e l'economia prosperò[20]. Il 12 giugno 1486 gli ebrei furono espulsi da Vicenza e, per sopperire alle richieste di prestiti di denaro, fu istituito contemporaneamente il Monte di Pietà.

Il Cinquecento fu il secolo del grande architetto tardo-rinascimentale Andrea Palladio. Giunto giovane a Vicenza dalla nativa Padova, preso a cuore dal mecenate vicentino Gian Giorgio Trissino che lo fece studiare, Palladio si rivelò come una delle personalità più influenti nella storia dell'architettura occidentale.[21] Le numerose famiglie nobili vicentine (i Porto, i Valmarana, i Thiene, i Trissino solo per citarne alcune) commissionarono a Palladio numerosi palazzi in città nonché altrettante ville che ridisegnarono completamente la scenografia vicentina. Tra le opere principali la Basilica Palladiana nella centrale Piazza dei Signori, il Teatro Olimpico, Palazzo Chiericati e Villa Capra detta la Rotonda posta appena fuori dall'abitato. La tradizione palladiana venne continuata da Vincenzo Scamozzi e da altri architetti fino al XVIII secolo[22].

Sono poche in città le testimonianze del Barocco: tra queste va segnalata la Chiesa di Santa Maria in Araceli, progettata dall'architetto Guarino Guarini, nei cui altari erano collocati dipinti di Giambattista Tiepolo e del Piazzetta, e la Basilica di Monte Berico.

Età contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Vicenza § Età contemporanea, Storia di Vicenza § L'Impero austriaco e il Quarantotto a Vicenza e Battaglia di Monte Berico.
Gli austriaci conquistano Vicenza

Con l'arrivo dei francesi nel 1797 e la caduta della Repubblica di Venezia, nel Veneto si assistette ad un cambio epocale. Il sistema politico basato sull'oligarchia del patriziato veneziano era considerato talmente superato che, quando il Congresso di Vienna restaurò l'ordine precedente, neppure prese in considerazione la rinascita della Serenissima. Dopo pochi mesi di occupazione (dall'aprile 1797 al gennaio 1798) a Vicenza e nel Veneto, in base agli accordi del Trattato di Campoformio, ai francesi subentrarono gli austriaci, che abrogarono molte delle decisioni prese dalla Municipalità provvisoria e riportarono in vigore la situazione precedente all'invasione napoleonica. I francesi ritornarono nuovamente in città per pochi mesi tra il 1800 e il 1801, ma la Pace di Luneville ridiede Vicenza e il Veneto agli austriaci. Il 4 novembre 1805, per la terza volta, in seguito alla pace di Presburgo che ridiede il Veneto, l'Istria e la Dalmazia alla Francia, le armate di Napoleone rientrarono in Vicenza, che venne annessa al Regno d'Italia - parte dell'Impero francese - e vi rimase fino al novembre 1813.

Sconfitto Napoleone nella battaglia di Lipsia, il 5 novembre 1813 gli austriaci rientrarono a Vicenza e questa volta vi si insediarono stabilmente. L'occupazione fu ratificata dal Congresso di Vienna e nel 1816 tutta la regione - e con essa Vicenza - fu inclusa nel nuovo stato, il Regno Lombardo-Veneto, facente parte dell'Impero austriaco.

Nel 1848 scoppiò in tutta Europa una serie di moti rivoluzionari. Da marzo le rivolte divamparono anche nel Lombardo Veneto, dove insorsero Milano e Venezia. Il 23 maggio, il feldmaresciallo Josef Radetzky attaccò Vicenza per reprimere l'insurrezione che erano iniziate anche nel territorio berico. I volontari vicentini e le truppe pontificie giunte in loro soccorso, guidati dal comandante Giovanni Durando, riuscirono a bloccare gli austriaci facendoli ritirare a Verona. La notizia dell'eroica impresa fece il giro delle città insorte. Il 10 giugno Radetzky attaccò nuovamente la città con 30.000 soldati e 50 cannoni. La sproporzione era enorme (a difendere la città erano in 11.000 tra volontari e soldati con due soli cannoni) e gli austriaci riuscirono a posizionare i cannoni su Monte Berico, minacciando il bombardamento della città: Vicenza era ormai indifendibile. Radetzky però rimase impressionato dal coraggio e dalla caparbietà dei difensori berici e venne accordata loro la resa con l'onore delle armi, consentendo ai combattenti di lasciare la città senza essere presi prigionieri.

Con la Terza guerra di indipendenza del 1866 le truppe austriache abbandonarono la città e il mattino entrarono quelle italiane del generale Cialdini.

Nello stesso ottobre il Re Vittorio Emanuele II, giunse a Vicenza per consegnare la prima Medaglia d'Oro al Valor Militare per l'eroismo dimostrato dai patrioti nel difendere la città.

La seconda guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Resistenza vicentina.

Durante la prima guerra mondiale le montagne della provincia di Vicenza furono uno dei maggiori fronti di ostilità di tutto il conflitto. Dopo la guerra fu creato il grande piazzale davanti alla Basilica di Monte Berico, con al centro la bandiera italiana. Dal balcone è possibile vedere, grazie ad appositi segnali infissi nella pietra, tutti luoghi dove si svolsero le principali battaglie del conflitto.

La seconda guerra mondiale colpì anche la città, che fu gravemente danneggiata dai bombardamenti alleati. Iniziati la notte di Natale del 1943 i bombardamenti proseguiranno fino alla primavera del 1945.
Il 2 aprile del 1944 vengono distrutti il Teatro Verdi, il Teatro Eretenio (considerato una piccola Fenice) e l'Auditorium Canneti. Viene miracolosamente salvato il Teatro Olimpico, che sorge a pochi passi dall'Auditorium.
Tra il 17 e il 18 novembre 1944 gli alleati decidono di colpire l'Aeroporto di Vicenza. L'uso delle bombe a spillo si ripercuote però sul popoloso quartiere di San Bortolo, all'interno del quale sorge anche l'omonimo ospedale. I morti saranno più di 500 solo in quelle giornate.
Il 28 febbraio 1945 è la volta della zona della stazione e di Campo Marzo (già colpito il 4 gennaio) che da parco si trasforma in autentico cratere lunare.
Il 18 marzo 1945 una bomba colpisce la Basilica Palladiana, uno dei monumenti simbolo della città. La cupola a carena di nave rovesciata collassa, la Torre Bissara viene mozzata e solo grazie al veloce intervento dei cittadini si riesce ad evitare che l'incendio che scoppia all'interno della Basilica la distrugga completamente.
Dopo 53 incursioni aeree e 30 bombardamenti, gli americani entrano a Vicenza il 28 aprile 1945. È la fine delle ostilità.

I danni economici subiti dall'economia vicentina ammontarono ad 8 miliardi di lire (circa 170 milioni di euro attualizzati). Solo le aziende municipali AIM contarono danni per 90 000 euro attualizzati. Edifici come i teatri Verdi ed Eretenio furono ridotti a macerie e non vennero più ricostruiti.

Dal secondo dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Nel dopoguerra a partire dagli anni cinquanta un forte sviluppo economico ed industriale ne ha fatto una delle città più ricche d'Italia.

Già nel 1946 si inaugura la Fiera Campionaria nei nuovi padiglioni della Fiera di Vicenza ai Giardini Salvi, vengono ristrutturati gli edifici pubblici, costruite nuove struttura per la città, nascono nuovi quartieri residenziali, nel 1964 viene aperto il tratto berico dell'Autostrada A4. Negli anni settanta inizia a concretizzarsi la nuova Zona Industriale Ovest con la nuova sede della Fiera. Vicenza diventa la capitale mondiale per la lavorazione dell'oro, la terza provincia italiana per esportazioni.

Nel 1994 la città si afferma ufficialmente anche come polo culturale, diventando città patrimonio mondiale dell'umanità.

Nel 1995 riceve la seconda medaglia d'oro al valore militare da parte del presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro per le sofferenze patite durante la seconda guerra mondiale.

Il 29 aprile 2001 quasi 80.000 vicentini vengono fatti evacuare per permettere il disinnesco di un ordigno bellico di 1.500 kg rinvenuto durante alcuni lavori al cimitero maggiore[23].

Nel novembre 2010 parte della città viene allagata dall'esondazione dei fiumi Bacchiglione e Retrone.

Nel novembre del 2013 viene rinvenuto un altro ordigno bellico di 1.800 kg all'ex Aeroporto "Dal Molin". Circa 30.000 vicentini e persone di comuni confinanti di Caldogno e Costabissara vengono fatti evacuare per il disinnesco della bomba avvenuto il 25 aprile 2014 dagli specialisti del 2º reggimento genio guastatori, di base a Trento[24].

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Stemma di Vicenza
Bandiera di Vicenza

Stemma[modifica | modifica wikitesto]

« Di rosso alla croce d'argento[25] »
(Descrizione araldica dello stemma del comune di Vicenza)

Lo stemma del Comune di Vicenza è costituito da uno scudo rosso, a cui è sovrapposta una croce argento o bianca (nello stemma attuale la croce è argento ma nella bandiera comunale è bianca). Lo scudo è sovrastato dalla corona patriziale veneta.

Le due medaglie oro, conferite alla città nel 1866 e nel 1995, sono appese al nastro azzurro al decusso dei rami di quercia e d'alloro, posti sotto lo scudo.

Bandiera[modifica | modifica wikitesto]

La città di Vicenza è l'unico comune italiano che, al posto di un proprio gonfalone, ha la Bandiera Nazionale con, al centro, il simbolo della città.

Questa scelta fu ufficializzata nella seduta del Consiglio Comunale del 5 novembre 1866 dopo che, poche settimane prima, il re Vittorio Emanuele II era giunto in città per appuntare al gonfalone cittadino la medaglia d'oro al valor militare, guadagnata con le battaglie del 1848. Patriotticamente la città (annessa da poco al Regno d'Italia) si presentò con il Tricolore al posto del gonfalone.

Nella Bandiera originale custodita nello studio del Sindaco, lo stemma centrale nel bianco della Bandiera è naturalmente Sabaudo, successivamente sostituito da quello comunale.

Essendo la Bandiera di Vicenza l'unica bandiera di un comune italiano ad essere decorata da due Medaglie d'Oro al Valor Militare, riceve gli stessi onori di una bandiera di guerra; nelle cerimonie ufficiali deve precedere tutte le altre bandiere (ad eccezione delle bandiere di guerra dei reggimenti in armi) e gonfaloni comunali e dev'essere sempre accompagnata da almeno un vigile urbano in alta uniforme storica[25].

La Bandiera di Vicenza sventola in Piazza dei Signori e nel Piazzale della Vittoria di Monte Berico.

Onorificenze conferite alla città[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'Oro al Valor Militare - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d'Oro al Valor Militare
«Per la strenua difesa fatta dai cittadini contro l'irruente nemico nel maggio e giugno 1848.»
— Vicenza, 19 ottobre 1866 - Il Re d'Italia Vittorio Emanuele II.
Medaglia d'Oro al Valor Militare - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d'Oro al Valor Militare
«Già insignita della massima onorificenza al valore militare per la strenua difesa opposta agli austriaci nel maggio-giugno 1848, la città non smentì mai, nel corso di due guerre mondiali, le sue elevate virtù patriottiche, militari e civili. Nel periodo della lotta di liberazione, occupata dalle truppe tedesche, costituì subito, fra le sue mura, il comitato di resistenza della Regione Veneta che irradiò poi, in tutta la Provincia ed oltre, quella trama di intese e di cospirazioni che furono necessarie premesse di successive e brillanti operazioni militari. Le sue case, i suoi colli, le sue valli servirono allora da rifugio ai suoi figli migliori che, da uomini liberi, operarono per la riscossa e che, braccati e decimati da feroci rappresaglie, sempre tornarono ad aggredire il nemico, arrecando ingenti danni alle sue essenziali vie di comunicazioni ed alla sua organizzazione, logistica e di comando. I primi nuclei partigiani e dei G.A.P., operanti in città, e, in seguito, le numerose Brigate delle Divisioni "Vicenza", "Garami" e "Ortigara", gareggiando in audacia e valore, pagando un largo tributo di sangue alla causa della Liberazione, mentre gran parte della popolazione subiva minacce, deportazione, torture e morte e centinaia di altri suoi cittadini in divisa combattevano all'estero, per la liberazione di altri paesi d'Europa. Benché devastata dai bombardamenti aerei, che causarono oltre 2000 vittime e che d'altrettante straziarono le carni, mutilata nei suoi insigni monumenti, offesa nei suoi sentimenti più nobili, la città mai si arrese al terrore tedesco, ma tenne sempre alta la fiaccola della fede nel destino di una Patria finalmente redenta (10 settembre 1943 - 28 aprile 1945)[26].»
— Vicenza, 11 marzo 1995 - Il Presidente della Repubblica Italiana Oscar Luigi Scalfaro.
Medaglia d'Oro ai Benemeriti della Cultura e dell'Arte - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d'Oro ai Benemeriti della Cultura e dell'Arte
— Roma, 2 giugno 1969 - Il Presidente della Repubblica Italiana Giuseppe Saragat[27].
Titolo di Città - nastrino per uniforme ordinaria Titolo di Città
«In quanto facente parte delle 9 Città Regie della Venezia, costituite con Patente I.R. nel 1815 nel Regno Lombardo-Veneto»
— Vienna, 7 aprile 1815 - l'Imperatore d'Austria Francesco I

Onorificenze conferite dalla città[modifica | modifica wikitesto]

La Palladio d'oro è un premio onorifico che viene consegnato a personaggi che si sono particolarmente contraddistinti nei rispettivi campi professionali con lo scopo di legarli alla città (qualora non siano vicentini) o di renderli ambasciatori di Vicenza nel mondo.

Altri simboli[modifica | modifica wikitesto]

Gioiello di Vicenza[modifica | modifica wikitesto]

Il nuovo Gioiello di Vicenza

Il Gioiello di Vicenza è un modello della Città di Vicenza, di cui non ci resta testimonianza di un progetto preciso, realizzato in placche d'argento su supporto di legno nel 1578. La sua attribuzione lo rimanda alla maestria dell'orafo Giorgio Capobianco, su progetto di Andrea Palladio. Furono i cittadini ad offrirlo come ex voto alla Madonna di Monte Berico per scongiurare l'epidemia di peste.

Il governo napoleonico nel 1797 distrusse il modellino di cui si perdettero le tracce. Sei dipinti a olio raffiguranti San Vincenzo quale patrono della città recante in mano il prezioso modellino, hanno conservato fino ai nostri giorni la memoria di questo capolavoro perduto, di una tradizione orafa millenaria che vale a Vicenza il nome di “Città dell'Oro. Caratteristica dei dipinti è di raffigurare il Gioiello da punti di vista differenti così che se ne possa idealmente immaginare la rotazione.

Nel 2010 il Comitato presieduto dallo storico dell'arte Davide Fiore, già ideatore, promotore e direttore artistico del primo Giro della Rua, ha indetto un concorso per ricostruire il Gioiello, vinto dall'architetto Romano Concato di Trissino. Tra il 2011 e il 2012 l'iniziativa "Trasforma il tuo Vecchio Argento in Storia" ha visto i vicentini donare 65 kg di argento per la ricostruzione del loro simbolo. Nell'aprile del 2012 è iniziata la ricostruzione del Gioiello ad opera dell'argentiere vicentino Carlo Rossi, con l'utilizzo di tecniche artigianali antiche di secoli. Il 7 settembre 2013 il Gioiello di Vicenza viene riconsegnato ai cittadini in occasione della tradizionale processione verso il santuario di Monte Berico.

Monumenti e luoghi di interesse[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Monumenti di Vicenza.
Vicenza, città Bellissima

Vicenza banner.jpg Scrisse di Vicenza Gabriele D'Annunzio:

« Vicenza, Andrea Palladio nelle Terme
e negli Archi di Roma imperiale
apprese la Grandezza. E fosti eguale
della Madre per lui tu figlia inerme!

Bartolomeo Montagna il viril germe
d'Andrea Mantegna in te fece vitale.
La romana virtù si spazia e sale
per le linee tue semplici e ferme.

Veggo, di là dalle tue mute sorti,
per i palladiani colonnati
passare il grande spirito dell'Urbe

e, nel Teatro Olimpico, in coorti
i vasti versi astati e clipeati
del Tragedo cozzar contra le turbe.

Vicenza la Bella, la mia divina, la mia città diletta »

(VICENZA, Gabriele D'Annunzio, 1926)

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Edifici religiosi di Vicenza.
La cattedrale di Vicenza

Alcune delle principali chiese storiche di Vicenza:

  • Basilica Santuario della Madonna di Monte Berico, realizzato in due tempi, prima nel 1428, poi concluso nel 1703 da Carlo Borella, è costituito da due chiese risalenti a due epoche diverse: la prima di stile gotico, la seconda una basilica in stile classico e barocco. All'interno del convento annesso è visibile il dipinto La cena di San Gregorio Magno di Paolo Veronese. Il campanile, del 1826, fu disegnato da Antonio Piovene. La costruzione commemora le due apparizioni della Madonna ad una pia donna vicentina, Vincenza Pasini, che abitava in un paesello della provincia, e la liberazione della città da una terribile pestilenza. Il campanile ospita 15 in Si2, le più antiche del 1821.
  • Basilica dei Santi Felice e Fortunato, nacque nel IV secolo in ambito cimiteriale e fu maestosamente ampliata nel V secolo per ospitare le reliquie dei martiri cui è dedicata; dopo la distruzione della città e della chiesa stessa da parte degli ungari nel IX secolo, fu ricostruita nel X secolo per volere del vescovo Rodolfo e con il contributo dell'imperatore Ottone II. È una basilica paleocristiana inizialmente rettangolare, poi raddoppiata e divisa in tre navate. I benedettini, a seguito delle invasioni ungare, edificarono un nuovo battistero e l'abside semicircolare, aggiungendo il campanile e il rosone, nonché una sequenza di archetti ciechi e una croce bizantina in facciata. Durante l'epoca barocca l'aspetto della chiesa fu profondamente modificato, arricchendola di altari e decorazioni, poi rimosse in un restauro novecentesco che ha riportato l'edificio all'aspetto precedente. A fianco della basilica vi è una piccola esposizione museale, inaugurata negli anni duemila, con testimonianze archeologiche provenienti dalla chiesa e dalla vicina necropoli romana.[28] La torre, un tempo di difesa, ora ad uso di torre campanaria ospita 10 campane in Sol bemolle maggiore. La quarta è del 1707 fusa dal celebre Antonio Maria de Maria.
  • Chiesa di San Lorenzo, costruita dai minoriti alla fine del XIII secolo, in stile gotico nella sua versione lombardo-padana del Duecento. Si colloca nella centrale piazza San Lorenzo, lungo corso Fogazzaro ed è officiata dai francescani conventuali. Interessanti le 10 campane in Do fuse da Cavadini e Colbachini suonate regolarmente a corda.
  • Chiesa di San Marco in San Girolamo, costruita in forme barocche nel Settecento dai Carmelitani Scalzi su una precedente chiesa e convento dei Gesuati, era dedicata a San Girolamo e Santa Teresa d'Avila. L'attribuzione del progetto è incerta, ma nell'interno è evidente l'influenza dello stile di Giorgio Massari. Dopo l'abolizione napoleonica degli ordini religiosi e dei relativi conventi, divenne nel 1810 la chiesa di San Marco, una delle più antiche parrocchie della città. Contiene numerose opere di artisti veneti del primo Settecento, tra cui alcuni capolavori. La sagrestia conserva il mobilio originale dell'epoca. Sede della scuola campanaria che tutela e salvaguardia il suono delle campane della città.
  • Chiesa di San Giorgio in Gogna, si tratta di una delle più antiche chiese della città, sicuramente anteriore all'anno 1000. Come tutte le chiese del tempo, la facciata è di stile romanico. I muri perimetrali, costituiti da agglomerati di materiali diversi (mattoni, pietra, marmi recuperati da altri edifici) sono una dimostrazione dell'origine chiaramente artigianale della costruzione, il che si può notare specialmente nell'abside poligonale. È stata restaurata dalla diocesi nel 2011.
  • Chiesa di San Rocco, piccola e preziosa chiesa rinascimentale quasi addossata alle mura scaligere, costruita nel 1485 a seguito di una pestilenza nel luogo dove già sorgeva un oratorio o un’edicola sacra dedicata a San Rocco, protettore degli appestati. L’architettura rinascimentale, non in uso all'epoca negli edifici sacri vicentini, rimanda a Lorenzo da Bologna (anche se l'edificio fu completato da altri). Verso il 1530 la chiesa venne prolungata verso oriente e fu edificata una nuova facciata. Alcuni anni dopo la chiesa fu costruito il convento annesso, nel quale si susseguirono i Canonici regolari di San Giorgio in Alga (congregazione sorta a Venezia alla fine del XIV secolo), detti Celestini dal colore dell'abito, dal 1486 al 1668; le Carmelitane di Santa Teresa, dette Teresine, quindi - dopo le soppressioni napoleoniche di inizio Ottocento - l'Ospedale degli Esposti, dove venivano raccolti i neonati di nascita illegittima, o affetti da handicap psicofisici o appartenenti a famiglie troppo povere per mantenerli (la ruota, restaurata, è tuttora visibile). L'ex monastero, dotato di un suggestivo chiostro, è sede di varie attività socio-culturali.
  • Oratorio di San Nicola da Tolentino, finito nel 1678 su commissione dell'omonima confraternita, è una cappella che ospita un ciclo di tele incentrate sulla vita del Santo, tra i massimi vertici del misurato barocco vicentino.
  • Oratorio del Gonfalone, fu edificato tra il 1594 e il 1596 dalla confraternita omonima, probabile prosecuzione dell'antica Fratalea S. Mariae de domo, devota alla Vergine e legata alla vicina cattedrale. La facciata è suddivisa da quattro paraste corinzie, sormontate da un timpano triangolare dove sono collocati due angeli che sorreggono lo stemma della confraternita, mentre a coronamento vi sono tre statue con al centro quella della Vergine. L'interno è a navata unica. Colpito da un bombardamento angloamericano nella seconda guerra mondiale, l'oratorio subì lo stesso destino del Duomo, cioè quello di essere in buona parte distrutto e ricostruito. Rimangono l'altare maggiore e frammenti della pregevole decorazione a stucco, mentre sono andati perduti i dipinti originali (un ciclo di tele sulla glorificazione della Vergine realizzato sotto la direzione di Alessandro Maganza e a cui collaborarono il figlio Giambattista, Andrea Vicentino, Palma il Giovane e Porfirio Moretti), che sono stati sostituiti da altre tele provenienti dalla cattedrale di Giovanni Battista Zelotti, Albanese, Giovanni Battista Maganza il Giovane.
  • Oratorio delle Zitelle, raro esempio di edificio sacro a pianta ottagonale in città, è situato di fronte alla chiesa di Santa Caterina. Costruito attorno al 1647, è attribuito ad Antonio Pizzocaro ed era destinato alla Pia Casa Santa Maria delle Vergini (fondata nel 1604 per opera del predicatore cappuccino Michelangelo da Venezia), detto "delle zitelle", che accoglieva ed educava le giovani prive di fonti di sussistenza. Al contrario dello spoglio esterno, lo spazio interno è riccamente decorato. È articolato in tre cappelle: quella dell'altare maggiore, dedicata alla Vergine Maria, e le laterali, in onore di Santa Cecilia e Sant'Antonio, a destra, e Sant'Orsola, a sinistra; la copertura è a cupola, con larghe lesene «piegate, sulle quali si impostano i costoloni, del pari piegati, che s'innalzano con andamento veloce a creare la trama ogivale della cupola e quindi a suddividerla in otto spicchi» (Cevese). L'oratorio ospita un ciclo di dipinti sei-settecenteschi dedicato alle Storie della Santa Vergine, tra cui vi sono opere di importanti pittori veneti: di Francesco Maffei Il riposo durante la fuga in Egitto, L'Assunta, La visitazione, La crocifissione; a Giulio Carpioni sono attribuiti l'affresco nella chiave di volta e quattro tele, tra cui L'annunciazione e L'adorazione dei Magi; di Costantino Pasqualotto due dipinti databili 1740; opera del più modesto pittore provinciale Fortunio Parmigiano la Nascita di Maria. L'edificio, di proprietà dell'IPAB, è in corso restauro nel 2013.

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Palazzi di Vicenza.
  • Basilica Palladiana, riedificata a partire dal 1549 da Andrea Palladio, è il più celebre edificio pubblico. Affacciato su Piazza dei Signori, costituiva già nel Medioevo il fulcro di attività non solo politiche (consiglio cittadino, tribunale) ma anche economiche[32]. All'edificio originario, realizzato in forme gotiche, Palladio aggiunse le sue logge classicheggianti in pietra bianca, risolvendo i difficili problemi statici e adottando, grazie all'uso della serliana, un ingegnoso stratagemma per nascondere le differenti distanze tra i pilastri ereditate dai precedenti cantieri. L'ambiziosa copertura a carena di nave rovesciata, ricoperta da lastre di rame, in parte sollevata da grandi archivolti e risalente a metà Quattrocento, fu danneggiata durante un bombardamento nella seconda guerra mondiale e ricostruita; è stata oggetto di un sofisticato restauro iniziato nel 2007 e concluso nel 2012. Nel 2014 è stata dichiarata monumento nazionale. A fianco della Basilica svetta la Torre Bissara, edificata a partire dal XII secolo, tuttora uno degli edifici più alti di Vicenza con i suoi 82 m. Ospita 5 campane in tonalità di Mi.
  • Teatro Olimpico, iniziato nel 1580 quale ultimo progetto di Palladio e finito dall'allievo Vincenzo Scamozzi, è il primo esempio di teatro stabile coperto dell'epoca moderna. Fu ultimato postumo limitatamente alla cavea completa di loggia e al proscenio. Scamozzi disegnò le scene lignee, di grande effetto per il loro illusionismo prospettico e la cura del dettaglio, che si possono tuttora ammirare. Fu inaugurato il 3 marzo 1585 con la rappresentazione dell'Edipo re di Sofocle ed è tuttora utilizzato. Le scene, realizzate appositamente per quella rappresentazione, raffigurano le sette vie della città di Tebe e sfruttano la tecnica della prospettiva accelerata per far apparire lo spazio molto più lungo di quanto effettivamente sia (pochi metri). Il teatro, con la grande parete del proscenio, le molte statue e decorazioni, fu realizzato in legno e stucco e venne costruito su commissione dell'Accademia Olimpica all'interno di una fortezza medioevale in disuso (il Palazzo del Territorio, già utilizzato come prigione e come polveriera).
  • Palazzo del Capitanio (Loggia del Capitaniato), opera tarda di Andrea Palladio, si affaccia sulla centrale Piazza dei Signori, proprio di fronte alla Basilica Palladiana. Al piano nobile vi si riunisce il consiglio comunale cittadino. Il palazzo fu progettato nel 1565 e costruito dal 1571 al 1572 come residenza per il rappresentante della Repubblica di Venezia in città. Venne decorato da Lorenzo Rubini; all'interno nove dipinti di Giovanni Antonio Fasolo. La struttura è basata su un ordine composito gigante. Al piano terra vi è una grande loggia, coperta da ampie volte, che sorregge un piano nobile dotato di un grande salone, la Sala Bernarda, arricchita da affreschi del Cinquecento provenienti da una delle ville dei Porto. La facciata del palazzo è alternata da quattro semicolonne giganti, in mattoni a faccia vista, che giungono fin sotto la balaustra dell'attico, e tre grandi archi. Le decorazioni sono realizzate in pietra d'Istria e soprattutto stucchi. Le colonne erano pensate da Palladio per essere ricoperte da un intonaco bianco, giocando con il contrasto dei mattoni rossi privi d'intonacatura sul bianco degli stucchi. Sulla facciata principale delle decorazioni rappresentano la personificazione dei fiumi. Il prospetto laterale su contrà Monte, lavorato su modello degli archi di trionfo romani, è ornata da bassorilievi in stucco e da due statue allegoriche collocate negli intercolumni, a ricordare la vittoria della flotta ispano-veneziana contro gli ottomani nella battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571), a cui contribuirono i vicentini. La loggia a piano terra, recintata da un'alta cancellata in ferro battuto, armonioso spazio caratterizzato da nicchie e colonne, ospita alcune lapidi in ricordo dei caduti delle guerre.
  • Palazzo Chiericati, il grande palazzo sito in piazza Matteotti, sede della pinacoteca civica, fu costruito tra il 1550 e il 1680 su disegno del Palladio come residenza privata nobiliare. È costituito da un corpo centrale con due ali simmetriche leggermente arretrate, dotate di grandi logge al livello del piano nobile. L'armonica facciata è strutturata in due ordini sovrapposti, soluzione fino ad allora mai utilizzata per una residenza privata di città, con un coronamento di statue. Ubicata laddove un tempo confluivano il Bacchiglione e il Retrone, l'architetto la rialzò per evitare esondazioni. Sul fregio della loggia inferiore si alternano metope, triglifi e bucrani.
  • Palazzo Leoni Montanari, sito in contrà Santa Corona, del 1678 e completato nella prima metà del Settecento, è un edificio barocco eretto laddove i Leoni Montanari già possedevano i propri stabili, accogliendo sale per la filatura della seta, decorato con affreschi da Paolo Pagani con episodi della mitologia greco-romana. Nel XVIII secolo subì una rivisitazione in stile neoclassico. Ospita attualmente un museo privato (di proprietà del gruppo bancario Intesa Sanpaolo) in cui sono esposti alcuni capolavori della pittura veneta e una collezione di icone russe.
  • Palazzo Porto (detto anche Porto Festa), sito in Contrà Porti, è uno dei due palazzi progettati in città da Palladio per la famiglia dei Porto (l'altro è Palazzo Porto in piazza Castello); commissionato dal nobile Iseppo da Porto, appena sposatosi (1544 circa), l'edificio vide una fase piuttosto lunga di progettazione e una ancor più lunga - e travagliata - nella sua realizzazione, rimasta in parte incompiuta.
  • Palazzo Porto in piazza Castello (Palazzo Porto Breganze), si trova in piazza Castello, è un palazzo nobiliare progettato nel 1571 circa per Alessandro Porto, attribuito ad Andrea Palladio e rimasto incompiuto. La sezione di palazzo è l'evidente testimonianza dell'esito sfortunato di un cantiere palladiano. Alla sinistra del frammento è chiaramente visibile la vecchia casa quattrocentesca della famiglia Porto, che era destinata ad essere progressivamente demolita con l'avanzare del cantiere del nuovo palazzo, cosa che evidentemente non avvenne.
  • Casa Pigafetta, edificata nel 1440, fu dimora di Antonio Pigafetta, che la rielaborò nel 1481 fino ad assumere le sembianze attuali. È un raro esempio di gotico fiorito, con singolari partiture decorative incentrate sul motivo a torciglione. Le porte laterali sono trilobate, in arabesco. Il portale rinascimentale è affiancato da un motto che allude allo stemma di famiglia.
  • Palazzo Pojana, sito in corso Palladio; nasce dall'unione di due unità edilizie separate dalla stradella Do Rode (Due Ruote), probabilmente realizzata nel 1566 a seguito di una richiesta di Vincenzo Pojana al Comune di Vicenza nel 1561. Viene attribuito a Palladio, che lo avrebbe progettato nel 1540 circa, ed è inserito nell'elenco dei 23 monumenti palladiani della città che fa parte dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.[33]
  • Palazzo Trissino (Trissino Baston, noto anche come Palazzo Trissino al Corso) è un edificio situato lungo Corso Palladio a Vicenza e dal 1901 è la sede principale del Comune di Vicenza. Il palazzo fu progettato nel 1588 da Vincenzo Scamozzi (allievo di Andrea Palladio) e venne edificato per il conte Galeazzo Trissino tra il 1592 ed il 1667. Fu poi completato da Antonio Pizzocaro e successivamente ampliato nel Settecento da Ottone Calderari. La costruzione si caratterizza per la presenza di elementi classici nel prospetto sul Corso e si articola intorno al quadrato del cortile centrale.
  • Palazzo Valmarana, sito in corso Fogazzaro, la facciata di palazzo Valmarana è una delle realizzazioni palladiane più straordinarie e insieme singolari. Per la prima volta in un palazzo, un ordine gigante abbraccia l'intero sviluppo verticale dell'edificio: si tratta di una soluzione che prende origine dalle sperimentazioni palladiane sui prospetti di edifici religiosi. Sulla facciata di palazzo Valmarana appare evidente la stratificazione di due sistemi: l'ordine gigante delle sei paraste composite si sovrappone all'ordine minore di paraste corinzie, in modo tanto più evidente ai margini dove la mancanza della parasta finale rivela il sistema sottostante, che sostiene il bassorilievo di un soldato con le insegne Valmarana.
  • Ca' d'Oro (palazzo Caldogno da Schio), affacciato lungo Corso Palladio, il palazzo fu eretto nel Trecento in stile tardogotico. Il piano terreno fu risistemato da Lorenzo da Bologna, autore del ricco portale; l'atrio e l'interno furono ristrutturati sul finire del Settecento. Nell'atrio e nel cortile si può ammirare un piccolo lapidario raccolto dal conte Giovanni Da Schio nell'Ottocento, con anfore, epigrafi, pietre miliari e un sarcofago del V secolo.
  • Villa Almerico Capra detta la Rotonda, costruita da Andrea Palladio a partire dal 1566 circa a ridosso della città, è un'innovativa villa suburbana originariamente intesa per funzioni di rappresentanza, ma anche come tranquillo rifugio di meditazione e studio. È uno dei primissimi esempi dell'applicazione di una pianta centrale ad un edificio privato. Consiste di un edificio quadrato, completamente simmetrico ed inscrivibile in un cerchio perfetto. Ognuna delle quattro facciate identiche è dotata di un avancorpo con loggia da cui si accede alla sala centrale, circolare, sormontata da una cupola (conclusa da Scamozzi). Anche nell'apparato decorativo sono inseriti elementi formali destinati a suggerire un senso di sacralità. Sita sopra la cima tondeggiante di un piccolo colle accanto a Monte Berico, la sua pianta è ruotata di 45 gradi rispetto ai punti cardinali per consentire ad ogni stanza un'analoga esposizione solare.
  • Villa Trissino, sita in viale Cricoli è una villa veneta appartenuta all'umanista Giangiorgio Trissino e tradizionalmente legata alla figura dall'architetto Andrea Palladio (benché non progettata da quest'ultimo). La tradizione vuole che proprio qui, nella seconda metà degli anni 1530, il nobile G. Trissino (1478-1550) incontri il giovane scalpellino Andrea di Pietro impegnato nel cantiere della villa. Intuendone in qualche modo le potenzialità e il talento, Trissino ne cura la formazione, lo introduce all'aristocrazia vicentina e, nel giro di pochi anni, lo trasforma in un architetto cui impone l'aulico nome di Palladio.
  • Villa Valmarana "Ai Nani", situata alle pendici di Monte Berico. Proprietà della famiglia nobiliare dei Valmarana, è ancora in parte abitata dalla famiglia. Il suo soprannome è dovuto alle sculture in pietra rappresentanti dei nani, un tempo sparsi nel parco, allineati sul muro di cinta. La villa si trova a poche centinaia di metri dalla Rotonda di Palladio e ospita due cicli di affreschi tiepoleschi.

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Storia delle mura e fortificazioni di Vicenza.
Le mura scaligere in viale Mazzini

Le principali architetture militari della città risalgono al periodo di dominazione scaligera (fine Trecento) e, nonostante buona parte delle fortificazioni sia stata inglobata, nel corso dei secoli, in nuove strutture, viale Mazzini conserva tuttora le mura medioevali che sono oggetto di un sofisticato restauro.[34][35]

Oltre alle mura, la maggiore testimonianza di architetture militari si ha con le porte che fungevano da accesso al centro storico:

  • Porta Santa Croce, uno dei più importanti resti ancora intatti delle antiche fortificazioni, è l'ultima ad essere costruita dagli scaligeri (venne eretta nel 1385). Da questa porta partono le mura scaligere di viale Mazzini. La porta ha ancora una funzione di ingresso al centro storico (si accede a corso Fogazzaro). Date le precarie condizioni, nel 2012 è stata oggetto di importanti lavori di restauro conservativo.
  • Porta Nova, costruita nel 1381 da Antonio della Scala per difendere ulteriormente il complesso fortificato della Rocchetta (dove si trovavano armi e munizioni per la città). Nel 1848 accanto a questa porta vennero combattute feroci battaglie per la difesa della città dagli austriaci. La porta è stata abbattuta nel 1926, in occasione della visita di Benito Mussolini. Nelle vicinanze è stato aperto un varco nelle antiche mura a cui viene dato il nome di Porta Nova, ma che nulla ha a che spartire con la porta originaria.
  • Porta Castello, la porta più vicina al centro (entrando ci si trova in piazza Castello) e di principale ingresso alla città per chi proviene da ovest, rappresentava il passaggio attraverso le strutture del castello scaligero, da cui trae il nome. Sorge a poca distanza dalla più antica porta Feliciana che venne chiusa e sostituita dall'attuale la quale fa parte, assieme alla possente Torre di piazza Castello, di un complesso fortificato voluto ancora dagli Ezzelini.
  • Porton del Luzo, in origine casa torre della famiglia Lucii risalente all'XI secolo, il Porton del Luzzo appartiene allo stesso periodo della prima cerchia medioevale ed è considerato una delle porte più antiche di Vicenza. Chiusa nel XIII secolo, venne riaperta nella metà del XVI secolo. Più volte rimaneggiata e restaurata con i materiali di scavo ricavati dal vicino teatro romano di Berga, è caratterizzata da una merlatura anch'essa rifatta.
  • Porta Santa Lucia, edificata nel 1369, porta all'omonimo borgo. È caratterizzata da un bassorilievo con il Leone di San Marco che è stato scalpellato alla caduta della Repubblica di Venezia e da una lapide che ricorda i nomi dei vicentini morti durante la battaglia contro gli austriaci del maggio-giugno 1848. Nel 2012 la via che conduce alla porta è stata oggetto di lavori al sistema fognario della zona a seguito dell'alluvione del 2010.
  • Porta San Bortolo, porta costruita in epoca veneziana (precisamente nel 1455), più che per scopo difensivo, era la barriera per il dazio. Testimone anch'essa dei combattimenti del 1848 è sopravvissuta al feroce bombardamento del 18 novembre 1944 che colpì duramente il quartiere di San Bortolo (allora il più popoloso della città). La porta è stata ristrutturata dal gruppo alpini del quartiere tra il 1993-1994 e negli stessi anni il comune riorganizzò la viabilità attorno alla porta (che sorge in uno degli incroci della circonvallazione interna, vicino all'ingresso storico dell'ospedale San Bortolo). La porta è diventata un monumento inserito all'interno di una rotatoria e non ha più la funzione di permettere il passaggio sotto ad essa.

Altro[modifica | modifica wikitesto]

Le piazze[modifica | modifica wikitesto]

Piazza dei Signori
Piazzetta Palladio
Piazza San Lorenzo
  • Piazza dei Signori, è la piazza principale della città, cuore pulsante del governo cittadino prima come foro romano della città, poi, nel Medioevo e Rinascimento, con il Palazzo della Ragione (noto come Basilica Palladiana) dove veniva amministrata la giustizia e la Loggia del Capitanio, sede del rappresentante della Repubblica di Venezia. Nella piazza - di forma rettangolare - si collocano anche la Torre Bissara, la torre civica (con i suoi 82 mt. uno dei più alti edifici del capoluogo), il Palazzo del Monte di Pietà con la Chiesa di San Vincenzo (dedicata al compatrono della città) e le due colonne, una con il Leone di San Marco e l'altra con la statua del Redentore.
  • Piazzetta Palladio, piccola piazza verso il lato occidentale della Basilica, anticamente nota come piazzetta della Rua (dal nome della macchina in legno portata a braccia attraverso le vie del centro storico durante la processione del Corpus Domini). Il nome attuale è dovuto invece alla presenza di una statua dedicata ad Andrea Palladio opera ottocentesca dello scultore Vincenzo Gajassi.
  • Piazza delle Erbe, situata ad un livello più basso di Piazza dei Signori, è così chiamata perché è stata per lungo tempo sede del mercato ortofrutticolo e floreale. La piazza (dominata dal lato meridionale della Basilica), ospita anche una torre duecentesca che in passato era usata come prigione e luogo di tortura (vi fu imprigionato anche Silvio Pellico) chiamata, per questo, Torre del Girone o del Tormento. La torre è unita alla Basilica Palladiana da un arco, detto degli Zavatteri, risalente al 1494 e così chiamato perché sotto di esso si teneva un tempo il mercato delle scarpe e delle ciabatte (zavate nella lingua del tempo).
  • Piazza Biade, posta sul lato orientale della Basilica, si chiama così perché fin dal 1262 vi si teneva il mercato dei cereali e delle sementi. In fondo ad essa, sulla sinistra si trova la Chiesa di Santa Maria in Foro, detta dei Servi perché la sua costruzione fu iniziata all'inizio del Quattrocento dall'ordine dei Servi di Maria. La piazza ospita uffici comunali e alcuni assessorati in un edificio costruito dopo la seconda guerra mondiale. Dopo diverse polemiche per l'utilizzo della piazza come parcheggio per auto comunali, la piazza è stata pedonalizzata.
  • Piazza delle Poste, in realtà una via (contrà Garibaldi) secondo lo stradario civico, è conosciuta localmente come piazza delle Poste per la presenza della sede del principale ufficio postale; l'edificio è uno dei maggiori esempi di architettura razionalista italiana in città. La piazza ospita una fontana (la Fontana dei Bambini) del 1984, con sculture in bronzo di Nereo Quagliato. Si tratta di uno dei poli della movida serale della città vista la presenza di numerosi locali per il "rito dello spritz".
  • Piazza Duomo, vi trova sede il palazzo vescovile con il Museo diocesano e la cattedrale cittadina. Sulla sinistra, staccato dalla Cattedrale, si trova il campanile romanico del Duomo, mentre sul lato meridionale della piazza è collocato l'accesso al Criptoportico romano, il principale monumento archeologico cittadino, riscoperto nel 1954 a 6 metri dal livello stradale, testimonianza di una domus romana del I secolo. Al centro della piazza nel 1880 fu eretta una statua a Vittorio Emanuele II, ad opera di Augusto Benvenuti.
Piazza Matteotti, verso il portale del Teatro Olimpico
  • Piazza Matteotti, chiamata in passato piazza dell'Isola (perché era una piccola isola circondata dalle acque del fiume Bacchiglione, che talvolta la invadevano) e in seguito piazza Vittorio Emanuele, è dominata da Palazzo Chiericati (sede della Pinacoteca civica) e dall'ingresso al Teatro Olimpico, entrambi capolavori palladiani.
  • Piazzetta Santo Stefano, caratterizzata dalla presenza di due palazzi nobiliari, Palazzo Sesso Zen Fontana del XIV secolo e Palazzo Negri de Salvi del XV, e soprattutto dalla facciata della chiesa di Santo Stefano, una delle antiche sette cappelle cittadine, ridisegnata alla fine del Seicento.
  • Piazza San Lorenzo, ospita l'ottocentesco monumento al poeta vicentino Giacomo Zanella e il barocco Palazzo Repeta (già sede provinciale della Banca d'Italia), costruito tra il 1701 e il 1711, tra le prime opere di Francesco Muttoni. La Chiesa di San Lorenzo, che sorge sul lato opposto, è assieme a quella di Santa Corona uno degli esempi più rappresentativi del gotico sacro in città; fu costruita dai frati francescani minori nel XIII secolo. La piazza (riqualificata negli anni duemila con l'arretramento della statua e la costruzione di una fontana a raso terra con giochi d'acqua) ha segnato e continua a segnare le giornate di molti giovani vicentini che l'attraversano per recarsi ai vicini licei Pigafetta e Lioy. Fino a qualche anno fa era famosa per essere la piazza "nera" della città, punto d'incontro per molti giovani di destra sul modello di Piazza San Babila a Milano.[senza fonte]
  • Piazzale della Vittoria, grande piazzale panoramico situato sulla cima del colle di Monte Berico, a poca distanza dalla città, permette di godere di una vista panoramica della città, con le montagne sullo sfondo, teatro delle battaglie della prima guerra mondiale. Particolarmente gremito durante le celebrazioni al Santuario della Madonna di Monte Berico, patrona della città e durante le sere d'estate, è la meta delle passeggiate lungo i portici di viale X giugno, nonché sede di numerosi concerti.

Ponti storici[modifica | modifica wikitesto]

Ponte San Paolo
Ponte Furo
  • Ponte Pusterla, al quale si accede da contrà San Marco o da Contrà Vittorio Veneto. Il nome pusterla sembra riferirsi a una piccola porta di passaggio. È una struttura a tre archi in origine fabbricata in legno, sostituito poi nel 1231 con la pietra. Qui si trovava una delle originarie porte di ingresso alla città, divenuta poi di secondaria importanza dopo l'avanzamento della cinta muraria e abbattuta nel 1820 per facilitare i collegamenti con il centro. Restaurato nel 1444 e ancora nel 1640, il ponte fu allargato nel 1928 per esigenze di traffico. Vi scorre il fiume Bacchiglione. Il ponte, danneggiato dall'alluvione del 1º novembre 2010 è stato oggetto di una radicale ristrutturazione tra il 2010 e il 2011, che ne ha alzato anche il piano stradale.
  • Ponte degli Angeli, sorge nelle vicinanze di Piazza Matteotti, deve il suo nome odierno all'antica chiesetta di Santa Maria degli Angeli (non più esistente) che era stata ricavata dal torrione di protezione dell'importante Ponte di San Pietro. Palladio, tra il 1555 ed 1560 ne aveva predisposto un progetto di restauro. Alcuni secoli dopo, nel 1889, il manufatto fu completamente demolito perché ritenuto di ostacolo allo scorrere del fiume Bacchiglione e sostituito con una struttura in ferro, che collegò le due sponde fino al secondo dopoguerra, quando il ponte fu rifatto in cemento armato con una struttura più adatta a sopportare il crescente traffico veicolare.
  • Ponte Furo, una delle più suggestive immagini di Vicenza si può ammirare proprio da questo ponte: il fiume Retrone che si snoda attraverso gli edifici e sullo sfondo la Basilica Palladiana affiancata dalla Torre cittadina è infatti uno degli scorci più belli della città. Il ponte sorge nei pressi del punto in cui la roggia Seriola confluiva nel Retrone dove, un tempo, esisteva la Barriera Eretenia, uno degli ingressi daziari attraverso la cinta che delimitava la città.
  • Ponte delle Barche, sorge nel quartiere centrale delle Barche ed è il più antico dei ponti vicentini, con tre archi sostenuti da pilastri a grossi blocchi di pietra. La struttura, presenta delle arcate molto basse, tali per cui in caso di forti piogge il Retrone arriva a superare gli archi allagando il ponte.
  • Ponte San Michele, costruito nel Seicento sul modello dei ponti veneziani. Il nome deriva dal convento e dalla chiesa romanico-gotica di San Michele, il primo ricco di arte ed eretto nel duecento dai frati agostiniani, parzialmente demolito nel secolo scorso per dare nuovi spazi alla città, la seconda distrutta invece in epoca napoleonica. È attraversabile solo da pedoni.
  • Ponte San Paolo, che da piazza delle Erbe porta all'omonima contrà. Era situato sull'asse principale che in epoca romana attraversava la città da nord a sud. Dopo una piena del fiume, sono emersi alcuni scivoli di carico e scarico usati dalla imbarcazioni che risalivano il Retrone e trasportavano le merci fin sotto il Ponte stesso, attiguo alla zona in cui si svolge il mercato cittadino; storicamente, sembra che questi scivoli risalgano all'epoca medioevale e che abbiano avuto grande importanza per Vicenza, dove il trasporto mercantile fluviale era molto in uso fino al Settecento.
  • Ponte Novo, in origine Ponte delle Convertite per la sua vicinanza ad un monastero in cui venivano accolte giovani donne desiderose di avvicinarsi alla vita religiosa, il Ponte Novo è stato demolito e ricostruito negli anni duemila. Collega la parte nord della città con la zona di Corso Fogazzaro. Fino ad alcuni decenni or sono, quando le acque del fiume erano balneabili, i giovani vicentini usavano tuffarsi da questo ponte per un bagno.

Vie centrali[modifica | modifica wikitesto]

  • Corso Palladio, è la strada cuore di Vicenza, la via dei negozi, sempre affollata per le ormai note Vasche in Corso. Il tracciato della strada si è mantenuto pressoché inalterato fin dall'epoca romana, quando fungeva da decumano massimo della Vicetia di allora, a sua volta impostato sulla consolare Via Postumia. Si estende per circa settecento metri, da Piazza Castello a Piazza Matteotti, da Ovest a Est, e rappresenta una vera e propria galleria di chiese e di palazzi prestigiosi che vi si affacciano, in parte firmati dal Palladio. È totalmente pedonalizzato, come buona parte delle vie limitrofe.
  • Corso Fogazzaro, ricalca il tracciato di uno dei cardini minori della città romana e taglia il settore nord-occidentale del centro storico a partire dall'incrocio con corso Palladio. Lungo 630 metri (fino alla porta Santa Croce), il corso è intitolato ad Antonio Fogazzaro, uno dei più celebri scrittori vicentini, autore di romanzi come Malombra, Piccolo mondo antico e Piccolo mondo moderno, nei quali viene descritta la società provinciale a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento.

Cimiteri[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa del Cimitero Monumentale

Nel comune di Vicenza, oltre al

Sono attivi altri sei cimiteri, a suo tempo appartenenti a paesi contermini ora divenuti frazioni della città; sono quelli di:

Non più utilizzato è invece lo storico Cimitero acattolico di viale Fratelli Bandiera, che tuttavia rimane aperto come area verde.

Aree verdi in città[modifica | modifica wikitesto]

La zona centrale di Parco Querini con al centro il tempietto

Oltre ai classici parchetti di quartiere in città esistono numerose aree verdi, alcune storiche (Campo Marzo e Giardini Salvi) altre di recente istituzione (Parco del Retrone, Parco Fornaci). Tutti i parchi, le aiuole e le piante di Vicenza sono curate da Valore Città AMCPS. I parchi più importanti della città sono:

  • Campo Marzo, è la più grande area verde della città, la più antica ad essere di proprietà comunale ed una delle poche ad essere priva di limitazione degli orari d'accesso (il parco è privo di recinzioni). Sorge alle pendici di Monte Berico, a ridosso della stazione ferroviaria. Diviso in due settori da viale Roma, questo parco presenta, nella parte ovest, una serie di vialetti che cingono alcune statue (una ad Antonio Pigafetta, una ad Antonio Fogazzaro) e il grande parco giochi di via dell'Ippodromo, e dalla parte est il caratteristico viale Dalmazia (completamente riqualificato in anni recenti) dove, a settembre, vengono collocate le giostre per la festa della Santa Patrona.
  • Giardini Salvi, questo piccolo giardino (aperto dal 1909) adiacente alle mura di piazza Castello, in pieno centro, presenta una ricca vegetazione, un andamento sinuoso dei suoi viali, che si snodano tra fontane e statue, costeggiando la roggia Seriola. Importanti sono la presenza della loggia del Longhena e della loggia Valmarana, la seconda opera in stile palladiano. Da alcuni anni, nei Giardini, si tengono i mercatini natalizi. Oggetto di una radicale riqualificazione tra il 2008 e il 2009, il giardino presenta anche un percorso adatto ai disabili, nonché un roseto da collezione.
  • Parco Querini, altro grande polmone verde del capoluogo (120.000 m²), situato tra il centro storico e l'ospedale San Bortolo, è caratterizzato da vasti prati, da un esteso boschetto e da un suggestivo viale alberato (fiancheggiato da statue di stile classico), che porta ad un tempietto monoptero adagiato su un'isoletta artificiale circondata da un fossato. Divenuto di proprietà comunale nel 1971, è il parco per eccellenza dove fare jogging, vista anche la presenza di un percorso vita. Nel 2010 un settore del parco è stato arricchito di una serie di strumenti ludico-scientifici adatti a far capire la rifrazione, l'energia cinetica ed altri fenomeni fisici.
Parco del Retrone
  • Parco del Retrone, si tratta di un parco che si estende lungo il fiume Retrone, nel quartiere dei Ferrovieri, terzo parco per estensione (40.000 m²). Ricco di giovani alberi (il parco è stato istituito nel 1997), cespugli fioriti e spazi per lo sport (pallavolo, calcio e canoa), è gestito dalla Legambiente, che annualmente vi organizza Festambiente.
Oasi naturalistica degli stagni di Casale
  • Oasi naturalistica degli stagni di Casale "Alberto Carta", istituita nel 1998 nell'omonima frazione a sud del capoluogo, è costituita da circa 30 ettari di invasi acquitrinosi, utilizzati (fino ad alcuni decenni fa) per lo sfruttamento dei sedimenti argillosi. Terminata l'attività di escavazione, l'area si è popolata di animali e piante tipiche delle zone ricche d'acqua. L'Oasi (gestita e protetta dal WWF) si presenta come una delle poche zone umide naturali della pianura vicentina.
  • Parco di Villa Guiccioli, si trova nei pressi del Museo del Risorgimento e della Resistenza e occupa la sommità del colle Ambellicopoli con un'estensione di circa quattro ettari. È ricco di piante appartenenti sia alla flora locale che a specie esotiche tra cui la Zelcova, censita tra gli alberi monumentali della provincia di Vicenza.
  • Parco Fornaci. ultimo parco istituito in città (l'inaugurazione è avvenuta nell'estate del 2007), ha un'estensione di 35.000 m² e si colloca nella zona di viale Crispi, in un'area che ha richiesto un intervento di bonifica ambientale dopo la demolizione delle vecchie Fornaci Lampertico. Il parco è dotato di un centinaio di piante, di un laghetto, tre fontane con giochi d'acqua, strutture ricreative come un campo da bocce, un percorso vita ed una pista da skateboard, la seconda più grande d'Italia, di 25 metri per lato.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Il 48,1% della popolazione è nata nel comune di Vicenza. Tra i residenti non nati nel comune troviamo il 17,6% nato in uno dei comuni della provincia, il 7,3% nati in un'altra provincia della regione Veneto, il 12,7% provenienti da altre regioni italiane e il 14,6% provenienti dall'estero.

L'età media della popolazione è di 44,3 anni (41,1 per i maschi e 46,4 per le femmine) e questo dato pone Vicenza come la città capoluogo più giovane del Veneto[36]. Il rapporto femmine e maschi vede una prevalenza di femmine (52,5% del totale)

Abitanti censiti[37]

Vicenza risulta al 39º posto tra i comuni italiani per popolazione, il quarto comune del Veneto dopo Venezia, Verona e Padova e il terzo per densità abitativa dopo Padova e Treviso.

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito sono riportati i gruppi di stranieri più consistenti[38]:

I cittadini stranieri risultano essere 18 617, ovvero circa il 16,1% della popolazione.

Presenza statunitense in città[modifica | modifica wikitesto]

La maggiore presenza straniera a Vicenza è data dagli statunitensi, al 2011 circa 9.000 persone, chiamata Vicenza Military Community, che gravita dal 1955 attorno alla caserma Ederle. Sia i soldati sia i civili statunitensi non sono iscritti all'anagrafe cittadina, i bambini non frequentano le scuole italiane ma le scuole presenti all'interno della caserma, non si rivolgono al servizio sanitario italiano se non in caso di gravità o per prestazioni specialistiche, dato che all'interno della caserma è presente una clinica medica con medici militari.

La comunità ha una emittente televisiva (AFN Vicenza[39]) e una radio (AFN Eagle[40]), un piccolo corpo interno di vigili del fuoco e un corpo di polizia militare (Military Police) che interviene in città in ogni situazione che coinvolga un militare statunitense (dagli incidenti stradali alle risse nei bar).

Nella zona est della città è presente un vero e proprio "quartiere a stelle e strisce", il Villaggio Americano, con cinema, fast food, negozi e impianti sportivi dove risiedono molte famiglie di militari di stanza alla Ederle.

La presenza militare statunitense a Vicenza è stata ampiamente dibattuta dal 2006, dividendo l'opinione pubblica, in occasione dell'annuncio pubblico della sua espansione, effettuata a partire dal 2009 con la costruzione di una seconda base a circa 6 km dalla caserma Ederle, nella zona subito a nord della città dove prima sorgeva l'aeroporto di Vicenza:[41] la caserma Del Din, inaugurata nel 2013.[42]

Tradizioni e folklore[modifica | modifica wikitesto]

La Rua[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Rua (macchina).
La Rua ricostruita ed esposta in Piazza dei Signori

La Rua (che in italiano significa ruota) è stata per secoli il simbolo dell'orgoglio popolare vicentino.

Si trattava di una grande struttura lignea introdotta nel 1441 per sostituire il cero e il gonfalone che venivano fatti sfilare alla processione del Corpus Domini[43] (deliberata dal comune di Vicenza nel 1389) dal collegio dei notai. Il nome dell'intera macchina scenica deriva proprio dalla presenza di una grande ruota girevole incastonata nel centro della struttura e che rappresentava la rotazione quadrimestrale nell'espletamento delle cariche all'interno del potente collegio dei notai.[44]

Le sfilate della Rua dal 1444 proseguirono, pur tra varie interruzioni, per quasi quattrocento anni fino all'ultima avvenuta nel 1928. Le sue notevoli dimensioni, specialmente in altezza, erano diventate ormai incompatibili con le esigenze di una città moderna e soprattutto interferivano con gli impianti per l'illuminazione elettrica e con i fili delle linee tranviarie. Si decise quindi di sospendere le sue sfilate.

Nel 1944 l'opera (che era conservata in un magazzino comunale) venne distrutta durante un bombardamento e non fu più ricostruita fino al 2007, quando l'azienda municipale Valore Città AMCPS, per festeggiare i suoi 100 anni di attività, decise di fare un regalo storico alla città, ricostruendo l'opera con materiali più moderni e resistenti ed esponendola, per la prima volta dopo decenni, in Piazza dei Signori nel settembre dello stesso anno.

All'inizio del 2010 è nata l'idea di creare un comitato della Rua, per far rivivere, ogni settembre (sempre in occasione della festa per la Santa Patrona) lo storico giro della Rua.

La manifestazione vede la presenza di un corteo di quasi 1000 persone che rappresentano i quartieri, le associazioni, i gruppi sportivi, le confraternite, gli ordini militari e gli ordini professionali della città, che sfila per le vie del centro la sera del primo sabato di settembre. La sfilata è capeggiata dalla Ruetta, (una riproduzione dal peso di 400 kg e dall'altezza di 8 metri), realizzata nel 1949 e di recente restaurata, che si presenta con una cascata di fiori, naturalmente biancorossi (come i colori della città). A sostenerla, a turno, sono 18 atleti vicentini accompagnati dal ritmo della fanfara storica degli alpini.

Da piazza Duomo il corteo raggiunge piazza Castello, percorre quindi corso Palladio e contrà Santa Barbara da dove entra in piazza dei Signori. In piazza dei Signori si svolge la suggestiva cerimonia di accensione della storica grande Rua (alta 24 metri e del peso complessivo di 300 quintali) installata, fin dai primi giorni di settembre, nella piazza.

Il Giro della Rua è una tra le più antiche manifestazioni folcloristiche italiane, la seconda nel Veneto dopo lo Sposalizio del mare di Venezia.

Mercato[modifica | modifica wikitesto]

Il mercato ambulante del centro storico è una delle tradizioni popolari più antiche e significative della città. Al martedì si svolge in versione ridotta tra Piazza dei Signori, Piazza delle Erbe e contrà Garibaldi (piazza delle Poste) con circa 50 banchi mentre il mercato del giovedì si estende tra Piazza dei Signori, Piazza Biade, Piazzetta Palladio, Piazza delle Erbe, contrà Garibaldi, Piazza Duomo, viale Roma, contrà Pescherie Vecchie, Piazza Castello e Piazzale del Mutilato per un totale di 135 banchi.

Qualità della vita[modifica | modifica wikitesto]

Anno Qualità della Vita (Sole 24 Ore) Qualità della Vita (Italia Oggi) Rapporto Ecosistema Urbano (Legambiente)
2004 32ª 13ª 38ª
2005 48ª (- 16) (+ 7) 35ª (+ 3)
2006 48ª ( = ) 12ª (- 6) 42ª (- 7)
2007 32ª (+ 16) 15ª (- 3) 75ª (- 33)
2008 42ª (- 10) 10ª (+ 5) 76ª (- 1)
2009 61ª (- 19) (+ 1) 79ª (- 3)
2010 47ª (+14) 23ª (-14) 73ª (+ 6)
2011 21ª (+26) (+15) 29ª[45]
2012 26ª (-6) (+3) 25ª (+5)
2013 37ª (-11) (-4) 25ª (=)
2014 30ª (+7) (+2) 53ª [46]

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetto Veneto, Dialetto vicentino e Veneto alto vicentino.

La lingua veneta (nella sua variante veneto centrale o, ancor più precisamente, veneto alto vicentino) è una lingua romanza ampiamente parlata e diffusa ancor oggi. È tutelata come lingua dalla Regione Veneto (che pure ne riconosce il carattere composito)[47] ma non dallo Stato italiano, che non l'annovera tra le minoranze linguistiche, pur essendo compresa fra le lingue minoritarie dall'UNESCO.[48]

In città si parla la variante del veneto alto vicentino (a sua volta una variante del veneto centrale).

Il dialetto vicentino è infatti diviso tra basso vicentino (parlato nelle zone dei colli berici, a sud del capoluogo) ed alto vicentino (parlato sia in città sia a nord del capoluogo). Le differenze emergono, ad esempio nella modifica della consonante C e G ("cinque" diventa zinque nel basso vicentino mentre diventa sinque in città, "gente" diventa zente nel basso vicentino e xente in città).

Religione[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Diocesi di Vicenza.
Beniamino Pizziol, vescovo di Vicenza dal 2011.

Vicenza è sede dell'omonima diocesi, sede della Chiesa cattolica di rito romano, suffraganea del Patriarcato di Venezia e appartenente alla Regione ecclesiastica Triveneto. In città si trova la Cattedrale di Santa Maria Annunciata, la Basilica Santuario della Madonna di Monte Berico, chiesa dedicata alla patrona della diocesi e la paleocristiana Basilica dei Santi Felice e Fortunato. Le parrocchie della città sono 37, alle quali vanno aggiunte altre 12 chiese che non sono parrocchie e che, in alcuni casi, sono affidate a ordini religiosi (la Basilica di Monte Berico è affidata ai Servi di Maria, il Tempio di San Lorenzo ai frati francescani, quello di Santa Corona ai cappuccini). Le parrocchie sono tutte raggruppate nel vicariato urbano, a sua volta suddiviso in 12 unità pastorali che, a volte, hanno un unico parroco per più parrocchie.

Altri culti religiosi maggioritari in città sono l'Islam, con la moschea Ettawaba di via Vecchia Ferriera, e la Chiesa cristiana ortodossa che esercita il proprio culto nelle chiese della Misericordia (Chiesa ortodossa serba, con l'unica parrocchia nel Veneto) e di Santa Croce (Patriarcato di Mosca e Moldavia).[49] I Testimoni di Geova sono circa un migliaio nella provincia.[50] Culti religiosi meno diffusi sono comunque presenti in città (Buddhisti, nonché Battisti e Metodisti presenti soprattutto nella comunità militare statunitense).

Strutture sanitarie[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Ospedale San Bortolo.

In città sono presenti diverse strutture sanitarie sia pubbliche che private:

Esterno dell'ospedale San Bortolo a Vicenza.

La principale struttura pubblica è l'Ospedale San Bortolo (facente parte dell'Azienda sanitaria U.L.SS. 6 Vicenza), la più importante azienda ospedaliera del territorio che vanta numerose eccellenze anche a livello internazionale. Si trova in un'area compresa tra contrà San Bortolo, viale Rodolfi e Parco Querini ed è classificato come "ospedale regionale ad alta specializzazione". Il San Bortolo vanta infatti eccellenze nei campi della chirurgia del fegato, del pancreas e delle vie biliari; è centro regionale per la diagnosi e cura delle malformazioni cranio maxillo-facciali, per la spina bifida, per le malattie rare (con la Fondazione "Mauro Baschirotto").

Il dipartimento interaziendale di nefrologia ed emodialisi utilizza un approccio all'avanguardia per la cura dei pazienti (chiamato proprio per questo "Vicenza model") tanto che la sopravvivenza dei pazienti in dialisi a Vicenza è tra le più alte al mondo.[senza fonte] All'interno dello stesso dipartimento si trova l'International Renal Research Institute Vicenza, un centro internazionale per lo studio e la ricerca sulle malattie renali.

Il San Bortolo è stato inoltre il primo ospedale europeo e tra i pochi al mondo a potersi dotare di un Cyberknife (un robot radiochirurgico dotato di un acceleratore lineare di particelle) che permette di curare tumori che non sono operabili con normali tecniche chirurgiche. Vicenza si è ulteriormente specializzata nell'utilizzo di questo strumento per la cura dei tumori cerebrali e, ad oggi, è l'unica struttura al mondo a trattare tali interventi con questa metodologia. Nel 2012 è stato acquistato un secondo Cyberknife per ridurre i tempi di attesa (l'unica altra struttura sanitaria al mondo a possederlo è il Centro Medico dell'Università statale di San Francisco).

Enti internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Cortile della Caserma Chinotto, con le bandiere degli stati membri del CoESPU

Hanno sede in città tre enti internazionali

entrambi presso la caserma Chinotto di via Medici 12

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Patrimonio mondiale UNESCO[modifica | modifica wikitesto]

Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall'UNESCO
UNESCO World Heritage Site logo.svg Patrimonio dell'umanità
Città di Vicenza
e le ville palladiane del Veneto
(EN) City of Vicenza and the Palladian Villas of the Veneto
Vicenza 2.jpg
Tipo Architettonico, artistico
Criterio C (i) (ii)
Pericolo Nessuna indicazione
Riconosciuto dal 1994
Scheda UNESCO (EN) Scheda
(FR) Scheda

Il 15 dicembre 1994, nella 18ª Sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale UNESCO, a Phuket, il sito di “Vicenza Città del Palladio” è stato inserito nella lista dei patrimoni dell'umanità ai sensi dei seguenti criteri:

  • Vicenza costituisce una realizzazione artistica eccezionale per i numerosi contributi architettonici di Andrea Palladio, che integrati in un tessuto storico, ne determinano il carattere d'insieme.
  • Grazie alla sua tipica struttura architettonica, la città ha esercitato una forte influenza sulla storia dell'architettura, dettando le regole dell'urbanesimo nella maggior parte dei paesi europei e del mondo intero.

Oltre ai 23 monumenti palladiani e le 3 ville della città, nel 1996 è stato ottenuto l'inserimento nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità di altre 21 ville del Palladio presenti nel territorio veneto. In questa occasione il nome del sito è divenuto: “La città di Vicenza e le ville palladiane nel Veneto”.

Biblioteche[modifica | modifica wikitesto]

  • La più importante biblioteca della città è la Biblioteca civica Bertoliana[51], attiva dal 1708 che dispone (nella sola sede principale di Palazzo San Giacomo) di 417.052 volumi e che è presente nella città attraverso il Sistema Bibliotecario Urbano nelle sedi di Palazzo Costantini, Riviera Berica, Villa Tacchi, Anconetta, Laghetto, Villaggio del Sole e Ferrovieri. È stata inoltre attivata una sede della biblioteca presso il parco di Campo Marzo, attiva per tutto l'anno (escluso il periodo invernale).
  • Altra biblioteca importante è la Biblioteca Internazionale La Vigna[52] (facente parte del Centro di Cultura e Civiltà Contadina) che dispone di 42.000 volumi incentrati principalmente sul settore di studi sull'agricoltura e sulla cultura e civiltà del mondo contadino. Ha sede nel palazzo Brusarosco Zaccaria, edificio ottocentesco in parte (la Casa Gallo) restaurato da Carlo Scarpa.

Musei[modifica | modifica wikitesto]

Vicenza è una città ricca di musei: sono otto i principali, tre dei quali di proprietà comunale, i rimanenti della diocesi, di fondazioni bancarie e altre istituzioni private.

Sala dello zodiaco (Pinacoteca Civica di Palazzo Chiericati)
Ingresso delle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari
  • Museo naturalistico e archeologico di Santa Corona[54], inaugurato nel settembre 1991, è allestito nei due chiostri del monastero domenicano che affiancano la chiesa di Santa Corona in pieno centro storico. All'interno il percorso espositivo è diviso in due sezioni: quella naturalistica che illustra la morfologia del territorio vicentino con la sua flora e la sua fauna e la sezione archeologica con reperti che vanno dal paleolitico all'epoca longobarda.
  • Gallerie di Palazzo Leoni Montanari[56], sede espositiva di banca Intesa Sanpaolo, è stato inaugurato nel 1999 ed ospita un'importante collezione di oltre 400 icone russe e opere del Settecento veneziano. Annualmente, presso il laboratorio interno di restauro, viene riportata all'originario splendore una o più opere d'arte che vengono presentate nella rassegna Restituzioni in maggio.
  • Museo diocesano, inaugurato nel 2005, è situato nei saloni del Palazzo vescovile e mostra le testimonianze della presenza cristiana a Vicenza, risalente all'epoca romana, oltre ad ospitare collezioni di oreficeria sacra, pittura, arte religiosa ed etnografia.
  • Museo del Gioiello [60]. Situato su due livelli all'interno dell'edificio della Basilica Palladiana, si compone di nove sale tematiche più uno spazio per esposizione temporanee. Vi è esposta la ricostruzione del Gioiello di Vicenza e una selezione della produzione orafa che ha in Vicenza una delle capitali mondiali. È stato istituito dalla Fiera di Vicenza con il patrocinio del Comune e aperto dal 24 dicembre 2014.[61]
  • Museo del Seminario vescovile. Si compone di cinque sale di circa 90 m² ciascuna, adibite in origine a laboratori didattici, con scaffalature e vetrine espositive ottocentesche che ospitano strumenti scientifici e reperti zoologici, botanici ed etnologici raccolti dal 1600 al 1900. Aperto su prenotazione, per gruppi scolastici.
  • Area archeologica della strada romana sottostante le sacrestie della Cattedrale. Un'area di circa 900 m². comprendente, su strati sovrapposti, resti di abitazioni romane del tempo di Augusto e una sequenza di edifici destinati al culto nel corso dei secoli: una domus ecclesiae del IV secolo, una chiesa paleocristiana del V con lacerti di mosaico, una romanica dell'XI secolo e una chiesa gotica del XIII.

Teatri principali[modifica | modifica wikitesto]

Vicenza è una città con una lunga tradizione che la lega al teatro. Essa ha avuto in passato parecchie strutture. I principali teatri sono:

Teatro Olimpico
  • Teatro Olimpico, opera progettata da Andrea Palladio nel 1580 su volere dell'Accademia Olimpica (un circolo culturale rinascimentale tuttora attivo), è considerato il primo teatro stabile coperto al mondo dell'epoca moderna e conserva intatte le sue scene lignee. A metà strada tra monumento (è infatti parte delle strutture vicentine patrimonio dell'umanità UNESCO) e teatro in attività, l'Olimpico è sede soprattutto di spettacoli classici e concerti. La stagione teatrale e concertistica è particolare in quanto, per preservare le delicatissime strutture lignee, non è presente un impianto di climatizzazione e riscaldamento e questo porta a fissare gli spettacoli solo tra marzo ed ottobre.
  • Teatro comunale Città di Vicenza, una moderna struttura collocata in viale Mazzini progettata da Gino Valle ed inaugurata nel 2007; la sua inaugurazione arriva dopo 60 anni e 36 diversi studi e progetti che dovevano, nell'immediata ricostruzione dopo la seconda guerra mondiale, ridare alla città almeno uno dei due teatri distrutti dai bombardamenti. Presenta al suo interno due sale ed un cartellone che spazia dalla lirica, alla prosa, alla musica ed al balletto. È gestito da un'apposita Fondazione.
  • Teatro Astra, situato presso il quartiere Barche, è stato realizzato tra il 1934 e il 1936 nel complesso della ex sede della G.I.L.. È gestito dal 1986 in convenzione tra comune e il teatro stabile di innovazione "La Piccionaia I Carrara"; ospita l'attività di produzione di diversi nuclei artistici, un calendario di spettacoli di teatro contemporaneo e per le giovani generazioni, una serie di progetti di formazione e ricerca in collaborazione con le vicine sedi di InformaGiovani e Giovani Artisti Italiani.
  • Teatro Spazio Bixio, si tratta di una particolare struttura inaugurata nel 2005 che presenta le caratteristiche tipiche dei piccoli teatri metropolitani di avanguardia. La programmazione spazia dagli spettacoli contemporanei, ai monologhi, al cabaret e alle letture poetiche. La programmazione e la gestione avviene in collaborazione tra comune e TheamaTeatro.
  • Teatro San Marco, situato in centro storico, è soprattutto sede di spettacoli di compagnie di teatro amatoriale, a cui dedica un festival nazionale, La Maschera d'Oro.
  • Auditorium Canneti, situato dietro il Teatro Olimpico, è sede di numerosi concerti. È stata l'unica struttura teatrale che, pur bombardata, si è riusciti a ricostruire dopo la seconda guerra mondiale.
  • Teatro Kitchen, nato a Vicenza nel marzo 2012, un magazzino industriale trasformato in teatro per ospitare rassegne, concerti, laboratori, installazioni, lezioni. Il progetto nasce dall’esperienza di Ossidiana Centro Culturale.[62]

Teatri non più esistenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Teatro delle Grazie, Teatro d'opera attivo nel XVIII secolo. Durante i suoi anni di attività era il più grande teatro vicentino, nonché palcoscenico "alla moda" di riferimento della città.
    Venne completamente distrutto da un incendio nella notte del 24 settembre 1783.
  • Teatro Eretenio, costruito sul finire del Settecento, dopo la distruzione del delle Grazie diventò il nuovo teatro di punta della città.
    Venne distrutto il 2 aprile 1944 dai bombardamenti alleati.
  • Teatro Verdi, realizzato nel 1886, era il teatro popolare della città.
    Anch'esso venne distrutto il 2 aprile 1944 dalle bombe angloamericane.

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

Scuole[modifica | modifica wikitesto]

La città presenta la più alta densità scolastica di tutto il Veneto e una delle più alte d'Italia[63], soprattutto sotto il profilo delle scuole medie superiori (per confronto, la Regione istituisce ben dodici borse di studio per la mobilità europea nella sola provincia di Vicenza, più che in ogni altra provincia veneta).

14 scuole dell'infanzia, 25 scuole primarie e 11 scuole secondarie di primo grado della città sono raggruppate in 11 istituti comprensivi, gestiti dal Comune per conto dello Stato. Esistono inoltre altre 17 scuole dell'infanzia che sono di gestione e di proprietà interamente comunale. Le modalità di accesso alle scuole sono regolate da norme varate dal consiglio comunale nel 2009, che danno priorità al bimbi che vogliono iscriversi nelle scuole del loro quartiere. 5 delle 11 scuole secondarie presentano anche l'indirizzo musicale.
Nel maggio 2011, in occasione della pubblicazione della seconda edizione del Rapporto sulla qualità nella scuola, realizzato da Tuttoscuola (mensile per insegnanti, genitori e studenti) Vicenza si è classificata al 15º posto in Italia per la qualità del sistema d'istruzione, a partire dalle scuole dell'infanzia[64].

12 sono le scuole secondarie di secondo grado presenti a Vicenza la cui gestione è affidata, dallo Stato, alla Provincia. Tra queste, una lunga storia vanta l'Istituto Tecnico Industriale Statale "A. Rossi" fondato nel 1878[65]. Porta il nome del suo fondatore e tra i suoi allievi ha avuto Federico Faggin, padre del microprocessore. Il Liceo ginnasio Antonio Pigafetta, sorto nel 1807[66] è uno tra i più antichi licei italiani e vanta tra i suoi ex allievi politici come Mariano Rumor e Tiziano Treu, scrittori come Antonio Fogazzaro, Goffredo Parise, Guido Piovene, Luigi Meneghello, Ilvo Diamanti e Gian Antonio Stella, industriali e studiosi.
4 sono i centri di formazione professionale riconosciuti dalla Regione.

Università[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Università di Vicenza nel Duecento.

Dopo avere avuto, tra il 1204 e il 1209, una propria Università, dal 1990 Vicenza è tornata ad ospitare diversi corsi di laurea sia triennale che magistrale che, amministrativamente, dipendono dalle università di Padova e di Verona; i corsi attivi sono:

Le sedi universitarie, dopo la recente apertura del nuovo Polo Universitario legato alla facoltà di Economia e la conseguente cessione del complesso di Santa Maria Nova al comune sono quattro: San Pietro, San Nicola, Barche, Viale Margherita.[67] I corsi legati alle facoltà di medicina si svolgono invece presso il polo didattico universitario dell'Ospedale San Bortolo.

Con l'obiettivo di promuovere e sostenere l'istruzione universitaria nell'attività pratica di didattica, ricerca e organizzazione nel 2002 è nata la Fondazione Studi Universitari di Vicenza[68] i cui soci sono il Comune di Vicenza, la Provincia di Vicenza, la Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona e, come socio sostenitore, la Banca Popolare di Vicenza.

In città trova inoltre sede il Conservatorio di musica "Arrigo Pedrollo".

Nell'immediata periferia, ad Altavilla Vicentina si trova la Fondazione CUOA (Centro Universitario di Organizzazione Aziendale), una scuola di management, che svolge attività di formazione e sviluppo della cultura imprenditoriale e manageriale: è tra le prime business school in Italia.[senza fonte]

Accademia Olimpica[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Accademia Olimpica.

L'Accademia Olimpica è un'antica istituzione culturale fondata nel 1555 da un gruppo di intellettuali, tra i quali l'architetto Andrea Palladio. È dedita alla promozione “mediante pubblicazioni, tornate, celebrazioni, corsi di insegnamento e manifestazioni varie di studi letterari, storici, filosofici, scientifici, tecnici, giuridici, economici, sociologici, amministrativi e attività artistiche, con speciale riguardo alla cultura, alla vita artistica e al progresso della città di Vicenza e del suo territorio storico”. Oltre a ciò l'Accademia si attribuisce compito di “vigilanza sulla conservazione e l'uso del Teatro Olimpico da essa eretto, la sua valorizzazione mediante manifestazioni d'arte adeguate alla dignità del monumento, la conservazione, l'incremento e la vigilanza sull'uso pubblico della Biblioteca”[69].

Media[modifica | modifica wikitesto]

Radio[modifica | modifica wikitesto]

  • Radio Vicenza
  • Radio Stella FM
  • Radio Oreb

Stampa[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Elenco di alcuni dei 63 film e telefilm[70] girati in toto o in parte nel capoluogo berico (in ordine cronologico):

Il commissario Pepe - 1969

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Redazioni di Vicenza:

Cucina[modifica | modifica wikitesto]

Bacalà alla vicentina esposto nella vetrina di una gastronomia cittadina assieme ad altre specialità della cucina locale (in primo piano: bigoli all'uovo)
Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina vicentina.

Numerosi sono i piatti tipici del territorio vicentino.

Fra i primi piatti sono rinomati il risotto con i bruscandoli (germogli di luppolo), che si raccolgono al margine dei sentieri nei boschi dei Colli Berici, i risi e bisi o la pasta e fagioli alla vicentina, che si differenzia da quella preparata nelle altre zone del Veneto per l'utilizzo di tagliatelle all'uovo, o anche la panà o zuppa di pane raffermo e brodo di pollo.

Piatto assolutamente locale sono i Bigoi co' l'arna, sorta di grossi spaghetti di grano tenero tradizionalmente trafilati col torchio girato a mano e conditi con un ragù di anatra. Tipici inizialmente della cittadina di Thiene, sono stati con il tempo apprezzati in tutta la provincia

Fra i secondi piatti ricordiamo soprattutto il bacalà alla vicentina, comparso sulle tavole vicentine nel XVI secolo: esso è un piatto di pesce a base di stoccafisso (merluzzo essiccato) servito con contorno di polenta.[72]

La sopressa Vicentina è una sorta di grosso salame del diametro di circa 8 cm, prodotto con carne di solo maiale (possono essere utilizzate spalla, prosciutto, capocollo, ma anche altre parti del suino), sale, pepe e salnitro. Anch'essa è caratterizzata dal marchio D.O.P..

Ma il prodotto D.O.P. più conosciuto è sicuramente il formaggio Asiago, disponibile nelle due varianti, fresco e stagionato. Si tratta di un formaggio che, grazie alla sua alta qualità ed ai metodi di produzione ancora legati alla tradizione, ha ormai raggiunto un alto livello di apprezzamento e di notorietà non solo in Italia, ma sempre più anche all'estero.[73]

Un prodotto particolare, tutelato come presidio Slow Food è l'oca in onto prodotta un tempo in tutto il veneto, ma soprattutto nel basso vicentino e sui Colli Berici.

Un dolce molto rustico, la putana di farina di mais e fichi, si vende nelle pasticcerie in una versione ingentilita che sta a metà tra la pinza veneta e la nicolotta veneziana. La versione tradizionale prevede un dolce di farina gialla, strutto e alloro, con poco zucchero e arricchita di mele, uva appassita in granaio, fichi secchi, noci e talvolta scorza d'arancia grattugiata. Si cuoceva sotto le braci del focolare ancora sino all'anteguerra. La versione attuale si compone di farina gialla, pane ammollato nel latte, burro, zucchero o miele, canditi, uvetta, pinoli.

L'autoironia di un'équipe di pasticcieri vicentini ha portato alla creazione ex novo di un dolce denominato la gata (derivato dal soprannome "Vicentini magnagati") che utilizza ingredienti della tradizione (non manca un goccio di grappa), nel tentativo di colmare la lacuna nella gastronomia locale che di fatto non ha un dolce tipico.

Importante anche la produzione vitivinicola che s'inserisce in varie parti del territorio provinciale.

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

Festambiente Vicenza
Piazza dei Signori con le luminarie natalizie
  • StraVicenza[74]: gara podistica competitiva e non che si snoda per un tracciato di 1.5, 4.5 e 10 km lungo le vie del centro storico in marzo.
  • Granfondo Città di Vicenza: granfondo ciclistica sui Colli Berici con partenza e arrivo in città (aprile).[75]
  • Vicenza Jazz - New Conversations[76]: festival internazionale di musica jazz che anima la città nel mese di maggio.
  • Festival Biblico[77]: un'occasione per incontrare o ri-scoprire le sacre Scritture con conferenze e vari eventi per le vie della città e non solo (fine maggio).
  • Festambiente Vicenza, manifestazione promossa da Legambiente sugli stili di vita alternativi ed ecocompatibili presso il Parco del Retrone a fine giugno, è la seconda edizione più importante d'Italia per affluenza.
  • Settimane Musicali al Teatro Olimpico[78]: Festival di musica da camera e opere che si tiene a giugno al Teatro Olimpico
  • Vicenza Estatefest: concerti, film all'aperto e spettacoli teatrali da giugno ad agosto.
    • Festa della Musica: si svolge il 21 giugno in occasione della Giornata Europea della Musica. Per tutta la sera musica, teatro, danza e arte animano diversi angoli della città come piazze, strade, palazzi, gallerie d'arte, chiese e locali pubblici, il tutto condito da musei, teatri e negozi aperti.
    • Gehtorock: festival rock che si svolge nel quartiere di Laghetto
    • Ferrock: festival rock che si svolge nel quartiere dei Ferrovieri
    • Riviera Folk Festival: rassegna di gruppi emergenti che si svolge nel quartiere della Riviera Berica
    • Nettarock: festival rock che si svolge nel quartiere di Anconetta
    • Spiorock: festival rock che si svolge nel quartiere di San Pio X
  • Festa dei Oto: la tradizionale festa in onore della Madonna di Monte Berico che si tiene l'8 settembre
  • Settembre vicentino: serie di eventi che si svolgono in concomitanza con le celebrazioni per la patrona:
    • Luna Park a Campo Marzo: da fine agosto e per tutto settembre il parco cittadino ospita le giostre.
    • Giro della Rua: storico giro della Rua per le vie del centro che si svolge il primo sabato di settembre. In concomitanza negozi e musei aperti fino a mezzanotte
  • CioccolandoVi: una 3-4 giorni di esposizione e vendita dei migliori cioccolati che si svolge per le vie del centro storico a fine ottobre. Anche in questa occasione, il sabato, le bancarelle, i negozi e tutti i musei rimangono aperti fino a tardi.
  • Rally "Città del Palladio": gara automobilistica che parte e arriva in città in novembre.
  • Buone Feste, Vicenza: manifestazioni per tutto l'Avvento che prendono il via con l'accensione dell'albero e delle luminarie in tutta Vicenza. L'ultimo sabato prima di Natale vede l'appuntamento di "Corri Babbo Natale, corri!" corsa non competitiva dove partecipano atleti e non, tutti rigorosamente vestiti da babbo natale.

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Il quartiere di Monte Berico
Piazza Castello
Mura trecentesche di viale Mazzini
Zona residenziale di via btg. Framarin
Vista aerea del quartiere di Villaggio del Sole nei primi anni sessanta

Urbanistica[modifica | modifica wikitesto]

La maggior parte dei quartieri cittadini si sono sviluppati nel XVIII e nel XIX secolo appena fuori le mura storiche e lungo le strade principali di uscita da Vicenza; altri sono stati costruiti sulla base di piani urbanistici, soprattutto nella seconda metà del Novecento. I nomi dei quartieri talora derivano dal progetto, talora dalla parrocchia principale, altre volte sono denominazioni di uso corrente. Non sempre sono ben definite i confini, nel caso di quartieri contigui.

Quartieri orientali[modifica | modifica wikitesto]

  • Araceli
  • San Francesco - Parco Città: uno dei quartieri più recenti della città, nato a fine anni novanta, in parte realizzato con i soldi del Giubileo del 2000. È caratterizzato da moderni palazzi collegati da una grande galleria commerciale al piano terra. nella moderna area verde, ospita la sede della circoscrizione 4.
  • Sant'Andrea
  • San Pio X: quartiere sorto tra gli anni 1950 - 1970 con la creazione di un apposito PEEP e che si trova nella parte est della città delimitato da viale della Pace, strada Bertesina e la caserma Ederle. La zona è approvvigionata di servizi quali (scuole di ogni ordine e grado, piscina scoperta, sede della circoscrizione 3, biblioteca di zona) (notevole è anche la presenza di americani, vista la vicinanza con la caserma Ederle). Ospita ogni venerdì il mercato di zona. Il quartiere ospita anche numerosi parchi giochi, due campi sportivi per il gioco del calcio e uno per il gioco del baseball, tre palestre atte al gioco della pallavolo e del basket di cui una dotata di spalti per il pubblico, e il parco secolare di Villa Tacchi al cui interno è ospitata la biblioteca di zona.
  • Stanga
  • Bertesinella
  • Bertesina

Quartieri meridionali[modifica | modifica wikitesto]

  • Monte Berico: quartiere residenziale tra i più eleganti di Vicenza, è la zona più elevata della città ed è meta di numerosi pellegrini, anche provenienti dall'estero, per la presenza dell'omonimo santuario sorto a partire dal XV secolo. Le strade che salgono verso il Santuario della Madonna di Monte Berico portano al Piazzale della Vittoria, da dove si gode di una completa vista dall'alto della città e del territorio circostante. La salita verso il santuario, che si affronta o sotto gli alberi o sotto i portici di viale 10 giugno, è una delle passeggiate tradizionali dei cittadini, che d'estate cercano refrigerio sulla cima del colle.
  • Gogna: situato sulla sinistra di Monte Berico, ospita la chiesa di San Giorgio, una delle più antiche della città.

Quartieri occidentali[modifica | modifica wikitesto]

  • Ferrovieri: il quartiere - un tempo aperta campagna e chiamato "Riva alta" dagli argini del vicino fiume Retrone - è situato a sud-ovest della città, tra la ferrovia Milano-Venezia e questo corso d'acqua. Il nome ufficiale - fin dagli anni venti - è "Quartiere delle Medaglie d'Oro" (molte delle vie del rione sono infatti dedicate a decorati al valor militare) ma il fatto che i primi abitanti furono gli operai del vicino "arsenale" (Officine Grandi Riparazioni) delle Ferrovie dello Stato ospitati nelle case popolari appositamente edificate per loro ("Casermoni"), battezzò spontanemanete il quartiere come "Ferrovieri". La zona si sviluppò ulteriormente tra le due guerre con l'apertura del Lanificio Rossi, assumendo uno spiccato carattere operaio e popolare, fino ad arrivare ai recenti ampliamenti residenziali degli anni novanta. Durante la prima guerra mondiale il quartiere (all'epoca composto solo dalle case dei ferrovieri) venne utilizzato come caserma dall'Esercito Italiano. Nella zona è presente un parco fluviale di 40.000 m² chiamato Parco del Retrone, ove tutti gli anni viene organizzata Festambiente Vicenza, una manifestazione promossa da Legambiente. Il quartiere è sede della circoscrizione 7. Ospita il mercato ogni martedì. Nel quartiere è presente il consolato onorario di Bielorussia. La Parrocchia è dedicata a Sant'Antonio da Padova e venne eretta nel 1959; in precedenza la zona era seguita spiritualmente da sacerdoti dipendenti dalla parrocchia-madre di San Felice e Fortunato. L'attuale chiesa è stata inaugurata e benedetta nel 1966.
  • San Lazzaro - Pomari: può essere suddiviso in due distinte aree territoriali: quella sorta a cavallo degli anni sessanta e i primi settanta, e quella più recente, anni ottanta/novanta, denominata zona Pomari. Mentre la zona di San Lazzaro è contraddistinta dal carattere prettamente residenziale, la zona Pomari (tuttora in espansione) oltre a moderni condomini ospita le sedi di TVA Vicenza, Il Giornale di Vicenza, il palazzo di Confartigianato Vicenza e la nuova sede della Camera di commercio.
  • San Giuseppe - Mercato Nuovo
  • Cattane: si può considerare il quartiere più centrale della circoscrizione 6, il più vasto ed il più popolato ed è caratterizzato da un tessuto sociale eterogeneo. Nel suo territorio si trova il Centro Civico di Villa Lattes (sede della circoscrizione). La disponibilità di un Centro Civico di nuova e accogliente realizzazione offre l'opportunità di ospitare le molte associazioni circoscrizionali. Attorno alla Parrocchia di Santa Bertilla trovano spazio un'intensa attività sociale e ricreativa.

Quartieri settentrionali[modifica | modifica wikitesto]

  • Santa Croce - Viale Pasubio
  • Villaggio del Sole: sorto ai primi anni sessanta grazie al Piano Case dell'INA, premio In-Arch 1962. La caratteristica del quartiere è la costruzione "a biscia" dei lunghi caseggiati che danno un andamento sinuoso anche alle stesse strade; la dotazione di verde, che caratterizza ogni edificio, attribuisce inoltre al quartiere una dimensione armoniosa. Il nome deriva dal fatto che, tra le due guerre, vi era attivo un piccolo centro elioterapico detto "Casa del sole". Era ospitato nella Villa Rota Barbieri (seicento-settecentesca) con la torre quattrocentesca, struttura che, dopo aver ospitato le scuole elementari, quindi gli sfollati del Polesine e infine la scuola materna, dopo alcuni anni di chiusura, è ritornata a funzionare diventando un centro diurno riabilitativo per malati di Alzheimer. Il quartiere ospita la biblioteca di zona e il mercato settimanale si svolge il sabato. La parrocchia è dedicata a San Carlo Borromeo e la relativa chiesa, sorta negli anni sessanta, ha la forma di una tenda, a simboleggiare il peregrinare del popolo di Dio sulla terra.
  • Quartiere Italia: quartiere sorto a partire dagli anni settanta, costituisce il cuore sportivo della città vista la presenza al suo interno del palasport "Città di Vicenza", del pattinodromo, della campo di atletica "Guido Perraro" e delle piscine (coperte e scoperte). Ospita il mercato ogni mercoledì.
  • San Bortolo: storico quartiere della città al cui interno è situato l'omonimo convento poi trasformato in ospedale civile. Caratterizzato da uno sviluppo stratificato negli anni (il nome deriva dalla presenza di una porta risalente alla fortificazione scaligera), è stato uno dei quartieri più danneggiati dalla seconda guerra mondiale a causa della presenza di una caserma (Caserma "Chinotto", già sede della Brigata missili "Aquileia", poi Scuola sottufficiali dei Carabinieri ed diventata centro di addestramento della Forza di gendarmeria europea).
  • Laghetto: quartiere nella zona nord di Vicenza deve il suo nome alle antiche origini acquitrinose della zona (che effettivamente ospitava un lago fino all'epoca romana, gradualmente prosciugatosi) e al fatto che, con la sua costruzione iniziata negli anni sessanta, si scelse di dare alle strade i nomi di laghi. È uno dei quartieri residenziali più tranquilli della città anche perché è separato dai caotici viali della circonvallazione da un lungo rettilineo (chiamato via dei Laghi) che porta nel centro del quartiere. È sede della circoscrizione 5, del palasport "Palalaghetto" e della biblioteca di zona. Ospita il mercato ogni venerdì.
  • Saviabona

In questi ultimi anni Vicenza si è contraddistinta per numerosi progetti e lavori di riqualificazione che modificheranno l'aspetto della città. Sono state riqualificate diverse aree della città, inaugurate nuove strade (come la Tangenziale Sud), nuovi insediamenti produttivi e culturali (Centrale del Latte a Vicenza Est e Teatro Comunale Città di Vicenza) e vi sono altre grandi opere in via di ultimazione:

Restauro della Basilica Palladiana e riqualificazione del sistema piazze[modifica | modifica wikitesto]

I lavori di restauro alla Basilica Palladiana

Si tratta del più importante intervento ad uno dei monumenti simbolo della città dal dopoguerra. I lavori, iniziati nel gennaio del 2007, si sono conclusi nell'ottobre del 2012 per un costo di 15.000.000 di euro. La copertura in rame è stata rimossa per permettere di levare gli arconi in cemento armato che sorreggevano la cupola (installati dopo il suo crollo a causa dei bombardamenti del 1945) e sostituiti con archi in legno lamellare dell'Alto Adige. L'edificio è stato pulito, restaurato e consolidato in tutti le sue parti e sono state completamente rifatte tutte le reti impiantistiche.

Nel corso degli ultimi mesi le parti restaurate sono state progressivamente svelate e sono state promosse iniziative che hanno consentito di vivere il cantiere, come ad esempio, Una volta ogni 450 anni, ovvero la visita al cantiere stesso (con record di presenze), l'installazione sull'impalcatura di un maxi schermo dove venivano proiettate video sulla città e sulle sue bellezze (denominata Palladio Infinito).
Nel frattempo è già stata restaurata la Loggia del Capitaniato.

La Basilica Palladiana, valorizzata dal nuovo sistema di illuminazione

Un nuovo e suggestivo sistema di illuminazione, costituito da 120 proiettori a LED che dirigono fasci di luce bianca su Basilica, torre Bissara, Loggia del Capitaniato e Monte di Pietà, è stato ufficialmente inaugurato il 18 settembre 2011 con un concerto gratuito di Ennio Morricone.

L'ufficiale riapertura della Basilica è avvenuta il 5 ottobre 2012 con l'inaugurazione della mostra Raffaello verso Picasso. Storie di sguardi, volti e figure.

Al restauro della Basilica Palladiana è stato assegnato il "Premio dell'Unione Europea per il Patrimonio culturale - Concorso Europa Nostra 2014” per la conservazione del patrimonio culturale.

Nuovo polo universitario[modifica | modifica wikitesto]

È stato progettato in viale Margherita, nell'area denominata "Mezzalira ex CosMa", su una superficie di 16.600 metri quadrati, un nuovo polo universitario. I lavori (iniziati nel 2006 e ultimati, per quanto riguarda la prima struttura, nel 2009) sono stati suddivisi in due stralci: il primo (per un costo di 8.441.000 euro) che prevedeva la costruzione di un primo edificio, il secondo (per un costo di circa 6.000.000 di euro) prevede di sistemare gli esterni del complesso, le passerelle di accesso e le vie di sbocco verso viale Margherita, e la realizzazione di un secondo edificio da adibire una sala convegni-auditorium.

Il primo edificio che è già stato ultimato insiste su un rettangolo di 35 x 45 metri, suddiviso in tre corpi paralleli. Il piano terra è riservato ai garage, con 37 posti auto e 121 posti per ciclomotori; il primo livello è destinato ad un grande atrio con la portineria, la segreteria studenti, locali destinati a uffici e due aule da 60 e 120 posti; il secondo livello ospita tre aule rispettivamente da 60, 120 e 240 posti, affacciate su un grande atrio parzialmente a doppia altezza, con una reading-room; il terzo livello è destinato agli uffici, cinque stanze per i professori, tre per seminari, una sala riunioni, un locale CED e un laboratorio informatico, la biblioteca.

La sala convegni ha una capacità di 300 posti e unisce i due livelli dell'edificio; al primo livello si trova un'ampia hall con caffetteria e servizi, separata dalla zona universitaria da una grande vetrata. Il corpo centrale serve da atrio e spazio di relazione ed è a due (e parzialmente a tre) livelli, con grandi ballatoi. È illuminato naturalmente dalle grandi vetrate alle estremità e parzialmente dall'alto, attraverso i grandi vuoti ricavati nel solaio al secondo livello. La copertura dei due corpi esterni e di quello centrale è a botte, con alcune terrazze.[79]

A lavori ultimati questo sarà il principale polo universitario cittadino.

Nuovo tribunale e nuovo quartiere borgoberga[modifica | modifica wikitesto]

La costruzione del nuovo palazzo di giustizia è avvenuta a Borgo Berga (non lontano dalla nuova università) nell'area dell'ex cotonificio "Rossi" su una superficie di 24.000 metri quadrati (15.800 fuori terra, 8700 entro terra) per un costo di circa 24.000.000 di euro interamente provenienti dal Ministero di Grazia e Giustizia[80]. In questo caso, i lavori (iniziati nell'estate del 2006) hanno previsto la demolizione del fabbricato preesistente, la creazione di una struttura dotata di 1 aula per i processi della Corte di Assise, 2 aule penali, 3 aule per il Giudice per le indagini preliminari e per il Giudice per le udienze preliminari, 4 aule civili collegiali, la biblioteca, 2 aule penali e 3 aule civili per il giudice di pace, i locali a servizio dei magistrati del tribunale e della procura, degli ufficiali giudiziari, della polizia giudiziaria, comprese 30 postazioni per le intercettazioni.[81]

L'edificio è stato completato nell'estate del 2010, mentre nei primi giorni di settembre 2012 è stato aperto l'anello viario del Tribunale, concepito per alleggerire il carico di traffico nella zona di Borgo Berga, e i nuovi parcheggi a servizio della zona.

Contestualmente al tribunale sono stati realizzati e si stanno realizzando nuovi edifici sia direzionali/commerciali che residenziali progettati dall'architetto portoghese Gonçalo Byrne che dovrebbero essere pronti per fine 2014.

Riqualificazione ed ampliamento della Fiera di Vicenza[modifica | modifica wikitesto]

Nel febbraio del 2008 è stato aggiudicato l'appalto per la riqualificazione del polo fieristico berico[82]. I lavori prevedono la demolizione di 32.000 m² di padiglioni e la successiva realizzazione di 56.000 m² di nuova area espositiva, la creazione di una nuova immagine architettonica del quartiere fieristico (caratterizzata da una "chiocciola" che verrà distrutta per lasciare posto ad un nuovo elemento centrale, a pianta circolare definito “magnete” alto circa 25 metri), la realizzazione di nuovi ristoranti, sale riunioni ed uffici, l'ampliamento delle aree di sosta per lo scarico e carico delle merci, la realizzazione di un nuovo parcheggio multipiano da 1.200 posti. Sarà rifatto l'ingresso ed è prevista la creazione di nuovi parcheggi anche sul tetto della struttura, dove saranno collocate piante ed aiuole.

La sfida del progetto è rappresentata dalla difficoltà di operare una radicale trasformazione del quartiere senza compromettere l'attività espositiva (che continuerà regolarmente) durante il corso dei lavori.

Il costo totale dell'opera è di 67.000.000 di euro.

Suddivisioni storiche[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Centro storico di Vicenza.

Secondo la definizione corrente data dal Comune di Vicenza e dai progetti urbanistici connessi[83], il Centro storico è costituito:

È quindi delimitato dall’anello della circonvallazione interna: i viali Mazzini, D'Alviano, Fratelli Bandiera, Rodolfi, Legione Gallieno, Margherita, Risorgimento, Venezia, Milano. Conserva la maggior parte del patrimonio artistico della città, delle sedi istituzionali e delle sedi associative. Al di fuori di quest'area, nel corso del tempo, altre parti storiche della città sono stati definiti correttamente borghi, perché insediamenti al di fuori ma a ridosso delle mura:

Molti luoghi di questa parte della città sono definiti da toponimi caratteristici come contrà (toponimo presente praticamente in tutte le strade del centro e che deriva dalla vicentinizzazione di contrada), mure o pedemure (via che correva all’interno della cinta muraria), motton (strada rialzata), busa (luogo basso che si allaga facilmente), piarda (spazio compreso tra il fiume e le mura, originariamente tenuto libero da alberi per scopi difensivi; successivamente a volte utilizzato anche per scaricare e depositare merci).

Borgo Pusterla
Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Borgo Pusterla.

Situato nella zona settentrionale del centro storico, oltre Ponte Pusterla, è chiamato "San Marco" dal nome della sua parrocchia. Giunge fino all'ospedale San Bortolo (un tempo monastero) a nord e al grande polmone verde di Parco Querini a est. La via principale, su cui si affacciano la chiesa di San Marco in San Girolamo e vari palazzi nobiliari (tra cui Palazzo Capra Querini e Palazzo Schio), cambia nome varie volte (Contra' Pusterla, Contra' San Marco, San Francesco, San Bortolo) ma è sempre la stessa. Un tempo la zona era occupata da numerosi conventi e dai loro terreni.

Borgo Berga
Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Borgo Berga e Vicenza § Nuovo Tribunale e nuovo quartiere borgoberga.

È il borgo formatosi nella parte meridionale, nell'area compresa tra le mura altomedievali e quelle veneziane della città. Può essere fatto risalire al I secolo d.C. quando a Vicenza - che come città romana aveva acquisito una certa importanza - fu costruito il Teatro Berga, in cui si svolgevano i ludi scenici e di cui si può vedere ancora l'esatto perimetro. Vi si collocano numerosi complessi religiosi di interesse storico: il complesso monumentale di San Silvestro, la chiesa di Santa Caterina, la chiesa e convento di Santa Chiara, la chiesa di Santa Caterina in Porto, l'Oratorio delle Zitelle, l'ex convento e chiesa di San Tommaso. Vi ha sede anche il Polo universitario di Vicenza e il nuovo Palazzo di Giustizia.

Suddivisioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Le sette zone della città

Le 7 circoscrizioni di Vicenza, nate nel 1976 come espressione dell’autonomia locale, a partire dal 2008 rappresentano solo un aspetto di decentramento amministrativo (anagrafe, servizi sociali).

In precedenza avevano avuto anche una funzione politica con l'elezione diretta dei Consigli di Circoscrizione. In seguito, però, all'approvazione della legge finanziaria del 2008, il numero minimo di popolazione per una circoscrizione deve essere pari a 30.000 abitanti. Le circoscrizioni nel comune di Vicenza, però, avevano quasi tutte una popolazione inferiore. Il Consiglio Comunale non ha trovato un accordo per l'accorpamento (che prevedeva la riduzione delle sette circoscrizioni in tre o quattro) e con lo scioglimento dello stesso consiglio per le elezioni amministrative del 2008 si è giunti allo scioglimento definitivo di tutti e 7 i "parlamentini".

La suddivisione è la seguente:

1 2 3 4 5 6 7
Centro Storico (1) Campedello (12) San Pio X (6) San Francesco/Parco Città (3) San Bortolo,
Quartiere Italia (20)
San Felice,
Pomari,
Villaggio del Sole (17)
Ferrovieri (15)
Borgo Berga,
Stadio (2)
Riviera Berica (11) Bertesina (7) Saviabona (4) Laghetto (21) San Lazzaro (16) Gogna (14)
Monte Berico (13) Bertesinella (8) Anconetta,
Ospedaletto (5)
Polegge (22) Maddalene (19)
Casale (9) Capitello (18)
San Pietro Intrigogna (10)

Ogni circoscrizione raggruppa a sé diversi quartieri. Le frazioni sono tali solo da un punto di vista tecnico in quanto l'espansione della città negli ultimi anni, ha portato queste aree a non avere più soluzione di continuità con Vicenza al pari dei quartieri cittadini più centrali.

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

Sono paesi, esistenti prima del Novecento e sviluppatisi lungo le strade in uscita dalla città nel raggio di 5–6 km., che nel corso del secolo sono stati a pieno titolo inclusi nell’ambito urbano.

Frazioni lungo la SS 53 "Postumia"[modifica | modifica wikitesto]

Frazioni lungo la SP 248 "Schiavonesca-Marosticana"[modifica | modifica wikitesto]

  • Polegge: è una frazione del comune di Vicenza appartenente alla quinta circoscrizione. La zona ha conservato un carattere prettamente residenziale-agricolo nonostante la vicina presenza di un'importante arteria di accesso alla città (la strada provinciale 248 "Schiavonesca-Marosticana"). La frazione è servita dalla linea autobus AIM Vicenza numero 21, il capolinea della quale si trova in Strada Comunale di Polegge verso Ponte del Marchese località "Case Rosse" o "Livelon". Al centro della Località è presente la scuola primaria "Bartolomeo Pajello" appartenente all'Istituto Comprensivo Vicenza 11 e il teatro "Emanuele Zuccato".

Frazioni lungo la S.R. 11 "Padana Superiore" (verso Padova)[modifica | modifica wikitesto]

  • Bertesina prima di essere un quartiere era una frazione di Vicenza con una sua Casa del Comune. Grandi proprietà terriere, di famiglie il cui nome è ancora legato alle ville antiche caratterizzano questo piccolo quartiere. Famosa è Villa Gazzotti, opera sicura di Andrea Palladio del 1543 circa. Notevole è la Villa Ghislanzoni del Barco Curti del secolo XVI, ripresa e rinnovata nel 1764.
  • Bertesinella: il nome deriva dal fatto che doveva essere un semplice prolungamento di Bertesina. Nel corso degli anni, invece, la zona si è sviluppata maggiormente rispetto alla "madre". Come Bertesina, prima di essere un quartiere era una frazione di Vicenza, facente capo a Bertesina dal punto di vista civile e religioso. La chiesa parrocchiale era infatti a Bertesina (al contrario di oggi, in cui esiste una unità pastorale tra Bertesina, Bertesinella e Setteca' con sede parrocchiale a Bertesinella). Si trova all'estremità orientale del comune di Vicenza. Simile ai paesi sorti lungo le strade principali è uno dei quartieri di più recente formazione, si espande lungo via Cà Balbi. È iniziato alla fine degli anni cinquanta, quando 40 famiglie circa presero alloggio nelle case comunali all'estremità sud di Contrà Paglia. Poi cominciò a crescere anche con la costruzione della nuova chiesa e delle scuole. Il nucleo più antico però si trovava in via S.Benedetto, dove esisteva un antico insediamento con chiesetta, restaurata di recente, e convento benedettino, poi residenza della famiglia Fina una delle più storiche famiglie della zona. Il mercato di zona si tiene il sabato.
  • Settecà

Frazioni lungo la riva sinistra del Bacchiglione[modifica | modifica wikitesto]

  • Casale: zona che si inserisce tra il Bacchiglione a sud, e la ferrovia a nord, nella periferia Sud-Est di Vicenza. Vi si può ammirare l'oasi naturalistica realizzata nelle vecchie cave di argilla di proprietà del comune di Vicenza curata dal personale del WWF. Sono famose anche alcune ville antiche: Villa Pigatti del 1600, che domina un vasto ambiente naturale fino al Bacchiglione, Villa Colognese del 1500, anch'essa di notevole importanza.
  • San Pietro Intrigogna: si trova nella parte sud-est del comune. È una frazione con vocazione agricola (un tempo) e industriale (di recente) posizionata tra i fiumi Tesina e Bacchiglione. Il nome "Intrigogna" deriverebbe dall'espressione latina Intra cuneum, che sta ad indicare la posizione della frazione nella confluenza dei due fiumi citati. Fino al XVII secolo era un comune autonomo, ma solo nel 1769 si divise dalla parrocchia di Casale. Con l'amministrazione napoleonica il comune di S. Pietro Intrigogna fu soppresso e riunito a quello di Vicenza. Monumenti degni di nota sono Villa Rubini e la Chiesa intitolata ai Santi Pietro e Paolo, all'interno della quale è presente un organo storico risalente al 1897.

Frazioni lungo la S.P. 247 "Riviera Berica"[modifica | modifica wikitesto]

  • Campedello: frazione a sud di Vicenza lungo la Riviera Berica, è conosciuta per la presenza nel suo territorio della celebre Villa Capra detta "La Rotonda", simbolo dell'architettura del Palladio a Vicenza.
  • Lòngara
  • Santa Croce Bigolina
  • Tormeno (frazione divisa tra il capoluogo e il comune di Arcugnano)
  • Debba: ultima frazione di Vicenza a sud prima di entrare nel comune di Longare, si sviluppa lungo la strada Riviera Berica che collega la città con il basso vicentino. La frazione è nota anche per i "Ponti di Debba" (costruiti sul fiume Bacchiglione), che collegano l'omonima strada statale con San Pietro Intrigogna e con lo svincolo di Autostrada e Tangenziale di Vicenza Est.

Frazioni lungo la SS 11 "Padana superiore" (verso Verona)[modifica | modifica wikitesto]

  • Ponte Alto
  • Olmo di Vicenza

Frazioni lungo la SS 46 "Pasubio"[modifica | modifica wikitesto]

  • Maddalene: il quartiere periferico è uno dei più antichi di Vicenza e il suo nome deriva dalla quattrocentesca chiesa tardogotica dedicata a santa Maria Maddalena e posta alle pendici settentrionali del Monte Crocetta. Il quartiere inserito nella circoscrizione 6 ha avuto un considerevole sviluppo edilizio a partire dai primi anni ottanta del Novecento. È adagiato ai piedi di Monte Crocetta, in una zona ricca di attrattive naturali e architettoniche: le risorgive della roggia Seriola e della Boja, ville e palazzi padronali risalenti al periodo della Repubblica di Venezia quali Cà Beregane abitata dai nobili Beregan, Cà Dal Martello, villa Teodora e altre ancora. Il quartiere dista appena tre chilometri dal centro della città ed ha una popolazione di oltre 3.000 abitanti. Coincide con la parrocchia omonima, dedicata a San Giuseppe.

Frazioni lungo la S.P. 106[modifica | modifica wikitesto]

  • Sant'Agostino: Ha sede l'abbazia di Sant'Agostino. L'abbazia, di epoca romanica, è una delle più antiche della città, insieme alla chiesa di San Giorgio e all'abbazia di SS Felice e Fortunato.

Area metropolitana[modifica | modifica wikitesto]

Vicenza possiede alcuni caratteri tipici dell'area della Pianura Padana quali uno sviluppo abitativo fortemente concentrato lungo l'asse comunicativo autostradale-ferroviario Torino-Trieste (Autostrada A4) e uno sviluppo industriale e commerciale che ha prodotto una crescita molto forte dei comuni contermini, in termini economici e di presenza abitativa. L'hinterland vicentino si può dividere in tre parti:

La popolazione dell'intera area metropolitana vicentina è pari a 227.226 abitanti mentre la densità abitativa è pari a 749 abitanti/km². Per questi calcoli si è scelto di considerare la cintura urbana vicentina solo per quel che riguarda i comuni confinanti e limitrofi, con l'aggiunta di Grisignano, Grumolo e Camisano per il forte legame con il capoluogo. Montecchio Maggiore è stata, invece, esclusa, per la capacità della città castellana di vivere una dimensione autonoma, facendo asse con Arzignano e ponendosi come un'area di sviluppo ad occidente in parte indipendente dalle scelte cittadine.

Variazioni[modifica | modifica wikitesto]

La circoscrizione territoriale ha subito le seguenti modifiche: nel 1987 distacco di territori aggregati ai comuni di Caldogno e Torri di Quartesolo e aggregazione di territori staccati dai comuni di Caldogno e Torri di Quartesolo (zone disabitate).[84]

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Le statistiche che prendono in esame i principali indicatori economici vedono la città berica, insieme alla sua provincia, collocarsi in posizioni di eccellenza, segno di un tessuto produttivo e commerciale dinamico e ben strutturato, forte nei numeri e attento agli aspetti qualitativi, protagonista sul mercato interno e con una strategica propensione all'export.[85] Nel territorio sono presenti numerose industrie metallurgiche, tessili, chimiche e di fibre sintetiche, farmaceutiche, cartarie, editoriali, di produzione di macchine elettriche, elettroniche, agroalimentari, ottiche e di produzione di apparecchi meccanici. Alcune di esse nel corso degli anni sono state trasferite nelle ZAI dell'hinterland.

Nell'export, Vicenza raggiunge il terzo posto tra tutte le province italiane[86][87]. Quest'area si colloca alle spalle di Milano, capitale finanziaria per eccellenza, e di Torino, dove ha sede la Fiat, una delle più importanti industrie automobilistiche europee. Un risultato ancora più significativo, considerato che i 9 miliardi e 266 milioni di euro di fatturato export (rif. nel 2010) sono realizzati da una struttura produttiva fatta principalmente di tante piccole e medie imprese, capaci, nonostante le ridotte dimensioni, di competere con i grandi gruppi internazionali grazie ad armi quali la flessibilità, la specializzazione, l'elevato tasso tecnologico e i livelli qualitativi raggiunti. I mercati di destinazione vedono in testa i Paesi dell'Unione europea (38,6%); seguiti dell'America settentrionale (15,7%), dell'Europa centro-orientale (15,2%) e dai i paesi dell'Asia (11,7%).

Il sistema produttivo di questa città è inoltre affiancato da un considerevole numero di attività di supporto strategico: si tratta di aziende del terziario avanzato, banche e gruppi finanziari, un importante polo fieristico, realtà impegnate nel campo della formazione, una dinamica rete di servizi offerti dagli enti istituzionali, tra i quali spicca la Camera di Commercio di Vicenza e l'azienda speciale Vicenza Qualità, impegnata nella promozione dei prodotti vicentini e nel supporto all'internazionalizzazione delle imprese.

Confartigianato Vicenza e Confindustria Vicenza sono tra le principali associazioni d'Italia per numero d'iscritti.

Le sedi delle categorie economiche sono così distribuite:

  • Confindustria Vicenza è ospitata presso il palladiano Palazzo Thiene Bonin Longare in piazza Castello 3
  • Apindustria Vicenza si trova in Galleria Crispi, 45
  • Confcommercio Vicenza ha una moderna sede in via Faccio 38
  • Confartigianato Vicenza si trova anch'essa in un moderno edificio in via Fermi 134 (sede provinciale e comunale) e in Via Scarpa 11 (sede mandamentale)
  • Confagricoltura Vicenza si trova in viale Trento 197, accanto al Consorzio Agrario Lombardo Veneto
  • Camera di Commercio, Industria, Artigianato di Vicenza, uno dei più antichi enti corporativi ha di recente trasferito gli uffici nella nuova sede di via Montale 27.

Agricoltura e allevamento[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante l'agricoltura e l'allevamento abbiano perso notevole importanza nel corso degli anni, lasciando spazio alle industrie, la provincia di Vicenza si contraddistingue per la coltivazione di cereali e per la vite. Diverse sono le zone di produzione DOC con vini quali il Breganze Cabernet, il Gambellara, il Colli Berici Garganega. La cantina sociale cooperativa Colli Vicentini è una tra le più importanti d'Italia così come la cantina privata Zonin è una delle più conosciute.

Il Mercato Ortofrutticolo di Vicenza raccoglie tutte le principali produzioni agricole locali come i piselli di Lumignano, gli asparagi bassanesi, la ciliegia di Marostica, il riso di Grumolo delle Abbadesse, le patate di Rotzo, il tartufo di Nanto, il broccolo fiolaro di Creazzo fino ad arrivare, negli ultimi anni, alla produzione di olio di oliva nella zona dei Colli Berici e sotto il massiccio del Monte Grappa (denominata Conca degli ulivi).

Molto attivo è anche l'allevamento di bestiame destinato alla produzione di latte (la Centrale del latte di Vicenza è attiva in città dal 1929 ed è rimasta fino al 1997 un'azienda municipalizzata) e dei formaggi (tra cui l'Asiago).

Industria[modifica | modifica wikitesto]

L'industria è il settore più attivo in città in particolare il settore orafo e dei gioielli, di cui Vicenza è considerata la capitale. La manifestazione fieristica VicenzaOro è tra le più importanti al mondo nel settore. Accanto ad un sistema di piccole-medie industrie orafe troviamo realtà che, nel corso degli anni si sono affermate in tutto il mondo come Pianegonda (gruppo Morellato), Chimento, Cielo Venezia 1270 e Facco Corporation solo per citarne alcune.

Ma la Zona Industriale Ovest si contraddistingue per una molteplicità di aziende diverse che vanno dal colosso delle costruzioni Maltauro, all'industria chimico farmaceutica Zambon, fino alle acciaierie AFV Beltrame e Valbruna.

Tra le industrie più importanti del settore abbigliamento presenti nel territorio berico troviamo il Gruppo Marzotto, la Diesel SpA, Gas Jeans, la Dainese (leader nell'abbigliamento sportivo, fornitrice di diverse scuderie del motomondiale), Pal Zileri (abbigliamento elegante per uomo) e Bottega Veneta (che fa parte del gruppo fiorentino Gucci).

Dal 1999 è presente nel territorio vicentino una prestigiosa casa automobilistica artigianale di lusso, la Fornasari.

Servizi[modifica | modifica wikitesto]

In città sono presenti diversi istituti bancari e le principali banche italiane hanno a Vicenza almeno una filiale.
La città è la sede del Gruppo Banca Popolare di Vicenza, del Banco Desio Veneto e della direzione Veneto Centrale di Unicredit Banca.
È stata inoltre la sede della Banca Cattolica del Veneto dalla fondazione (1892) fino al momento della fusione (1990) con Banco Ambrosiano (il nome infatti diventò Banco Ambrosiano Veneto) che mantenne in città la sede legale. Dopo un'ulteriore serie di accorpamenti societari che portarono alla nascita di Intesa Sanpaolo, a Torri di Quartesolo è comunque rimasto il "Centro Torri" che è uno dei centri direzionali dell'istituto bancario. Infine ha sede nell'hinterland della città, a Longare, la Banca del Centroveneto, tra le principali banche di credito cooperativo a livello regionale.

Fiera di Vicenza[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Fiera di Vicenza.

Nata ufficialmente come Fiera Campionaria nel 1948, aveva come presidente Gaetano Marzotto e vicepresidente Giacomo Rumor. La prima sede era presso i Giardini Salvi in pieno centro ma, con il trascorrere degli anni, s'intuì l'importanza di dare alla struttura nuovi spazi. Venne scelta quindi l'area di Vicenza Ovest (dove andava pian piano formandosi la zona industriale), vicina all'autostrada A4 e fuori dal centro storico. Nel 1971 venne inaugurata la nuova struttura. Oggi, soprattutto con le sue fiere orafe, è uno dei poli fieristici più importanti d'Italia e tra i più conosciuti al mondo.

Turismo[modifica | modifica wikitesto]

La città è conosciuta in tutto il mondo per essere patria artistica di Andrea Palladio e grazie alle sue opere architettoniche è dal 1994 città patrimonio mondiale dell'umanità dell'UNESCO; ogni anno è visitata da turisti provenienti da tutto il mondo e, nonostante il flusso turistico si stia sempre di più portando verso il mordi-e-fuggi, la città è tappa fissa nel tour veneto vista anche la vicinanza con Venezia e Verona. Inoltre le importanti manifestazioni fieristiche s'intersecano con l'offerta turistico culturale della città che è aumentata negli ultimi anni grazie all'apertura di nuovi musei e alla creazione di eventi di richiamo. Nel 2011, secondo i dati del consorzio Vicenzaè (che cura la promozione turistica berica), è stato registrato un incremento del + 14,1% di turisti[88].
Il quotidiano londinese Times ha inoltre inserito Vicenza tra le 10 mete italiane più cool[89].

In città esistono diversi uffici turistici:

Questi uffici sono gestiti dal consorzio Vicenzaé.

A Monte Berico (di fronte alla Basilica) esiste invece un ufficio turistico che viene attivato nel periodo di maggiore afflusso di pellegrini verso il santuario mariano (in particolare a maggio e a settembre).

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Uscita dal Park Multipiano "Verdi"
Parcheggio d'interscambio "Cricoli"

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Vicenza è da secoli un'importante crocevia del Nordest italiano e pertanto ben servita soprattutto sotto il profilo stradale. Esistono due autostrade che servono la città:

  • l'A4 Serenissima che passa a sud della città, attraverso due gallerie sotto i colli Berici correndo, per alcuni tratti, parallela alla tangenziale sud. All'autostrada si accede tramite i caselli di: Vicenza Ovest: il casello principale della città, e Vicenza Est: aperti nel 1961
  • l'A31 Valdastico che si raccorda all'A4 tra i caselli Est ed Ovest e che passa per la zona Nord Est del capoluogo. A questa autostrada si accede direttamente dal casello di Vicenza Nord aperto nel 1976.

Per Vicenza passano inoltre diverse strade statali:

Due circonvallazioni cingono la città.

  • La Circonvallazione Interna
  • La Circonvallazione Esterna

Infine la Tangenziale Sud corre, per alcuni tratti, parallela all'autostrada A4 e parte dalla zona del parco commerciale "Le Piramidi" ed arriva fino al casello di Vicenza Ovest. Attualmente sono stati avviati i procedimenti di esproprio dei terreni su cui passerà la tangenziale nord-est, opera attesa da molti anni.

Ferrovie e tranvie[modifica | modifica wikitesto]

Ala centrale della stazione di Vicenza

Vicenza è posta sull'asse ferroviario Milano-Venezia ed è servita dalle seguenti stazioni ferroviarie:

  • La stazione di Vicenza, che si trova in centro, ai piedi di Monte Berico è servita sia da collegamenti a lunga percorrenza gestiti da più operatori sia dai treni regionali svolti da Trenitalia nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Veneto. I servizi commerciali di stazione sono operati dalla società Centostazioni.
  • La fermata di Anconetta, è posta sulla linea Vicenza-Schio, servita anch'essa dai regionali Trenitalia, viene generalmente utilizzata dai pendolari da/per il centro città.

Fra il 1880 e il 1980 Vicenza disponeva inoltre di ulteriori relazioni ferrotranviarie:

Mobilità urbana[modifica | modifica wikitesto]

Autobus[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Rete urbana dei trasporti di Vicenza.
Autobus AIM Mobilità in servizio sulla linea 5

Vicenza è dotata di una rete urbana di autobus gestita dal ramo Mobilità di AIM Vicenza, che fornisce il servizio attraverso le corse di 22 linee che collegano i vari quartieri (ed anche i comuni della cintura urbana) al centro-città.

I collegamenti tra il capoluogo e i vari centri della provincia invece, sono gestiti da FTV - Ferrovie Tramvie Vicentine

Anche le aziende di trasporto extraurbano Busitalia e La Marca hanno attive ciascuna una linea di collegamento tra Vicenza-Padova (in co-gestione con FTV) e Vicenza-Treviso.

Nel 1911 fu inaugurata una rete tranviaria urbana, che nel 1928 fu affiancata da una rete filoviaria; i tram urbani furono soppressi nel 1951, mentre la rete filoviaria cessò l'esercizio nel 1970.

Piste ciclabili e bike sharing[modifica | modifica wikitesto]

La città possiede circa 42 km di piste ciclabili suddivisi in 29 tratti. All'interno del Piano Urbano della Mobilità (avviato nel 2012) è stato inserito un apposito Biciplan della città di Vicenza che prevede lo sviluppo di 7 direttrici ciclabili per garantire le connessioni con i comuni contermini, i quartieri periferici e le aree centrali, ma anche di una rete ciclabile all’interno dei quartieri per promuovere l’accessibilità ciclabile ai diversi attrattori urbani (scuole in primis).

Presso i parcheggi Verdi, Fogazzaro e Stadio è attivo un servizio di bike sharing gratuito con bici elettrice e normali. Dal 2013 è stato inoltre aperto il Vi.Bicipark, un parcheggio custodito nella zona di ponte San Paolo, specifico per le due ruote.

Aeroporti[modifica | modifica wikitesto]

La città è stata servita dalla seconda guerra mondiale fino al 2008 da un piccolo aeroporto, prima militare poi aperto al traffico civile. L'aeroporto "Tommaso Dal Molin" sorgeva a ridosso della città, a circa 3 km a nord-ovest, nell'area poi occupata da una seconda base militare americana oltre alla già esistente caserma Ederle (a 6 km di distanza). Nell'ex aeroporto è ancora presente l'attività elicotteristica.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Podestà di Vicenza e Sindaci di Vicenza.
L'attuale sindaco di Vicenza, Achille Variati

Il consiglio comunale di Vicenza ha sede alla Sala Bernarda presso la Loggia del Capitaniato che si affaccia su Piazza dei Signori. I consiglieri comunali (dopo le modifiche introdotte con la legge finanziaria per l'anno 2010) sono 32; 5 consiglieri di maggioranza sono stati delegati dal sindaco a seguire particolari tematiche.

La giunta comunale è composta da sindaco e da nove assessori. La sede principale del comune si trova presso Palazzo Trissino Baston in Corso Palladio.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1945 1946 Luigi Faccio Comitato di Liberazione Nazionale Sindaco de facto già sindaco dal 1917 al 1923,
viene destituito dal regime fascista e ricollocato dal CLN dopo la liberazione
1946 1948 Luigi Faccio Partito Socialista Italiano Sindaco
1948
1953
1953
1958
Giuseppe Zampieri Democrazia Cristiana Sindaco
1958 1962 Antonio Dal Sasso Democrazia Cristiana Sindaco deceduto nel 1962
1962 1963 Giorgio Sala Democrazia Cristiana Vicesindaco reggente a seguito del decesso di Antonio Dal Sasso
1963
1968
1968
1973
Giorgio Sala Democrazia Cristiana Sindaco
1973 1975 Giorgio Sala Democrazia Cristiana Sindaco dimissionario in carica fino alla nomina del successore
1975
1980
1980
1981
Giovanni Chiesa Democrazia Cristiana Sindaco si dimette nel 1981 per problemi di salute
1981
1986
1986
1990
Antonio Corazzin Democrazia Cristiana Sindaco
1990 1995 Achille Variati Democrazia Cristiana Sindaco
1995 1998 Marino Quaresimin Partito Popolare Italiano Sindaco
giu. 1998 dic. 1998 Filippo Rubino Commissario straordinario a seguito della caduta della giunta Quaresimin
1998
2003
2003
2008
Enrico Hüllweck Forza Italia
Sindaco
feb. 2008 apr. 2008 Vincenzo Madonna Commissario prefettizio a seguito delle dimissioni di Hüllweck per la sua candidatura in Parlamento
2008
2013
2013
in carica
Achille Variati Partito Democratico Sindaco

Consolati[modifica | modifica wikitesto]

In città sono presenti i consolati di[90]:

Gemellaggi e patti di amicizia[modifica | modifica wikitesto]

Vicenza è gemellata con le seguenti città:

Ha stretto patti di amicizia con:

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Vicenza ha dato i natali a molti sportivi entrati nella storia come Gian Giorgio Trissino, il primo italiano a vincere una medaglia d'oro alle Olimpiadi.

In città si trovano: la sede nazionale dell'Associazione Italiana Calciatori e le sedi provinciali del C.O.N.I. e del C.S.I..

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

Veduta dello stadio Menti dalla tribuna centrale

A Vicenza sono presenti due società di calcio professionistico:

Milita in serie B.

Rugby[modifica | modifica wikitesto]

Il Ranger Rugby Vicenza è una società di rugby a 15 nata nel 1974 che schiera almeno una formazione in undici diverse categorie previste dalla Federazione Italiana Rugby. La prima squadra maschile milita nel campionato di Serie A, mentre la prima squadra femminile partecipa alla Coppa Italia seven.[91]

Pallacanestro[modifica | modifica wikitesto]

L'AS Vicenza, è una società di basket femminile fondata nel 1958, tra le più titolate in Italia, vincitrice di 12 Scudetti, 5 Coppe dei Campioni, e 1 Coppa Rocchetti. Dopo una serie di vicende societarie degli ultimi anni, la squadra milita attualmente in serie A2.

La Pallacanestro Vicenza è la squadra di basket maschile che milita in serie B.[92]

Hockey in line[modifica | modifica wikitesto]

I Diavoli Vicenza è una squadra di hockey in line nata nel 1949 che milita nella massima categoria del campionato italiano dal 2004.

Pallavolo[modifica | modifica wikitesto]

L'Obiettivo Risarcimento Volley è una società di pallavolo femminile che milita in serie A1, ha sede nel comune di Villaverla e disputa gli incontri al palazzetto dello sport di Vicenza[93].

Fino al 2010 era presente anche la Joy Volley Vicenza che ha militato in serie A1 e serie A2.

Atletica leggera[modifica | modifica wikitesto]

L'Atletica Vicentina è una società di atletica leggera, la terza forza dell’atletica leggera italiana per risultati complessivi ottenuti nei campionati di società.[94].

Sono legati alla città i fondisti: Gelindo Bordin, Orlando Pizzolato, Vittorio Fontanella, i lanciatori Paolo Dal Soglio per il peso e Diego Fortuna per il disco e i velocisti Roberto Ribaud, Luciano Caravani, Matteo Galvan. È di Vicenza anche la campionessa juniores nel salto triplo Ottavia Cestonaro.

Ciclismo[modifica | modifica wikitesto]

Vicenza è la città di Tullio Campagnolo, fondatore dell'omonima impresa, azienda leader nella produzione di componenti per bicicletta, alla quale sono da attribuire importanti innovazioni presenti sulle bici di tutto il mondo, dallo sgancio rapido per le ruote al cambio a deragliatore a parallelogramma.

La città è stata più volte sede di tappa del Giro d'Italia. Nel dettaglio le tappe con arrivo a Vicenza:

Baseball[modifica | modifica wikitesto]

Nel comune hanno sede le seguenti società; A.S.D. Palladio B.S. Vicenza, A.S.D. Baseball Softball Steelers e A.S.D Vicenza Baseball Softball Club [95].

La città inoltre ha ospitato alcune partite del Campionato mondiale di baseball in due occasioni: nel 1998 (proprio per l'occasione fu costruito l'attuale stadio comunale di Baseball "Pomari") e nel 2009.

Football americano[modifica | modifica wikitesto]

Gli Hurricanes Vicenza, hanno partecipato nel 2010 al loro primo campionato nazionale di serie B FIDAF.[96].

Pallanuoto[modifica | modifica wikitesto]

La Nuoto Vicenza è una squadra di pallanuoto maschile che milita in serie B.[97].

Impianti sportivi della città[modifica | modifica wikitesto]

In città sono presenti 71 impianti sportivi. Di questi, 28 sono classificati come Grandi Impianti e sono gestiti dall'omonimo settore del assessorato allo sport comunale. Gli altri impianti (principalmente campi da calcio, palestre e piastre polisportive) sono in gestione alle varie circoscrizioni di quartiere[98][99].

Tra le strutture classificate come Grandi Impianti ci sono:

Stadio "Romeo Menti"
Palasport "Città di Vicenza - PalaRewatt"
  • Stadio di calcio Romeo Menti
  • Palasport "Città di Vicenza - PalaReWatt"
  • Palasport "Palalaghetto"
  • Stadio di softball "Laghetto"
  • Stadio di baseball "Pomari"
  • Stadio di rugby "Angelo Gobbato"
  • Stadio di rugby "BPVi Arena"
  • Campo scuola di atletica leggera "Guido Perraro"
  • Cittadella dello sport (q.re San Paolo)
  • Palascherma "PalaRiello"
  • Parco Acquatico "Le piscine di Vicenza"
  • Palazzetto del nuoto "PalaCaoduro"
  • Pattinodromo comunale
  • Piscina comunale "San Pio X"
  • Circolo tennis "Palladio"
  • Circolo tennis "Vicenza"
  • Skatepark "Fornaci"
  • Campi da bikepolo "Pomari"

Vicentini "magnagati"[modifica | modifica wikitesto]

« Veneziani gran signori, padovani gran dottori, vicentini magnagatti, veronesi tutti matti.[100] »
(Celebre detto veneto)

Gli abitanti di Vicenza vengono scherzosamente soprannominati magnagati[101] ("mangia gatti") in un detto popolare codificato in una filastrocca pubblicata nel 1879.[102] Sono state avanzate svariate teorie sull'origine di tale epiteto, che probabilmente in realtà non ha origini culinarie, ma che nell'immaginario moderno è divenuto anche un simbolo della povertà patita dal territorio e della sua gente nei periodi passati, da ultimo durante la seconda guerra mondiale, quando questo segno di disperazione - cibarsi di questi animali domestici una volta esauriti quelli da cortile - era in realtà abbastanza diffuso in tutta Italia, tant'è che una circolare del Ministero dell'Interno all'inizio del 1943 vietava espressamente l'uccisione di gatti per scopi alimentari, al fine di evitare la proliferazione di topi.[103]

La tradizione, comunque, assegna particolarmente ai vicentini la nomea di "mangia gatti". Sulle ragioni di questa attribuzione ci sono diverse leggende, ma l'unico collegamento storico è rintracciabile nel 1509, quando Padova era attaccata dalle truppe della lega di Cambrai, allestite contro la Repubblica di Venezia. Tra gli aggressori vi erano i vicentini, tradizionali nemici dei sudditi dei Carraresi, e sarebbe a loro che i padovani mostrarono in segno di disprezzo, dall'alto delle mura, una gatta appesa a una lancia: «Lo sfottò era riferito alla macchina da guerra conosciuta come "il gatto" e utilizzata anche dalle truppe imperiali».[104]

A seguito di questo epiteto, assunto bonariamente a blasone da parte dei vicentini, il gatto è divenuto in maniera autoironica un simbolo molto diffuso in città ed è usato, tra gli altri, da:

  • Anonima Magnagati: gruppo cabarettistico in lingua veneta attivo dal 1974 e conosciuto in tutta la regione.
  • Vicenza Calcio: che, dal 1994, ha in Gatton Gattoni la sua mascotte.
  • Piscine di Vicenza: con un pacioso gatto blu in costume da bagno.
  • Rugby Vicenza: gatto biancorosso, sguardo aggressivo e zampa su un pallone da rugby.
  • Scuderia Palladio: storica scuderia di corse automobilistiche (organizzatrice del "Rally Città del Palladio") che ha come logo un gatto con casco da rally.
  • Palladio Baseball: gatto agile e snello con maglia biancorossa e calzoni bianchi in atteggiamento da ricezione della palla.
  • Centro Ski Vicenza: anche qui un gatto aggressivo con casco, racchette e sci.
  • Tiro a segno nazionale vicenza: canini appuntati e unghie affilate per il simbolo del tiro a segno.
  • Polizia Locale di Vicenza: creato dal comandante degli anni sessanta Guido Danichelli, rappresenta un gatto nero e bianco su sfondo biancorosso (i colori della città). Il gatto chiude un occhio (a dimostrare la comprensione che i vigili devono avere) e fa la linguaccia (quasi come a sfidare i contravventori). Inoltre il numero dei baffi rappresenta il numero dei quartieri cittadini di allora. Il simbolo viene consegnato annualmente alla cena del Corpo, ai nuovi vigili. Una versione in oro viene invece regalata quando un poliziotto va in pensione.
  • Festambiente Vicenza: festival di Legambiente che si svolge dal 2002 e che ha come logo un gatto che presenta un vassoio con sopra un ambiente incontaminato.
  • Compagnia Teatrale Emanuele Zuccato: compagnia teatrale della frazione di Polegge che associa, da un lato il Leone di San Marco e dall'altro un gatto entrambi poggianti la zampa su un libro in cui è disegnata una maschera.
  • La Gata: dolce tipico nato nel 2006 dall'intuizione del gruppo pasticcieri di Confartigianato Vicenza.
  • Cats - Easy living, a Vicenza: è il nome scelto dal mensile de Il Giornale di Vicenza nel 2009.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Statistiche demografiche ISTAT - comune di Vicenza (VI); Dati provvisori del 31 dicembre 2012
  2. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF) in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Ente per le Nuove Tecnologie, l'Energia e l'Ambiente, 1 marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012.
  3. ^ IPA: [viˈʧɛnːʦa];
  4. ^ /viˈʧensa/
  5. ^ In dialetto vicentino si usa solitamente la grafia Vicensa, che rispecchia la pronuncia locale, mentre Vicenzsa è una grafia alternativa.
  6. ^ Altra grafia utilizzata anticamente Viçença; Fraglia Merzari in TLIO
  7. ^ ISTAT 31/12/2012
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  45. ^ dal 2011 non c'è più una classifica generale di tutti i capoluoghi ma 3 classifiche (città grandi, medie e piccole). Vicenza è inserita tra le città medie (tra 80 mila e 200 mila abitanti).
  46. ^ dal 2014 si è tornati ad una classifica unica di tutti i capoluoghi. Rispetto all'ultima rilevazione generale (2011), Vicenza ha guadagnato 20 posizioni
  47. ^ Legge regionale n. 8 del 13 aprile 2007 - BUR del Veneto n. 37 del 17/04/2007. L'art. 2 ne dà la seguente definizione: "Le specifiche parlate storicamente utilizzate nel territorio veneto e nei luoghi in cui esse sono state mantenute da comunità che hanno conservato in modo rilevante la medesima matrice costituiscono il veneto o lingua veneta".
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Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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