L'uomo in pieno possesso delle sue limitate facoltà mentali.

(Da una e-mail amichevolmente mandata a Nico dopo una certa avventura - gennaio 2011.)

 
Ne son passati di anni, ma Nico è sempre rimasto un ottimo amico. Attualmente è all'Asmara in vacanza ma, malgrado gli acciacchi della perduta giovinezza e un pò appesantito è sempre molto attivo e ben impegnato a ripararsi le serrande, il tetto e l'impianto elettrico della vecchia abitazione dove sventola perennemente la bandiera greca e a far abbattere una stupenda pianta di ficus che lo ha visto bambino ma che ora gli adombra il salone; l'anno scorso si era limitato a malamente amputarla. Un incomparabile tecnico elettronico ormai pensionato, una buona cultura - possiede ben 3500 libri in Grecia - qualcuno più di me anche se trattanti argomenti diametralmente opposti. In India si dice che chi ha molti libri, indipendentemente dal fatto che li abbia mai aperti, letti, studiati o lasciati a marcire sotto la polvere è un Pundit: ben ci si addice!
 

Frangicuori il bello (1961)
...era l'ultima risorsa delle disperate di Asmara...

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Naturalmente ha qualcosa da farmi fare: passare allo scanner tutte le mie vecchie fotografie della Dancalia, ci ha messo oltre quaran'anni per accorgersi che non le aveva! un lavoro tedioso che prende tempo e pazienza ma per lui lo porto avanti di buon grado.

Nico ha fatto una promessa ad un amico e deve recarsi a Cheren, decidiamo di andarci assieme con la mia macchina. Preparo l'auto, mi aiuta a saldare un manicotto di rame sul radiatore con un saldatore elettrico - solo noi sappiamo come riuscire a far un simile lavoro; fa una saldatura che farebbe vergognare il miglior robot della più grande casa di montaggio automobilistico del globo. Son da lui poco prima di cena e mi comunica che ha affittato un taxi per recarci a Cheren... come? niente da fare, in taxi, corriera o un qualunque automezzo pubblico io non ci vado assolutamente e non riesce a farmi cambiare idea; (una statistica del 2010 su Internet riporta l'Eritrea al primo posto per incidenti mortali in rapporto alla densità della popolazione, inoltre vivendo in zona ne so qualcosa) del resto gli interessa che vada con lui e ci guadagnerà tante belle fotografie a livello professionale. Ceniamo, un rapporto un pò raffreddato per il disaccordo sul come scendere a Cheren.

Sotto un certo punto di vista non ha torto, io porto una benda alla Moshe Dayan che mi copre l'occhio sinistro completamente accecato da una cateratta e, giustamente, non si fida molto. Scendiamo a Cheren, per me un supplizio con Nico che continua ad additarmi ostacoli: bestiame, camion, donne e bambini ovunque per strada e un orbo che guida. A Cheren ci rechiamo ai cimiteri italiani civile e militare, al cimitero militare inglese sempre molto ben curato, alla Madonnina del Doncolas - i militari al posto di blocco si meravigliano non poco a vedere due "ferenji" con la carta d'identità eritrea - e poi ci rechiamo alla Madonnina Nera posta dentro l'incavo naturale di un gigantesco baobab poco fuori dalla cittadina e in seguito, dopo averlo faticosamentre convinto che l'autista orbo aveva diritto a un pasto piuttosto strano, osano chiamarlo "capretto al forno", ci ritroviamo in un vecchio ristorante di Cheren; sento la voce di Nico, ancora rabbioso perchè gli avevo chiesto di spostarsi per permettermi di riprendere una foto allo stupendo baobab della Madonnina Nera senza di lui sullo sfondo che, vedendomi in difficoltà e consapevole delle sue forti braccia e lenti graduate gentilmente dice "dai che te lo taglio io" ma rispondo tirando fuori il mio affilatissimo cotello da caccia, potrebbe squartare un bisonte e, ancora indispettito dal baobab deturpato dalla sua sagoma e dalla reazione scortese alla richiesta di togliersi dai piedi, gli nego un gesto d'amicizia. Credo di sapere quel che pensa: "la solita carogna!" Riprendiamo la strada del ritorno, con lui sempre attivissimo ad indicarmi gli ostacoli lungo la rotabile: cammelli, capre, pecore, donne e bambini, automobili eccetra; l'orbo alla guida lo proccupa ma l'orbo, che per diletto, o lavoro, o agonistico guida da solo sessant'anni è una caldaia sotto pressione che porta pazienza! Sul sedile destro e con una visuale più ampia rispetto a quella di guida Nico probabilmente ha già predisposto per un suo repentino trasferimento a diverso mondo ma non ha il tempo né la forza di di comunicarmelo, è una frazione di secondo e all'improvviso, presso Ad Teclesan, sbucano da una curva cieca due corriere straccariche di passeggeri e apparentente in gara agonistica, una sta sorpassando l'altra. L'unica alternativa che ci rimane è quella di crepare serenamente. Fortunatamente non c'è tempo per pensare per cui Nico non mi prende lo sterzo come poco innanzi credendomi fermamente intenzionato a stirare un asinello che si razzola sul nastro d’asfalto, sarebbe stata la fine; l’orrenda visione che provvidenzialmente lo paralizza evitandogli di pigliarmi lo sterzo all’apparire delle due corrire è indubbiamente di vitale importanza per entrambi.

Chiunque in tale circostanza avrebbe instintivamente piantato i freni e permesso alla corriera in sorpasso di mettere felicemente termine alle sue pene; unica sgradita alternativa sterzare gettandosi nel burrone. Ma la mia veneranda età la devo al fatto che non sempre mi comporto normalmente (chiaramente la normalità è una convenzione tediosa, deprimente e spossante) per cui premo sull'accelleratore e miracolosamente, sfiorando a pelo un minaccioso masso sul ciglio dell'asfalto, mi guadagno un posticino a qualche centimetro dalla corriera in corsa fuorimano e a qualche centimetro sul lato di un burrone non eccessivamente profondo ma sufficiente a ben sfracellarci e ci ritroviamo ancora vivi, indubbiamente increduli.

Fortunatamente, strano presentimento, mi trattengo dal ripetergli una fatidica frase che mi rammenta un increscioso avvenimento di tempi passati. Azzeccato! Nico, palesemente ancora inconsapevole di quanto la buona sorte gli abbia risparmiato comincia ad inveire come un ossesso ma stranamente ed incomprensibilmente, nel pieno possesso delle sue limitate facoltà mentali, non contro l'autista della corriera assassina ma contro di me... che sia scontento del fatto che gli abbia fatto perdere un buon caffè in Svizzera? (Ma questa è un'altra storia!). É il culmine, la caldaia sotto pressione esplode violentemente e comincia ad urlargliene di tutti i colori. Alla fine mi dice: "all'Asmara vediamo"; una chiara minaccia, quella differenza di peso, e ne tiene immancabilmente ben conto, è sempre rimasta ed anche aumentata, ben oltre trentamila grammi di strana materia che lui con assoluta convinzione definisce "muscolo" ma personalmente ne ho diversa percezione.

Il dio e il terrore della Piazzetta del Commissariato. (1961)

 
Mancano 40 chilometri all'Asmara e finalmente, sebben rabbuiato, viaggio tranquillo, non mi addita più ostacoli, neanche la piccola Suzuki che da una laterale improvvisamente mi taglia la strada né il taxi che presso il semaforo spento del Mai Belà intende passare di forza anche se la precedenza è dell’orbo. Arriviamo a casa, sembra sbollito; saggiamente rinuncio al caffè che mi offre e a rimanere a cena con lui e torno a casa a mettermi la benda nera sull'occhio, non avrei potuto usarla in guida, non risulta sulla patente. Rammentando tempi passati, anche se è sbollito, mi son faticosamente trattenuto dal ripetergli la fatidica frase "è bene tutto quel che finisce bene!", sarebbe stato un grave errore farlo esplodere e costringermi a ritrovarmi inseguito da un individuo fuori senno nella bellissima Piazzetta del Commissariato per evitarmi un amichevole strangolamento. Né i suoi fili di ferro avrebbero retto tale corsa. (Ma anche questa è un'altra storia!). La gita a Cheren mi frutta alcune fotografie veramente belle, ne sarà ben felice e il manicotto di rame ha retto, veramente bravo!

Il "Pundit Nico", un venerabile sapiente che a volte può riuscire anche simpatico, ha sempre un gran repertorio di storie da raccontare alle quali immancabilmente aggiunge un abbondante condimento tanto soggettivo quanto poco obiettivo; vorrà egli perdonarmi qualche inconsistenza e, per una volta, rinunciare alla sua inconfondibilmente muscolosa superiorità?