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Eritrea ritrovata - L'altipiano eritreo

NOT N° 78 Dicembre 98

Giovane pescatore intento alla manutenzione del suo "sambuco"

Young fisherman intent on maintaining his "sambuco" boat


Donna tigriña con bimbo.

"Tiger" woman with child.


Sen'afé, capitale delle "dolomiti" eritree.

Sen'afé, capital of the Eritrean "dolomites".

 
REPORTAGE - Eritrea ritrovata

L'ALTIPIANO ERITREO

Foto e testo Paola Civera

English abstract

Come un gigantesco balcone, l'altipiano eritreo si affaccia sulla stretta depressione che divide l'Africa dalla penisola arabica, riempita ora dal Mar Rosso.

Questa vasta regione elevata non scende mai sotto i duemila metri di quota, offrendo così un clima piacevolissimo e paesaggi oltremodo affascinanti. L'escursione termica tra il giorno e la notte è notevole; si hanno cieli limpidissimi ed aria tersa. Ad est l'altipiano eritreo precipita verso il Mar Rosso, mentre nelle altre direzioni declina più lentamente. L'altipiano eritreo è parte integrante di quello etiopico, che può essere considerato uno dei più vasti al mondo: sicuramente è il più vasto d'Africa. Dolci colline, ampie pianure, fertili oasi, valli aspre e zone semidesertiche, ma anche montagne.

Vari villaggi popolano questo territorio; si vive di una agricoltura di sussistenza e di allevamento. La vegetazione è misera e le scarse piogge sono concentrate principalmente in due periodi dell'anno. L'altipiano è l'area più abitata del paese. Infatti, nonostante occupi solo il 16% del territorio eritreo, ci vive circa il 65% della popolazione. L'etnia predominante è quella dei tigriñi che, approssimativamente, costituiscono la metà degli eritrei. Si parla il tigriño e la religione più diffusa è quella cristiano-copta. Solo in questi ultimi anni si sta assistendo ad un massiccio incremento di musulmani. Secondo la leggenda, i tigriñi sono discendenti diretti dei dignitari di Israele.

Un alpinista che si reca in Eritrea non può sottrarsi alla fatale attrazione delle ambe, montagne dalla vetta pianeggiante assai estesa. Di origine vulcanica, altro non sono che agglomerati di lava solidificatasi sull'altipiano, quando la crosta terrestre andò in briciole, circa 30 milioni di anni fa. Esse sono visibili sia sull'altipiano, che dall'Asmara va verso l'Etiopia, sia in Etiopia stessa. La loro forma rammenta i tepui sudamericani (Venezuela), anche se la vegetazione che ricopre i loro fianchi non è così rigogliosa.

«Una la dobbiamo salire!» era la proposta degli amici con i quali si viaggiava. Ci recammo perciò nella regione di Sen'afé, famosa per le sue "dolomiti".

Il breve viaggio dall'Asmara a Sen'afé offre svariati punti di interesse: oltre ai paesaggi selvaggi e all'incontro con la vita agreste, troviamo a Worketi una grande chiesa copta dal colore rosato; superato Segheneyti, si procede in una vallata ombreggiata da sicomori, grandi alberi dall'aspetto contorto e molto antico. Senza dubbio l'attrazione più forte del percorso è Cohaito, per raggiungere la quale si imbocca una deviazione sterrata e mal percorribile. Di questa antica città del periodo axumita, restano solo rovine, se si esclude il bacino di Safra, antica diga che serviva a raccogliere l'acqua per il fabbisogno cittadino.

Poco leggibile anche il tempio di Mariam Wakiro, probabilmente un'antichissima chiesa cristiana. Il luogo in ogni caso è magico, con i suoi 2700 m di quota e la sua aria frizzante; con bel tempo si vede il sottostante Mar Rosso. Sempre nei dintorni di Cohaito, proprio dove l'altipiano precipita verso il Mar Rosso, si trovano grotte con graffiti e pitture rupestri.

Il sentiero da percorrere per arrivarvi non è facilissimo, ma l'e-sperienza ne vale la pena, anche perché si deve transitare sull'ultima parte del tratturo che collegava Adulis, antico porto sul Mar Rosso, ad Axum, ora in territorio etiope. Da questi luoghi è possibile osservare il gruppo di ambe che culmina con l'amba Soira, la più alta dei monti eritrei.

Tornati sulla strada principale, in prossimità di Sen'afé, si deve superare un passo che lambisce l'amba Tericà. Il villaggio di Sen'afé giace in una conca delimitata da bellissime ambe rocciose. Potrebbero prestarsi a palestra di roccia con tutte quelle lisce pareti dai colori cangianti a seconda della luminosità! A vederle dalla piazzetta del villaggio, sembrano raggiungibili solo arrampicando. Se lo chiederete ai bimbi, che all'occorrenza si improvvisano guide, vi condurranno a trovare il sentiero che, con difficoltà modeste, vi permetterà di raggiungere la vetta ed ammirare il paesaggio circostante da una di queste "dolomiti".

 

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