ERBARIO TROPICALE DI FIRENZE


 

STORIA DELL'ERBARIO TROPICALE

 

 

 

Introduzione

Dall'istituzione (1904) al 1918

Dal 1918 al 1945

Dal 1945 ad oggi

 

 

 

 

 

 

 

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INTRODUZIONE

L’Erbario Tropicale di Firenze fu istituito a Roma nel 1904 sotto il nome di Erbario e Museo Coloniale (R. Decreto Legge n° 683 del 3 ottobre 1904) con lo scopo di "raccogliere le piante e i prodotti vegetali dei nostri possedimenti coloniali, di eseguire sui medesimi le ricerche e gli studi opportuni, di curare la diffusione delle notizie relative a tali studi, anche con apposite pubblicazioni e di funzionare da ufficio informazioni su tale argomento".

Nel 1918 con Decreto Luogotenenziale n° 719 del 19 maggio 1918 l’Erbario e Museo Coloniale venne trasferito a Firenze presso il R. Istituto di Studi Superiori Pratici e di Perfezionamento di Firenze (ora Università) e assunse la denominazione di Regio Erbario Coloniale. Il trasferimento a Firenze fu propugnato dall’allora direttore Prof. Pirotta, allo scopo di riunire le collezioni di Roma con quelle di piante delle Colonie facenti parte dell’Erbario Generale Fiorentino (ora Museo Botanico).

Il documento legale che sancisce il passaggio e il numero delle piante provenienti da Roma è l’"Allegato all’atto di consegna dell’Erbario Coloniale al Direttore del Regio Istituto Botanico di Firenze. Inventario" ed è firmato dal Prof. Pirotta, Direttore dell’Erbario di Roma come donante e dal Prof. Baccarini, Direttore del R. Istituto Botanico dell’Istituto di Studi Superiori di Firenze come ricevente (22 Marzo 1915).

Nel 1969 la denominazione dell'Erbario è passata da Erbario Coloniale di Firenze ad Erbario Tropicale di Firenze dato che le collezioni si erano arricchite di piante provenienti dalla fascia tropicale e non più solo dalle ex colonie italiane. La legge di cambiamento del nome confermava nei suoi articoli che l’Erbario Tropicale di Firenze era una istituzione scientifica destinata allo studio della flora e della vegetazione tropicale. Il suo patrimonio scientifico è rappresentato da collezioni di piante provenienti per lo più dall’Africa orientale (Eritrea, Etiopia, Somalia) e paesi confinati (Kenya, Tanzania, Sudan, ecc.). Recentemente sono state aggiunte anche piante di altre parti dell’Africa tropicale, dell’Arabia, di Israele e dell’America centro-meridionale.

L’Erbario Tropicale di Firenze è una istituzione che ha le raccolte di piante dell’Africa orientale più importanti al mondo e attraverso il loro studio ha contribuito in maniera determinante alla conoscenza della flora di questi territori.

Fino al 1967 l’Erbario Tropicale di Firenze ha pubblicato circa 50 lavori quasi esclusivamente dedicati alla flora e vegetazione di Eritrea, Etiopia e Somalia. Dal 1967 ad oggi, sono state prodotte 85 pubblicazioni di cui 47 dedicate alla flora e vegetazione di Somalia ed Etiopia (per esempio la serie Adumbratio Florae Aethiopicae, Pichi-Sermolli ed. 1953-1978) e le altre riguardanti studi floristici e vegetazionali di altre parti dell’Africa (Kenya e Mozambico), Asia (Iran e Qatar) e America (Perù).

Conserva quasi tutti i campioni TYPUS (esemplari su cui è descritta per la prima volta una specie) del Chiovenda e di altri studiosi, oltre a numerosi TYPUS che sono stati riconosciuti sul materiale dell’Erbario Tropicale in occasione di revisioni monografiche da parte di specialisti.

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DALL'ISTITUZIONE (1904) AL 1918

Presso l’Erbario Coloniale di Roma erano presenti varie raccolte e collezioni derivanti dalle esplorazioni in Africa della fine del 1800. Fra queste, due collezioni estremamente importanti, quella del marchese O. Antinori (1878) e quella del Principe Ruspoli e del Dr. Riva (1892-95), appartenevano alla Regia Società Geografica Italiana ed erano solo affidate per la conservazione e lo studio al Museo ed Erbario Coloniale di Roma. Altre collezioni conservate a Roma e trasferite a Firenze erano: Dr. Ragazzi, piante dell’Etiopia (1886); Ing. Robecchi-Bricchetti, piante dell’Harar e Somalia (1889-91); Cap. Baudi di Vesme e Candeo, piante dell’Ogaden (1891); Schweinfurth e Riva, piante dell’ Eritrea (1889-91); Dott. Terracciano e Pappi, piante dell’Eritrea (1892-93); Sig.ra Scotti, piante dell’Eritrea (1888); Dott. Traversi, piante dello Scioa (1886); Dott. Pace, piante di Zanzibar (1889); Colon. Micheletti, piante dell’Eritrea (1894-96); Dott. Baldrati, piante dell’Eritrea (1900-05); Prof. Tellini, piante dell’Eritrea (1900-1901); Dott. O. Beccari, piante del Paese dei Bogos (1870); Sig. Pappi, piante dell’Eritrea (1901-14); Prof. N. Beccari, piante dell’Eritrea (1905); Prof. Negri, piante dell’Etiopia (1909); Prof. Fiori, piante dell’Eritrea (1909); Prof. Chiovenda, piante dell’ Eritrea e Etiopia (1909); Prof. Dainelli e Marinelli, piante dell’Eritrea (1905); Prof. Stefanini e Paoli, piante della Somalia (1913), Cap. Provenzale, piante della Somalia (1914); Dott. Scassellati-Sforzolini e Mazzocchi-Alemanni, piante della Somalia (1911); Dott. Mangano, piante della Somalia (1908); Sergente Bellini, piante dell’Eritrea (1909-1913); Prof. Cufino, piante dell’Africa Orientale Italiana (1914); Capitano Ferraro, piante dell’Eritrea (1913-1915).

Importante collezione dal punto di vista storico è quella dell'Erbario Levier, costituita da piante raccolte da Schimper in Abissinia e datate per la quasi totalità 1854, anno dell’ultimo suo viaggio.

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DAL 1918 AL 1945

Altre importanti collezioni giunte nel periodo tra il 1918 e il 1945 sono:

L. Buscalioni piante dell’Etiopia (1915); J. Gillett piante dell’Etiopia e della Somalia; Istituto Agricolo Coloniale (vari raccoglitori e Uffici Agrari locali) piante dell’Eritrea, dell’Etiopia e della Somalia; Missioni della Consolata (vari raccoglitori) piante del Kenya; A. Pappi piante dell’Eritrea e dell’Etiopia; N. Puccioni e G. Stefanini piante della Somalia (1924); Regia Accademia d’Italia (Missione Zavattari) piante del Paese dei Borana (Etiopia) raccolte da Cufodontis (1937); L. Senni piante della Somalia (1929) e dell’Etiopia (1936-37); A. Vatova piante della Somalia e dell’Etiopia (1937); Mazzocchi-Alemanni piante dell’Angola (1923) e Baldrati piante dell’Eritrea (1920).

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DAL 1945 AD OGGI

Dopo il secondo conflitto mondiale, l'Erbario Coloniale di Firenze arricchì le sue collezioni sia attraverso scambi con altre istituzioni italiane ed estere, sia finanziando spedizioni in vari paesi effettuate con proprio personale o con collaboratori esterni, sia con doni di piante effettuati da studiosi o da istituzioni. Pervennero così le collezioni della R. Accademia d'Italia, raccolte prima del II conflitto mondiale tra le quali: le piante raccolte durante la missione di studio al Lago Tana (Etiopia) avvenuta nel 1937, diretta dal Prof. G. Dainelli che si avvaleva della collaborazione per le raccolte botaniche di R. Pichi-Sermolli e quella nel Sagan-Omo (Etiopia) avvenuta nel 1939 diretta da Zavattari, nella quale era incaricato delle raccolte il tecnico R. Corradi.

Per quanto riguarda le acquisizioni dall'estero, l'Erbario si è accresciuto tramite un'intensa attività di scambio principalmente con l’Erbario di Kew, con l'East African Herbarium di Nairobi e con gli Erbari di Ginevra, Coimbra, St. Louis, Washington, Madrid, Uppsala, Copenhagen, Wageningen ed altri. Tramite questi scambi sono giunte importanti collezioni quali quelle di Collenette, Gilbert, Gillett, Greenway, Kuchar, Mooney, Radcliffe-Smith, Verdcourt , Vollesen e Thulin.

Un incremento numerico dell'Erbario si è avuto anche con l'acquisizione delle piante derivanti da numerose spedizioni effettuate sia da collaboratori sia da personale dell'Erbario stesso. Le più importanti in ordine cronologico sono quelle del 1959 in Somalia di Moggi e Bavazzano, del 1964 in Cameroun e 1969 in Mozambico di Bavazzano, delle missioni del 1971, 1973, 1975 e 1976 in Somalia di Bavazzano, Moggi, Sartoni e Tardelli, del 1978 in Perù di Giugnolini e Tardelli, del 1979-80 in Yemen di Steinberg, del 1983 sempre in Yemen di Cuccuini, del 1979, 1981, 1982 in Somalia di Moggi e Tardelli, del 1986 in Somalia di Tardelli, del 1986 di Bigazzi e Tardelli in Turchia; del 1987 in Etiopia e Marocco di Bigazzi e Tardelli; del 1988 in Australia di Pignatti, del 1992 in Kenya di Moggi e Tardelli.

In questo arco di tempo si annoverano molte donazioni di grande pregio naturalistico che hanno arricchito il patrimonio dell'Erbario, come la collezione di Chedeville di Gibuti, di Smeds e di Mercier dell'Etiopia, di Sammicheli, di Merla, Azzaroli, Fois della Somalia, ecc.

La presenza di importanti collezioni storiche rende l’Erbario Tropicale di Firenze una delle istituzioni più importanti per lo studio della Flora dell’Africa Orientale. Basti solo ricordare che nell’Erbario Tropicale sono contenuti circa tremilacinquecento "tipi" di piante, cioè di campioni su cui sono state descritte le nuove diverse specie, subspecie o varietà. Il materiale dell’Erbario è ed è stato fonte di numerose ricerche da parte di studiosi italiani ed esteri specialmente negli ultimi anni a causa della stesura ancora in corso della Flora of Somalia e della Flora of Ethiopia and Eritrea in cui sono coinvolti vari istituti esteri e l’Erbario Tropicale stesso.

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